I dibattiti

Premi malattia, sfatiamo alcuni miti

(Ti-Press)

Alla vigilia degli annunci dei premi si moltiplicano informazioni non sempre corrette sul funzionamento e finanziamento del nostro sistema sanitario. Sfatiamo alcuni miti.

Primo mito: alcuni media e parlamentari federali hanno riportato negli ultimi giorni l’informazione secondo la quale negli ultimi anni i premi sono aumentati molto più dei costi, lasciando intendere che i premi fissati per legge dagli assicuratori malattia e approvati dall’Ufsp, l’autorità di vigilanza per l’assicurazione di base, non fossero corretti.

Dalla creazione della LAMal, nel 1996, al 2021, le prestazioni nette annuali per assicurato – ossia le prestazioni effettivamente pagate dall’assicurazione malattia di base – sono aumentate a livello svizzero del 143%, passando da 1’491 franchi a 3’627 (a livello ticinese da 1’897 a 4’341, ossia un aumento del 129%). Il premio medio è invece aumentato del 146%, passando da 1’539 a 3’788 franchi (rispettivamente del 127% a livello ticinese). I costi amministrativi per assicurato, che rappresentano circa il 5% dei premi pagati – il 95% dei premi corrisponde infatti alle prestazioni erogate – sono passati da 133 franchi a 198, un aumento del 49%. Nel 2021 il premio medio (3’788) era persino più basso dei costi (prestazioni nette più costi amministrativi), che ammontavano a 3’824 franchi. Tutti questi indicatori dimostrano che la tendenza, peraltro ancorata nella legge, è chiara: i premi seguono i costi perché per legge li devono coprire. Negare che i premi LAMal seguono i costi rimborsati dall’assicurazione malattia distoglie l’attenzione dal vero problema, ossia l’aumento dei costi preoccupante, che rende necessaria, oggi più che mai, l’attuazione di riforme discusse da troppi anni. Quest’evoluzione ci ricorda anche che la LAMal si è trasformata in questi anni da un’assicurazione di base a un’assicurazione quasi totale, uno dei motivi dell’aumento dei costi e dei premi.

Secondo mito: l’evoluzione dei premi di quest’anno sarebbe da imputare in gran parte all’evoluzione delle riserve. Le riserve sono necessarie per legge, come è d’altronde il caso in tutti i sistemi assicurativi. In funzione degli anni le riserve nell’assicurazione malattia rappresentano circa 3 o 4 mesi di prestazioni rimborsate, peraltro molto meno rispetto ad altri sistemi assicurativi, come l’Avs o la Suva. Alain Berset ha recentemente deplorato che le stesse fossero diminuite nell’ultimo anno, dimenticando che nel 2021 l’Ufsp sottolineava che la buona gestione delle riserve avesse permesso di aumentare le stesse di 4,1 miliardi, questo a vantaggio degli assicurati.

Invece di concentrarsi sui miti, sarebbe più utile focalizzarsi sulle realtà dell’aumento dei costi e dei ritardi che la politica ha accumulato nell’attuare riforme: il parlamento federale che non ha ancora approvato definitivamente la riforma Efas, in discussione da 14 anni; il Consiglio federale che ritarda l’entrata in vigore del tariffario medico Tardoc; l’Ufsp che non ha ancora approvato la modifica sui margini relativi ai farmaci; i cantoni, che stentano a proporre pianificazioni ospedaliere ambiziose. Riforme che permetterebbero di risparmiare miliardi sui costi LAMal. Senza queste riforme gli assicuratori malattia non hanno alternativa: dovranno per legge continuare a fissare dei premi che coprono i costi. E senza riforme questi non potranno evolvere favorevolmente.

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