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Né limiti né pudore

Ognuno può avere le proprie idee personali sul conflitto tra Russia e Ucraina, ossia a sapersi se le colpe stanno da una parte anziché dall’altra oppure divise. Ciò non toglie che le immagini che ci arrivano a ogni ora del giorno e della notte sono impressionanti quanto devastanti.

Eppure c’è lo "scriba" e direttore del domenicale di Via Monboglia – palesemente e apertamente filo sovietico per sua stessa ammissione nonché tifoso di Orban – che in questo esodo di massa si preoccupa di un’automobile (diesel) e nemmeno di grossa cilindrata, ma rea di recare targhe ucraine. Foto che qualche suo reggi coda xenofobo quanto ignorante gli deve aver passato.

Il grave risiede soprattutto nell’aspetto istituzionale rivestito dal soggetto che siede addirittura in Consiglio Nazionale e quindi dovrebbe essere più informato di noi cittadini su questa tragedia epocale. E non è che l’Ucraina prima dell’attacco russo fosse paragonabile al Bangladesh quanto a tenore di vita. Meravigliarsi per aver visto circolare un’auto di provenienza tedesca, condotta da veri profughi non gli deve permettere né di fare il processo alle intenzioni né di ricamarci sopra in modo così squallido. Qualcuno gli faccia un disegno (a lui congeniale), che è l’unico argomento che (forse) sa interpretare.

Ma nessuno in quella povera redazione ha il "tupè" di dirgli quanto merita e magari anche di rammentargli il significato della parola "vergogna"? Oppure di fare come l’italico Salvini che – per grazia ricevuta (...) – ogni mattina si ingoia un pezzo della t-shirt con l’effige del suo amico Putin.

Intanto il "suo" domenicale al martedì viene opportunamente ritirato con il 70% di copie non lette! Complimenti.

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