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A tarallucci, manganelli e vino

Le manganellate della polizia a Pisa riaprono dibattiti sterili, dimenticando che in Italia la politica perdona tutto: a partire dalla mattanza del G8

In sintesi:
  • Le uniche risposte giuste e serie sono state le parole di Mattarella e la reazione dei pisani, accorsi in migliaia in piazza
  • La destra è collusa con certi loschi figuri, ma la sinistra non fa nulla per marcare una vera differenza, se non a parole
Un manifestante a terra colpito dalla polizia al G8 di Genova, nel 2001
(Keystone)
29 febbraio 2024
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Lo strabismo perenne della sinistra italiana, che non guarda mai dove dovrebbe guardare (dentro sé stessa, innanzitutto), e quel suo incaponirsi di fronte a questioni che non sono mai il cuore del problema, ma solo riflessi buoni per specchiarsi in ideali prêt-à-porter, allontanano discussioni ad ampio respiro su quanto successo pochi giorni fa a Pisa, dove la polizia ha pensato che fosse una buona idea chiudere in un vicolo cieco e poi manganellare un gruppo di studenti, perlopiù minorenni, che manifestavano per la Palestina.

Due sono state le risposte giuste a quella violenza gratuita di Stato: quella dei pisani, scesi in piazza in migliaia a tutela dei loro ragazzi e dell’idea che in un Paese libero si possa e si debba andare a manifestare senza temere nulla; e quella del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha messo nero su bianco che “l’autorevolezza delle Forze dell’ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni”.


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Tre immagini dalla manifestazione di Pisa

L’ala sinistra della sinistra, quella così intransigente da non andar d’accordo nemmeno con sé stessa, ripete petulante che c’è una specie di veto politico-mediatico sulla parola “genocidio” associata alle nefandezze che sta facendo Israele (falso, se non in Rai, dove però il comunicato pro-Israele è stato un boomerang). È un’alleanza sghemba che va da Ghali ai putiniani e che si romperà al primo distinguo, perché a molti di loro interessa più mostrare la propria integrità morale che del futuro dei palestinesi.

La sinistra più istituzionale invece nicchia e usa i fatti di Pisa solo per mettere in difficoltà il governo Meloni e quel punching-ball chiamato Salvini (uno che si mette in difficoltà da solo ogni volta che parla), ma non prende una posizione netta, proprio come in Medio Oriente. Come se avesse qualcosa da perderci: infatti ce l’ha.

Facciamo un passo indietro, al G8 di Genova del 2001, versione all’ennesima potenza dei fatti di Pisa, con le forze dell’ordine che in quel caso pianificarono la mattanza. All’epoca, ai vertici della polizia – con un governo Berlusconi sbilanciato a destra e considerato da molti il complice di quelle violenze di Stato – c’era Gianni De Gennaro; il suo vice era, nomen omen, Antonio Manganelli.


Keystone
L’ex capo della polizia Gianni De Gennaro

In un Paese normale, e con quello che era venuto a galla, entrambi sarebbero stati allontanati con ignominia. Invece nel 2007 De Gennaro diventa capo di gabinetto del Ministero dell’Interno (governo Prodi, centrosinistra) e nel 2012 sottosegretario alla Presidenza del Consiglio sotto Monti (non certo un fascista in doppiopetto); nel 2013 è presidente di Finmeccanica, una delle aziende a partecipazione statale più importanti del Paese: a sceglierlo, un governo di centrosinistra, quello di Enrico Letta. A confermarlo, un altro governo di centrosinistra, quello di Gentiloni.

Nel frattempo, nel 2007 il vice Manganelli era diventato il nuovo capo della polizia, che nel 2012, undici anni dopo i fatti, parlò di “momento delle scuse” per il G8 di Genova, ma solo perché costretto dalla sentenza sui pestaggi alla Diaz. L’anno dopo morì, subito insignito della Medaglia al Valor Civile come “esempio ineguagliabile di dedizione alle virtù civiche e di passione pubblica al servizio delle istituzioni e dello Stato”.

Insomma, più che dei fascisti al governo forse ci sarebbe da preoccuparsi delle connivenze tra politica (di ogni colore) e le tante anime nere delle forze dell’ordine, smettendola di indignarsi lì per lì per poi perdonare tutto a tutti, facendola iniziare a manganelli e finire a tarallucci e vino.


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I pisani in piazza in solidarietà con gli studenti malmenati

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