Triathlon

Sasha Caterina verso un anno da ‘professionista’

Il 20enne ticinese è a Macolin per svolgere il servizio militare, grazie al quale prepara con grande impegno la stagione 2021. Con Londra 2024 nel mirino

7 novembre 2020
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Trascorrono i giorni, e la formazione militare lascia via via spazio ad allenamenti sempre più frequenti. Per Sasha Caterina, triatleta di punta di TriUnion catapultato da qualche mese nella realtà della scuola reclute per sportivi d’élite, la scorsa settimana ha preso inizio la lunga parentesi in grigioverde che si concluderà alle porte della primavera e della nuova stagione agonistica. Un servizio non ordinario, quello svolto dal 20enne ticinese, proprio perché incorporato con atleti di punta del panorama sportivo svizzero, impegnati in una lunga preparazione che sostengono assolvendo nel contempo al dovere di ogni giovane cittadino elvetico. «Nei primi giorni della scorsa settimana - ricorda Sasha, raggiunto al centro federale di Macolin - abbiamo ricevuto il materiale, le tenute e tutte le spiegazioni del caso circa il servizio. Il programma prevede che nelle prime settimane si alternino un po’ di allenamenti e tanta istruzione militare. Poi, con il trascorrere del tempo, si intensifica la pratica sportiva con un numero sempre più elevato di allenamenti. Alla sera c’è il recupero, attraverso massaggi, sauna, bagni rigeneranti».

A Macolin sono rappresentate più discipline, non solo il triathlon. «In tutto siamo 50, 35 ragazzi e 15 ragazze. Del triathlon siamo 5, 3 ragazzi e 2 ragazze. Svolgiamo allenamenti differenziati, per disciplina, ciascuno con il proprio allenatore di riferimento».

Una vera e propria preparazione

La stagione 2020 è stata archiviata, ma il servizio militare offre a Sasha Caterina l'opportunità di fare da ponte verso quella successiva. Non è una lunga pausa, quindi, bensì un vero e proprio “ritiro” in grigioverde, a sfondo tecnico e sportivo. «Posso usare il servizio militare come se fosse una lunga preparazione. È come se fossi a un campo d’allenamento, sotto l’egida dell’esercito. È come se il militare ci sponsorizzasse per allenarci al cento per cento per diventare degli atleti professionisti».

Uno sguardo a ritroso, in direzione della stagione conclusa da qualche settimana, la prima da Under 23 élite. «Le poche gare alle quali ho preso parte sono andate bene. Di più, posso ritenermi molto soddisfatto dei risultati. Quella disputata in Svizzera è andata molto bene. Si è svolta con una modalità inedita, un supersprint, con eliminazioni e finale. Sono arrivato terzo negli Under 23 e quarto assoluto negli Elite. Poi ho partecipato a due gare del circuito francese, in ambito internazionale. Sono competizioni di livello assoluto perché le squadre reclutano sportivi di punta di altre nazioni, dando vita a una sorta di tappa di Coppa del mondo. C’erano più livelli, io mi sono piazzato tra il ventesimo e il trentesimo posto in ambo le prove, sempre nella categoria più qualificata».

Obiettivo Londra 2024

Il servizio militare tratterrà Caterina a Macolin per 18 settimane, per concludersi il 19 marzo 2021. «Appena finisce il servizio, in primavera inizia la stagione agonistica. A dipendenza dell'esito delle prima gare che affronterò valuterò se fare un anno da professionista oppure se continuare con il lavoro alternato alla pratica sportiva, sulla falsa riga di quanto fatto già negli scorsi mesi».

Essere di stanza per tanti mesi a Macolin ha interrotto la relazione quotidiana con Christophe Pellandini, il suo allenatore. Tra i due, però, il contatto continua a essere regolare. «Ci sentiamo continuamente. Ogni fine settimana torno in Ticino per fare con lui il punto della situazione. Lo tengo aggiornato, mi segue a distanza».

