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L’eterna guerra in Palestina

Occorre subito stabilire che quanto commesso dai terroristi di Hamas (e altri accoliti) sono dei crimini di aggressione, guerra e contro l'umanità.nSenza se e senza ma. La questione palestinese, è di data antica. Nel 1917 il 90% della popolazione in Palestina era araba (perché il termine palestinese fu inventato dopo, bisogna parlare di arabi), mentre gli abitanti di religione ebraica (e non ancora israeliani) erano ca. 56’000. Questi erano di recente immigrazione per sfuggire alle persecuzioni in Europa (che contro gli ebrei ci sono sempre state, non è una invenzione nazista anche se questi l’applicarono su “scala industriale”). Gli ebrei nati in Palestina rappresentavano il 5% della popolazione. Gli arabi erano proprietari del 97,5% delle terre. Sull’emotività dopo la scoperta dei campi di sterminio, tutte le Nazioni erano d’accordo di dare agli ebrei una loro Patria. Però, l’atavica diffidenza verso l’ebreo, non creò una corsa a concedere parte del proprio territorio. Per risolvere il problema, l’Inghilterra che allora amministrava parte del Medio Oriente, affidò il compito di sciogliere la matassa all’Onu nel 1947. Questi tramite l’Assemblea generale decise di creare lo Stato ebraico (non israeliano) garantendo il 54% del territorio palestinese. Israele, senza attendere il 15 maggio 1948, data del termine del mandato britannico, pensò bene di garantirsi il 54% e un’aggiunta del 26% (non si sa mai). Questo inserimento di un “corpo estraneo” sia per religione sia per cultura, provocò poi le diverse guerre arabo-israeliane che si sono susseguite nel tempo.
Quello che sta succedendo ora, non è altro che la “continuazione del problema con altri mezzi”. Cinicamente Golda Meir ebbe a dire: “Per Irsaele va tutto bene, abbiamo la terra, la Russia ci manda gli ebrei, e gli arabi ci danno la manodopera”.

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