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Carovita, migrazione, viabilità: le soluzioni della politica

Elezioni federali: esponenti di Ps, Plr, Pc e Costituzione radicale spiegano le proprie ricette per alcuni tra i principali problemi dei cittadini

(Keystone/Ti-Press/laRegione)
2 ottobre 2023
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In vista delle Elezioni federali del 22 ottobre, prima di tre puntate con esponenti non candidati delle principali liste in corsa per le Camere federali. Idee e risposte secche a una serie di domande su alcune delle maggiori sfide per i cittadini e le famiglie.

Che cosa fare...

1) ... di fronte all'aumento dei costi della salute e dei premi di cassa malati?

2) ... per i prezzi dell'energia che salgono?

3) ... in materia di pensioni, tra aspettativa di vita in rialzo e rendite in calo?

4) ... per contrastare la continua erosione del potere d'acquisto?

5) ... rispetto alla crisi migratoria che preme sul Ticino?

6) ... nell'ambito della viabilità (problemi al Gottardo, A2/A13, cantieri)?

Partito socialista

Fabrizio Sirica

1) Per noi combattere questi aumenti è una priorità assoluta. Da sempre il Ps è in prima linea sul tema. Oggi i nodi sono venuti al pettine: il sistema attuale sta mostrando tutti i suoi limiti e la risposta per noi è chiara. Nel corto termine occorre limitare i premi a un massimo del 10% del reddito disponibile (il popolo voterà sulla nostra iniziativa a marzo 2024), a medio termine il sistema va riformato. Occorre creare una cassa malati unica con premi in base al reddito (stiamo valutando una nuova iniziativa popolare e siamo felici che i sondaggi dicano che il 79% dei cittadini oggi è con noi), questo perché la pseudo-concorrenza tra casse malate fa soltanto lievitare i costi. Poi la politica deve avere la forza di contrastare le lobby della sanità, che fanno aumentare i costi sulle spalle dei cittadini. Un esempio su tutti: l’obbligo dei farmaci generici è una misura semplice che farebbe risparmiare miliardi, ma che i partiti borghesi, pieni zeppi di lobbisti, hanno bocciato.

2) In parlamento ci siamo impegnati per un’indennità energetica per ridurre la pressione sulle famiglie più in difficoltà e per sussidiare maggiormente il trasporto pubblico. A medio termine pensiamo però che il nostro approvvigionamento energetico vada garantito da fonti rinnovabili: la nostra iniziativa “per un fondo per il clima”, lanciata assieme ai Verdi, chiede un massiccio investimento pubblico nella transizione energetica della Svizzera. Grazie al fondo isoleremo tutti gli edifici, installeremo impianti di riscaldamento alimentati da fonti rinnovabili e investiremo su larga scala nel solare. Questo non solo ci renderà indipendenti dal gas e dal petrolio di Paesi come la Russia e gli Emirati Arabi, ma contribuirà anche a mantenere sotto controllo i prezzi.

3) Oggi l’Avs è troppo bassa. È inaccettabile che ci siano persone che hanno lavorato una vita, che sono al beneficio della pensione e che faticano ad arrivare a fine mese. Una prima soluzione è l’iniziativa che voteremo in marzo, sostenuta dal Ps, per una tredicesima Avs. Sarà una prima boccata d’ossigeno e la via da seguire è questa: rinforzare l’Avs, assicurazione modello per solidarietà e solidità. Chiaramente l’andamento demografico metterà, nei prossimi anni, sotto pressione l’Avs, servono quindi nuove fonti d’entrata perché l’attuale struttura è calibrata su un modello di società e di lavoro che è profondamente cambiato. Penso a tutti i profitti derivati dal lavoro digitalizzato oppure ai profitti fatti sui mercati finanziari, quei soldi oggi vanno nelle tasche di pochi, mentre dovrebbero contribuire alla tenuta della nostra società.

