laR+ IL COMMENTO

Quel comunista di Nile Rodgers

Anche le leggende della musica, nel loro piccolo, s'incazzano (storia di ‘Das isch d’Svp!’, un inno non esattamente autoctono)

In sintesi:
  • È colpa dell'invidia della sinistra se quelli di YouTube si sono accorti che il ritornello di ‘Das isch d’Svp!’ è uguale a ‘We Are Family’
  • Il leader degli Chic, però, riconosca che le due canzoni non sono identiche: ‘We Are Family’ non ha il punto esclamativo nel titolo
‘Einmal ufe, einmal abe / Kein Schritt links und zwei Mal rächts’
(Facebook)
19 agosto 2023
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È più onorevole assaltare il Campidoglio sulle note di ‘Gloria’ di Umberto Tozzi oppure scriversi una canzone da sé? Piuttosto che usare canzoni altrui, snaturandone il senso, forse è meglio scriversi le proprie, sempre che non ‘assomiglino’ ad altre, molto famose. Parliamo del video di ‘Das isch d’Svp!’, nuovo inno dell’Udc, oscurato da YouTube perché troppo simile a ‘We Are Family’ delle Sister Sledge, scritta dal guru Nile Rodgers e da Bernard Edwards, membri (vivente il primo, non più il secondo) degli Chic. “Ho scritto ‘We Are Family’ perché fosse il canto definitivo dell’inclusione e delle diversità a tutti i livelli, indipendentemente da razza, etnia, età, sesso, religione od orientamento sessuale”, ha fatto sapere Rodgers, condannando l’utilizzo dell’opera “da parte dell’Udc o qualsiasi altro partito non in linea con i valori sostenuti dalla canzone”, e facendo sapere che l’editore (Sony) proverà a impedirne l’utilizzo.

Sulla pagina web di ‘Das isch d’Svp!’, in un grassetto molto grasso, l’Udc fa notare come la canzone abbia ricevuto “tantissime reazioni positive”, ma che “ovviamente a sinistra ha creato molta invidia ed è stato affermato che ‘Das isch d’Svp!’ è simile a ‘We Are Family’”. Per l’Udc “è un onore che si dica che il nostro brano ricordi un successo mondiale”, ma “sfortunatamente, questo ha fatto sì che anche Sony Music e Nile Rodgers venissero a conoscenza della canzone e la bloccassero su YouTube”. È bella la pagina web di ‘Das isch d’Svp!’: l’atmosfera danzereccia spinge a scaricare il pdf del testo, il flyer A6, il banner, l’immagine per la storia sui social, quella per il post e l’avatar per il profilo. È solo lo “sfortunatamente” che disorienta, perché letta e riletta la frase intera, la sfortuna parrebbe spiegarsi così: l’invidia della sinistra è arrivata fino alle orecchie di Nile Rodgers, che si è accorto che quella è la sua canzone. Insomma, quanto alla paternità del brano, quelli di ‘Das isch d’Svp!’ paiono giocarsi contro.

Sulla questione dell’oscuramento, il consigliere nazionale Udc Thomas Matter ci è rimasto male, perché dice di avere scritto lui le parole ma soprattutto la musica. È bene dire che non tutta ‘Das isch d’Svp!’ ricorda ‘We Are Family’, ma solo il ritornello. La strofa, infatti, non rimanda alle grandi hit di Rodgers, semmai a quelle di Falco, che se nel 1998 non si fosse schiantato contro un bus, magari oggi sarebbe qui a dire la sua. Dopo attenta valutazione, comunque, c’è senz’altro una cosa per la quale le due canzoni sono differenti: ‘We Are Family’ non ha il punto esclamativo nel titolo.

Sebbene oscurato da YouTube, il video di ‘Das isch d’Svp!’ ancora si può trovare in rete. Tutti cantano felici, si muovono a tempo, fanno un passo che un comunista potrebbe scambiare per quello dell’oca e invece è solo il passo dei Genesis in ‘I can’t dance’, 1991; qualcuno dei protagonisti dimentica il testo e poco importa, perché guadagna in spontaneità. Ma sarà che a noi la discoteca ha sempre messo tristezza, sarà che quelli troppo felici non ci hanno mai pagato l’occhio, tutto questo entusiasmo pare addirittura profanatorio per la discoteca stessa, e su “Einmal ufe, einmal abe / Kein Schritt links und zwei Mal rächts” ci prende la nostalgia delle campagne più gloriose dell’Udc, i vermi sinistroidi che si cibano della mela rossocrociata, le pecore bianche che mandano a casa le pecore nere, l’Europa culona seduta sulla Svizzera e i ratti di confine che mostrano le terga, inni di fratellanza più coerenti della discomusic, e sulla paternità dei quali quel comunista di Nile Rodgers non avrebbe nulla da rivendicare.

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