Un atleta, come è giusto che sia, vive di risultati e di obiettivi sportivi. L’obiettivo di di Sasha Caterina si chiama Olimpiadi. «Con il mio allenatore e il mio datore di lavoro ho allestito un piano olimpico. Mi auguro di qualificarmi ai Giochi del 2024 (Londra, ndr). È dura, presuppone un lavoro enorme, ma conto di farcela: come detto, è il mio obiettivo. Per arrivarci devo migliorare per gradi e farmi trovare tra i migliori a ridosso dell’anno olimpico. Dovrò prendere parte a più gare internazionali possibile, per raccogliere punti Itu che ti garantiscono la qualificazione olimpica. Un criterio di selezione per le Olimpiadi è proprio rappresentato dal numero di punti raccolti in ambito internazionale».

‘Ciascun atleta ha fatto una riflessione profonda’

La stagione scorsa è stata pesantemente condizionata dal coronavirus. Quali riflessioni ti ha portato a fare questa situazione? «È stato un anno che ha costretto ciascuno atleta a fare una riflessione profonda e a interrogarsi su quanto sia forte o meno il legame con la disciplina che pratica. Quelli che ci tengono veramente e sono costanti nello sforzo e nella prestazione sono andati avanti senza farsi scoraggiare dalla mancanza di gare o dalle difficoltà contingenti, per comunque raggiungere il picco della forma e sorprendere gli avversari, non appena ve ne fosse la possibilità. E la possibilità, in fondo, è arrivata per davvero. Altri, invece, di fronte all’emergenza covid si sono fatti condizionare negativamente e si sono abbattuti, perdendo mordente e motivazione. Di conseguenza, al termine di una stagione che ha comunque potuto avere un epilogo regolare, pur con qualche limitazione, si sono trovati a gareggiare non al massimo del loro potenziale e della loro forma. Io appartengo alla prima categoria: ho continuato ad allenarmi bene, con il massimo impegno, nella speranza che in coda alla stagione qualcosa ci fosse. Infatti, è stato così».

Quanto ti spaventa o ti condizione l’emergenza sanitaria, tornata di strettissima attualità? «Abbiamo già vissuto tutti un’esperienza molto dura con la prima ondata e il lockdown. Mi auguro davvero che riusciamo a contenere la seconda. Io comunque ho la possibilità di continuare ad allenarmi. Non mi scoraggio: se la situazione dovesse volgere al peggio, prenderò tutte le precauzioni del caso, mi metterò in disparte e farò i miei allenamenti individuali». 

Pellandini: ‘Un'ottima stagione, la sua’

«La stagione - spiega Christophe Pellandini - è stata complicata per tutti. Sasha ha continuato ad allenarsi molto bene, prima individualmente, poi con la squadra, quando è stato possibile tornare a farlo. I piani di lavoro sono stati sempre rispettati. In generale ha avuto un miglioramento, riferito soprattutto alla corsa e alla bicicletta, quantificabile in un 20-30 per cento della prestazione, pur mantenendo più o meno gli stessi ritmi di allenamento della stagione precedente, tra le 15 e le 20 ore settimanali, per fare fronte anche agli impegni professionali che ha mantenuto. Non ha mai smesso di lavorare. Malgrado questo ha sempre mantenuto molto alto il livello di impegno e di efficienza, in allenamento. Partecipando a qualche gara, nonostante le difficoltà del calendario, ha potuto verificare in competizione la qualità degli sforzi fatti in preparazione, un contesto in cui i progressi possono venire testati solo facendo delle serie. I riscontri con avversari di rango sono un'altra cosa. Nel prestigioso circuito francese ha gareggiato nella massima serie lasciandosi alle spalle colleghi con i quali aveva rivaleggiato negli Europei e nei Mondiali a livello juniori, piazzandosi a ridosso dell'élite mondiale. Ai Campionati svizzeri ha ottenuto due piazzamenti che dicono tutto, sulla qualità della sua prestazione».

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