4) La prima questione è ovviamente salariale, i salari devono aumentare e occorre mettere salari minimi degni di questo nome. In secondo luogo c’è la riduzione dei costi fissi, ho già detto della cassa malati e dell’energia, ma abbiamo importanti proposte anche sulla riduzione dei costi dell’affitto.

5) La cosa peggiore da fare per chi ritiene che il Ticino debba essere sostenuto è votare i partiti di destra. Il paradosso della destra è che a un problema che necessita di soluzioni sistemiche e coordinate tra vari piani (il Ticino e la Svizzera, ma poi la Svizzera e l’Europa, che deve essere la leader strategica nella gestione di questa situazione epocale) risponde con la difesa dei confini, addirittura cantonali, con un “teneteveli” come se fossero oggetti. Rafforzare Lega o Udc significa rafforzare il messaggio “teneteveli in Ticino”. Votando il Ps si sostengono soluzioni umane, solidali e coordinate, e che nell’interesse collettivo ragionano su un piano internazionale.

6) Sono temi e problemi diversi e ognuno meriterebbe spazio. Sicuramente la soluzione alla viabilità non è la terza corsia tra Lugano e Mendrisio, che ci farebbe vivere per anni in un cantiere continuo e non risolverebbe il problema del traffico.

Partito liberale radicale

Alessandro Speziali

1) Agire davvero sui costi, perché la situazione è insostenibile. Il Plr propone un’assicurazione su misura (“budget”): una solida copertura base per tutti, con la possibilità di scegliere tra modelli diversi. Inoltre, chiediamo misure puntuali efficaci, come la digitalizzazione delle cartelle sanitarie (evitando doppioni nelle analisi per esempio), l’utilizzo diffuso di medicinali generici (a pari efficacia, costano meno), il blocco del catalogo di prestazioni coperte dall’assicurazione base (in cui oggi rientra circa il 98% delle prestazioni), più trasparenza nei costi e maggior prevenzione. In Ticino abbiamo bisogno di una pianificazione ospedaliera più coraggiosa, in termini di efficienza, qualità e quantità. E diciamocelo, sta anche a ognuno valutare responsabilmente se ogni corsa dal medico sia davvero necessaria.

2) Rafforzare l’efficienza e la produzione di energia indigena. Come? Semplificando l’installazione di pannelli solari, investendo nella creazione di parchi solari alpini e sfruttando il maggiormente le dighe, così come il geotermico. La politica dei divieti e delle tasse va invertita e, sul medio termine, le nuove tecnologie nucleari potranno essere la soluzione, sicura e pulita. Lo dicono anche i ricercatori.

3) Se non vogliamo ingannare la popolazione o derubare le prossime generazioni, dobbiamo riformare le nostre pensioni guardando anche alla speranza di vita, che non è più quella del 1948. Inoltre, è essenziale incoraggiare la natalità – grazie anche alla conciliabilità lavoro-famiglia – affinché la piramide demografica del nostro Paese sia solida, perché senza giovani e persone attive non possiamo finanziarie le pensioni dei nostri (futuri) anziani.

4) Diminuire i costi della vita e migliorare i salari. Da una parte sburocratizzare, fermare la proliferazione di tasse, rendere la vita più semplice alle famiglie e alle aziende che garantiscono posti di lavoro di qualità e una crescita sana. Dall’altra, vigilare efficacemente sul rispetto dei contratti e investire nei settori economici – anche grazie alla formazione – che offrono salari interessanti e prospettive di qualità, come ad esempio il campo della ricerca, della meccanica, eccetera.

5) La Confederazione deve dotare quanto prima il Ticino di strutture, risorse e personale a sufficienza, affinché si possa gestire adeguatamente il flusso migratorio. Nelle situazioni di particolare pressione dev’essere possibile rivedere la ripartizione dei migranti tra i centri di accoglienza. Infine, le forze dell’ordine locali devono essere tutelate e occorre impedire il sentimento di “impunità” che alcuni migranti percepiscono, esasperando la convivenza con la popolazione residente.

