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La stupidità umana innamorata dell’Ai

L’iper-digitalizzazione, la robotica e l’introduzione dell’intelligenza artificiale (Ai) in tutti gli ambiti lavorativi e privati, comporta gravi effetti per la salute. Il rapporto Berenis, commissionato dalla Confederazione, indicava già nel 2015 che il 5% della popolazione, pertanto più di 400'000 persone, accusava sintomi di elettrosensibilità. Con l’implementazione delle tecnologie di nuova generazione l’elettrosmog aumenterà in modo esponenziale, causando – oltre ai problemi di salute – anche problemi ambientali ed energetici. Internet oggi consuma il 10% dell’energia mondiale globale, con il 5G entro il 2030 si consumerà il 50% dell’energia globale. Entro il 2030 le Tic (Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione) avranno un consumo pari alla produzione di 1’000 centrali nucleari della grandezza di quella di Gösgen.

Si stima inoltre che l’intelligenza artificiale sostituirà il 50% dei posti di lavoro nei prossimi anni. Cito dal libro “La quarta rivoluzione industriale” di Klaus Schwab, “Sostituzione del lavoro umano: molte attività lavorative, in particolar modo quelle caratterizzate da mansioni ripetitive e manuali, sono già state automatizzate. Altre andranno incontro alla stessa sorte, in quanto la capacità degli strumenti informatici in termine di elaborazione dei dati continua a crescere in maniera esponenziale. Prima di quanto si possa prevedere, le principali attività di diverse occupazioni (avvocati, analisti finanziari, medici, giornalisti, contabili, assicuratori e bibliotecari) potrebbero essere parzialmente o completamente automatizzate." Il Word Economic Forum, vuole imporre la cosiddetta quarta rivoluzione industriale e suggerisce agli Stati di prepararsi a sedare rivolte popolari e di adottare il reddito di cittadinanza per mitigare la perdita salariale. Si prevede un tasso di disoccupazione superiore al 50%. Molti giovani e disoccupati, non avendo prospettive per il futuro, svilupperanno dipendenze, depressione, malattie psicosomatiche e pensieri suicidali: le statistiche dimostrano aumenti allarmanti di casi psichiatrici e suicidi.

La deriva sociale della tecno-digitalizzazione promette di essere devastante imponendoci stili di vita non condivisi, aumentando il controllo sociale e limitando le nostre libertà. Ma il più grande pericolo è dato da chi decide quali saranno le informazioni “ammesse” all’Ai e a noi stessi. Vogliamo un pensiero unico? Solo il confronto rappresenta la base della vera scienza, della vera medicina e dell'umanità stessa. La digitalizzazione deve essere di supporto e non deve sostituire l'essere umano. Noi ci batteremo affinché prevalga il bene comune e l'umanità, senza imposizioni da parte di entità sovranazionali e non elette dal popolo come Onu, Wef e Oms. Abbiamo bisogno di decisioni politiche immediate e coraggiose, per evitare una deriva che si ritorce contro l'umanità.

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