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Sono 43 i Paesi che chiedono un’indagine indipendente su Navalny

L’Unione europea: ‘Dobbiamo porre fine al clima di impunità che vige a Mosca’

Alexei Navalny
(Keystone)

La responsabilità ultima per la morte di Alexei Navalny "ricade sul presidente Putin e sulle autorità" della Russia, che "deve consentire un'indagine internazionale indipendente e trasparente sulle circostanze della sua morte improvvisa".

Quarantatré Paesi provano a fare pressione su Mosca in un appello comune per chiedere un'inchiesta indipendente sul decesso del più illustre oppositore russo, "segno della crescente e sistematica repressione" nel Paese. Perché se ormai Navalny riposa sottoterra, continua la battaglia dell'Occidente affinché sia fatta chiarezza: "Siamo indignati per la sua morte", ha detto l'ambasciatrice europea all'Onu Lotte Knudsen facendosi portavoce di tutti i 27 Stati dell'Ue e di altri 16 Paesi, tra cui Canada, Regno Unito, Stati Uniti e la stessa Ucraina, firmatari dell'appello che chiede il rilascio di tutti i prigionieri politici, giornalisti, difensori dei diritti umani e oppositori della guerra in Ucraina. E di "porre fine al clima di impunità" che vige in Russia. Feroce critico di Vladimir Putin, Navalny è morto il 16 febbraio in circostanze poco chiare in una colonia penale nell'Artico, dove stava scontando una pena di 19 anni per "estremismo".

Muro contro muro

La notizia è stato un durissimo colpo per chi si oppone al potere di Putin in Russia. Ma venerdì scorso la paura della repressione ha lasciato spazio al coraggio testimoniato dalle migliaia di persone presenti alle esequie dell'oppositore a Mosca e che continuano a mettersi in coda davanti al cimitero per deporre fiori sulla sua tomba. "Molti si chiedono perché Alexei abbia combattuto così duramente e non si sia mai arreso. Per il vostro bene. Persone belle, coraggiose e oneste che ormai arrivano in una fila infinita per dirgli addio. Grazie", ha commentato la vedova Yulia Navalnaya.


Keystone
La folla in lacrime al funerale di Navalny

Mentre il Cremlino ha minimizzato il suo interesse per il funerale: "Non ne abbiamo parlato molto, crediamo di non avere altro da dire", ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. Ma se il governo sceglie di non commentare l'ultimo saluto a Navanly, a parlare resta la scure della repressione: secondo i suoi difensori, la Procura russa è pronta a chiedere una condanna più dura per Lilya Chanusheva, l'ex responsabile del movimento di Navalny a Ufa condannata in primo grado a 7 anni e mezzo di reclusione l'anno scorso, anche lei per "estremismo".

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