6) Investire nelle infrastrutture, soprattutto nella rete stradale (penso al collegamento veloce A2/A13) e nella ferrovia: un esempio su tutti, se penso alle battaglie di Alex Farinelli, il completamento a Sud di AlpTransit, per non rendere monca l’opera del secolo. In merito ai cantieri, il Plr ha proposto una piattaforma di coordinamento tra Comuni, Cantone e Confederazione, poiché qualsiasi disfunzione si ripercuote sui cittadini, nuocendo alla qualità di vita di molte regioni. Il Ticino – per la sua morfologia – non può fare la guerra alla mobilità privata, perché automobili, bus e treni possono convivere assieme. Libertà anche nella mobilità.

Partito comunista

Samuel Iembo

1) L’unica soluzione percorribile – come il Partito Comunista ripete da anni – è quella di una cassa malati unica, pubblica e con premi in base al reddito. Solo così si può gestire adeguatamente l’innalzamento dei costi della salute per tutti.

2) Ci siamo tirati la zappa sui piedi da soli. Le sanzioni alla Russia hanno aumentato per noi i costi dell’approvvigionamento di risorse energetiche aumentando generalmente i costi di tantissime cose. Dovremmo smetterla di obbedire ai diktat dell’Unione europea e rimanere una Svizzera neutrale sia in campo politico che economico. Altro fattore importante è la speculazione che c’è stata su alcune risorse come la benzina, facendo impennare i prezzi senza un reale motivo. Lo Stato dovrebbe intervenire fissando dei tetti massimi in situazioni di questo tipo.

3) Le pensioni vanno concepite come salario indiretto e protette a ogni costo. Non si può pensare di alzare ulteriormente l’età pensionabile dei cittadini e delle cittadine che è già troppo alta, così come le rendite non devono essere tagliate perché già al minimo. Se bisogna trovare i soldi per finanziare l’Avs lo si deve fare dove i soldi ci sono in abbondanza, aumentando la pressione fiscale sulle imprese e gli alti redditi, e non andando a colpire chi già contribuisce per tutta la sua vita al finanziamento del sistema pensionistico. Noi vorremmo un superamento del sistema dei tre pilastri rafforzando l’Avs e raggruppando le casse pensioni private in un istituto previdenziale pubblico come peraltro il Partito del lavoro proponeva già nel 1972 con l’iniziativa per delle pensioni popolari.

4) È chiaro che se cresce il costo degli affitti, dei prodotti, dell’energia, ma i salari rimangono gli stessi dopo un po’ di tempo ci si trova davanti all’impossibilità da parte dei cittadini di far fronte a qualsiasi spesa non necessaria. Bisogna adeguare i salari all’aumento del costo generale della vita, con un salario minimo veramente dignitoso e non un compromesso al ribasso. Inoltre, come detto già prima, aderire a delle sanzioni che sono un boomerang per noi sicuramente non migliora la situazione.

5) Le crisi migratorie sono un risultato degli interventi imperialistici fatti dalla Nato e dagli Stati europei nei confronti del Medioriente e dell’Africa a partire da Siria e Libia 10 anni fa. Se invece di distruggere questi Paesi, bombardandoli perché si vuole imporre un governo filo-occidentale a un Paese terzo, collaborassimo con loro, eviteremmo questa fuga impressionante di persone, permettendo che possano sviluppare la propria vita pacificamente nei loro Paesi senza che si ritrovino a dover cercare un’altra vita in Svizzera e in Ticino.

6) Con la recente chiusura della galleria ferroviaria, che allunga il tragitto di almeno un’ora verso la Svizzera interna, vi è un discorso da fare sulle privatizzazioni del trasporto ferroviario cargo che portano a questo tipo di incidenti, dimostrando la necessità che questi settori rimangano in mano pubblica evitando queste interruzioni – simultanee! – della più importante via di transito del Paese. Va anche offerta sempre un’alternativa: è da anni che il Partito comunista e la Gioventù comunista ribadiscono con petizioni e prese di posizioni la necessità di mezzi pubblici gratuiti che permettano a tutta la popolazione di spostarsi efficacemente e avere un’alternativa al mezzo privato.

