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Qual è il ruolo di Ocst nelle trattative nazionali?

(Ti-Press)

Nell’opinione espressa dal sig. Renato Ricciardi, Segretario cantonale di Ocst, su questa testata il 20 ottobre, sono stato chiamato in causa direttamente in seguito alla manifestazione di protesta svoltasi lunedì scorso in Ticino in merito alle trattative per il rinnovo del Contratto nazionale mantello nell’edilizia.

Senza voler entrare nella discutibile logica del "botta e risposta" sui singoli punti – attività che trovo giusto svolgere in modo serio e approfondito nelle opportune sedi (e non in piazza o sui media) – respingo però con fermezza l’accusa di arroganza nello svolgimento delle trattative a livello nazionale. La sola parte che ha dimostrato con i fatti di saper scendere pragmaticamente a dei compromessi è stata quella padronale. Infatti, almeno finora, i sindacati non hanno fatto alcuna concessione sulle loro rivendicazioni iniziali. Questa situazione mi sorprende, vista l’esperienza che ho maturato nelle precedenti trattative, dove il sindacato Ocst (Syna a livello nazionale) rappresentava un partner ragionevole con cui riuscire a trovare degli accordi al fine di sottoscrivere contratti collettivi socialmente molto avanzati ma che devono restare sopportabili, seppure con notevoli sforzi, anche dalle imprese.

Non va infatti dimenticato che con delle imprese in difficoltà a subirne le conseguenze, in termini di posti di lavoro, sono anche i dipendenti, ed è chiaro a tutti quindi che l’obiettivo principale di questa trattativa deve essere quello di continuare a garantire prestazioni di prim’ordine preservando però il lavoro. Dico preservare perché lascio al lettore giudicare se salari minimi di 5’638 franchi al mese (su 13 mensilità) siano pochi per una formazione di 3 anni quale muratore, cui si aggiungono indennità e supplementi vari per diverse centinaia di franchi così come 5 rispettivamente 6 settimane di vacanze. O, ancora, se l’avere un pensionamento anticipato a 60 anni, pagato per oltre 2/3 dai datori di lavoro, sia comune in tutti i settori.

Quest’anno, purtroppo la situazione è molto diversa. Al tavolo delle trattative Ocst finora non ha ancora letteralmente aperto bocca, seguendo passivamente l’altro sindacato (meramente rivendicativo e fortemente ideologico), tanto da far sorgere interrogativi sul suo ruolo e la sua legittimazione al tavolo delle trattative.

Dunque, piuttosto che invitare la Ssic Sezione Ticino a farsi sentire verso la propria Sede centrale (cosa che peraltro avviene tramite contatti regolari e intensi) invito Ocst a marcare presenza durante le trattative nazionali, con idee proprie, pure insieme al loro sindacato di riferimento Syna. In passato i compromessi si sono trovati grazie al pragmatismo di questi attori, permettendo così di salvaguardare i posti di lavoro e uno dei migliori contratti collettivi di lavoro del nostro Paese.

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