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La Formica e le 99 cicale

22 settembre 2021
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C’era una volta una formica che durante tutta l’estate lavorava duramente sotto il sole cocente raccogliendo grano, erbe e provviste di ogni tipo, ripulendo i sentieri e costruendo formicai: 99 cicale intanto cantavano, melodiosamente, rallegrando i prati solivi e lei ascoltava con piacere le loro melodie e non si fermava. Anche se provava un po’ d’invidia verso la loro condizione, la formica amava il suo lavoro ed era particolarmente brava e veloce ad accumulare e costruire, così come lo erano le formiche prima di lei che le avevano tramandato questo dono. Le cicale in realtà rispettavano la formica che quando passava lasciava cadere qualche grano qua e là a mo’ di pagamento per i bei canti, ed aveva perfino organizzato un mercato al quale le cicale partecipavano con piacere e dove trovavano sempre qualcosa di succulento da sgranocchiare in ogni stagione. Con il tempo le costruzioni della formica attirarono nuove formiche laboriose che portarono nuovi semi, varietà, e nuovi mercati. Quando arrivò l’inverno le cicale, vedendo le grandi scorte che le formiche avevano accumulato, vollero di più. Si riunirono e decisero, forti del loro numero e del loro stridio, che le formiche dovevano cedere una parte maggiore del loro lavoro alle cicale, ma essendo loro insetti giusti, decisero che comunque le formiche potevano tenerne una buona parte per sopravvivere con dignità. Le formiche accettarono di buon grado, ma non avevano più abbastanza cibo né per ingrandire il formicaio né per organizzare il mercato per cui decisero di ritirarsi dagli affari e godersi quello che era rimasto loro. L’estate seguente, essendo le formiche insetti furbi, capirono che non valeva la pena sudare così tanto per poi vedersi riprendere parte delle provviste dalle cicale, e inoltre, avendo avuto meno scorte a disposizione, avevano anche meno energie da investire, per cui raccolsero il necessario per l’inverno e poi si sdraiarono a fianco delle cicale e cantarono, con voce stonata, per il resto dell’estate. Quando le cicale a tempo debito vennero a prelevare le riserve invernali si accorsero che queste erano molto ridotte rispetto all’inverno precedente e ne furono molto infelici. La stagione fredda passò nonostante la scarsità di cibo. All’inizio dell’estate seguente le formiche sempre più insoddisfatte si riunirono e decisero di trasferirsi altrove. Si misero in fila e partirono alla ricerca di un nuovo bosco. Alle cicale rimasero gli alti formicai che subito occuparono allargandone i buchi a mo’ di Emmentaler svizzero e si misero subito a cantare e nel vuoto dei tunnel dei formicai: il loro stridio rimbombava così forte che si poté udire da molto molto lontano fino alla fine dell’estate. Poi ci fu silenzio. Nessuno sa cose ne fu del paese delle cicale canterine né dove finirono le formiche.

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