Costituzione radicale

Guido Tognola

1) Di fronte a problemi complessi, sempre più interconnessi, frutto di decenni di politiche neoliberiste ridotte a “pragmatismi alla giornata” (Edgar Morin), non esistono soluzioni semplicistiche e che non implichino un cambio di paradigma. Dobbiamo avere il coraggio di ammettere di avere fallito in più ambiti e chiederci se continuare a dare credito a profeti che, dopo averci portato sul ciglio del baratro, pretendono avere oggi la soluzione senza una vera visione del domani. Per quanto riguarda i premi di cassa malati: congelarli nell’immediato e pretendere dai vari attori soluzioni strutturali di lungo respiro. La notizia riportata da Berset che annunciava 1,8 miliardi di franchi persi dalle casse malati nel settore dei mercati finanziari è passata quasi sottotraccia ed è emblematico. Ecco, trasparenza, vere spendig review, cassa malati se non solo, anche pubblica, costi dei medicamenti, cartella elettronica, perequazione intercantonale in funzione dell’età della migrazione interna, possono essere alcuni esempi.

2) Nell’immediato è insensato che fra i beneficiari di una non celata speculazione ci sia proprio lo Stato, basti pensare al sovragettito derivante dall’Iva sulle energie stesse, ergo, perché non valutare un tasso variabile, in caso di necessità, che non peserebbe, in termini assoluti (preventivato/incassato), sulle casse pubbliche? Inoltre, sarebbe auspicabile una vera Authority di controllo, con funzioni anche sanzionatorie, ciò che Mister Prezzi oggi non ha.

3) La pandemia ha ridotto la speranza di vita, almeno nel breve termine, eppure la situazione finanziaria Avs-Ai non sembrerebbe averne risentito. In un Paese ricco come il nostro sarebbe meglio pensare prima a coloro che hanno contribuito a costruire quella ricchezza, magari anteponendoli a spese militari sempre più pesanti e non sempre sensate.

4) Ipotizzando d’avere congelato gli aumenti di cassa malati previsti, stabilizzato se non contenuto i costi energetici, un campo dove si può provvedere celermente è il blocco degli affitti, se non comprovati da accensioni/rinnovi di nuove ipoteche a tassi superiori. Imperativo il controllo dell’inflazione “speculativa”, così come un adeguamento del salario minimo e una vera revisione fiscale che miri ai grandi profitti di multinazionali e di grosse rendite finanziarie, soprattutto speculative. Fondamentale è invertire l’attuale trend di pauperizzazione costante.

5) Dobbiamo uscire dalla logica emergenziale con una vera politica d’integrazione, che comprenda dal momento dell’accoglienza corsi di lingua, civica, professionali. Appellandoci al principio federativo di solidarietà fra Cantoni, dobbiamo premere per una equa ridistribuzione sul territorio degli arrivi, non creando però semplici centri detentivi sparsi qua e là. Fondamentale ricordarsi che sono esseri umani, non bestie, come una certa politica si sforza continuamente di dipingere. Esseri umani che fuggono da situazioni createsi anche per nostre responsabilità oggettive e soggettive e non bisogna dimenticare che era da anni che si preannunciava tale esodo, come da non dimenticare è che i Paesi più colpiti non sono i Paesi ricchi. Inoltre, a fronte di una crisi demografica sempre più grave, perché non considerarli risorse?

6) Le cause? Una rete stradale concepita decenni fa, non sempre con grande lungimiranza, AlpTransit “tronca” a sud, che ricorda l’incompiuta “autopista A1” cubana che termina improvvisamente nel nulla. Nel breve potremmo valutare una più consona e dissuasiva tassa di transito per chi viaggia su gomma, sicuramente una migliore pianificazione dei cantieri stradali, oltre a ridurne la durata – quante volte apprezziamo cantieri deserti per chilometri – e non da ultimo, incentivare, riducendo i prezzi e migliorando l’offerta l’uso del trasporto pubblico.

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