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La madre di Navalny a Putin: ‘Ridammi il corpo di Alexei’

Continua il mistero sulla morte del dissidente: ricercato il fratello Oleg. Gli Stati Uniti annunciano nuove sanzioni

Alexei Navalny con il fratello Oleg
(Keystone)
20 febbraio 2024
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Il contegno dignitoso, la voce calma, ma ferma e gli occhi nascosti dietro un paio di occhiali scuri mentre su di lei cade la neve. Alle sue spalle l'entrata dell'IK-3, la colonia penale nell'Artico dove il figlio è morto il 16 febbraio. Così la madre di Alexei Navalny, Lyudmila, è apparsa in un videomessaggio diretto a Vladimir Putin per chiedere, anzi "pretendere", che le sia consegnato il corpo, che non ha ancora potuto vedere. "Restituite il corpo di Alexei e lasciate che sia sepolto con dignità, non impedite alla gente di salutarlo", le ha fatto eco la vedova, Yulia.

Il Cremlino tace

Dal Cremlino però non è arrivata nessuna risposta, tranne che per respingere l'accusa mossa ieri dalla stessa Yulia Navalnaya al presidente russo di aver "ucciso" l'oppositore, dopo tre anni in carcere. "Naturalmente, queste sono accuse assolutamente infondate e rozze contro il capo dello Stato russo", ha affermato il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, il quale ieri aveva assicurato che "l'indagine è in corso e vengono intraprese tutte le azioni necessarie al riguardo". La Russia comunque respinge la richiesta di un'indagine internazionale avanzata dall'Alto commissario per la politica estera della Ue, Josep Borrell. E in merito all'annuncio di Navalnaya di voler raccogliere l'eredità del marito, Mosca mostra indifferenza: Putin non ha nemmeno visto il video postato da lei ieri, ha detto Peskov. Stessa indifferenza è stata mostrata dalla vedova nella risposta arrivata a stretto giro di posta: "Non mi importa nulla di come l'addetto stampa di un assassino commenta le mie parole", ha scritto Navalnaya su X.

Il giallo degli ‘esami chimici’

Il team di Navalny ha fatto sapere che ieri alla madre è stato detto che il corpo verrà trattenuto altri 14 giorni per "esami chimici". "Mi rivolgo a lei, Vladimir Putin - ha detto la donna nel video - la soluzione del problema dipende solo da lei. Mi faccia finalmente vedere mio figlio. Pretendo immediatamente che il corpo di Alexei venga consegnato in modo che io possa seppellirlo umanamente".


Keystone
Lyudmila Navalny nella neve durante la visita al comitato investigato di Salekhard

Italia Viva ha lanciato una petizione perché Renew Europe candidi alle prossime elezioni europee Yulia Navalnaya, che ieri ha partecipato al Consiglio dei ministri degli Esteri della Ue a Bruxelles. Nel corso della riunione, secondo quanto ha fatto sapere il team dell'oppositore scomparso, la vedova ha fatto pressione sui rappresentanti delle diplomazie europee perché vadano oltre le dichiarazioni di solidarietà, e ha chiesto in particolare che l'Ue non riconosca le elezioni presidenziali che si svolgeranno il mese prossimo in Russia, alle quali Vladimir Putin si presenta per un quinto mandato. "Un presidente che ha ucciso il suo principale avversario politico non può essere legittimo per definizione", ha affermato.

Si muove Washington

Intanto gli Usa hanno annunciato attraverso il coordinatore del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, che venerdì vareranno un pacchetto di importanti sanzioni alla Russia per la morte di Navalny. Un giallo ha riguardato invece oggi la sospensione, durata circa un'ora, dell'account che Navalnaya ha aperto soltanto ieri su X (ex Twitter). I responsabili della piattaforma di Elon Musk hanno detto che il meccanismo di difesa contro la manipolazione e lo spam aveva "erroneamente segnalato" che l'account violava le regole del social network.

Da parte sua la Russia ha fatto sapere oggi di aver inserito nella sua lista dei ricercati il fratello di Alexei Navalny, Oleg, senza specificare le accuse. In passato Oleg, che ora vive all'estero, era stato condannato a tre anni e mezzo di reclusione insieme al fratello per accuse di "frode" e poi ancora in contumacia a un anno di reclusione per aver incitato i cittadini a scendere in piazza contro l'arresto di Alexei.

L’altro attivista dietro le sbarre

Nel frattempo anche un altro noto oppositore in carcere, Ilya Yashin, ha accusato Putin di avere ucciso Navalny. "Fino a quando il cuore batterà nel mio petto, combatterò la tirannia", ha affermato in un messaggio postato sui social media Yashin, che sta scontando una condanna a sette anni e mezzo di reclusione per l'accusa di avere diffuso "false informazioni" sulle forze armate, in base a una legge approvata nel 2022 che ha portato alle condanne di numerosi critici dell'intervento armato in Ucraina. L'oppositore ha scritto che Navalny "è morto da eroe". "Comprendo - ha aggiunto - i miei stessi rischi. Sono dietro le sbarre, la mia vita è nelle mani di Putin, ed è in pericolo. Ma manterrò la mia linea".

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