Estero

Swissaid: ‘La fame nel mondo sta aumentando’

L'allarme è stato lanciato alla vigilia della Giornata mondiale dell'alimentazione: ‘Bisogna puntare sull'agroecologia e sulle varietà autoctone’

In sintesi:
  • Nel 2023 sono 735 milioni le persone denutrite
  • Cambiamenti climatici, conflitti, povertà ma anche scarsa sostenibilità sono alla base delle disuguaglianze fra il Nord e il Sud del mondo
Bambino in un campo di grano nello Yemen
(Keystone )
15 ottobre 2023
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In occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione, che si celebra domani, Swissaid lancia un allarme: la fame non sta scomparendo. L'Indice 2023 della fame nel mondo (Ghi) indica che 735 milioni di persone sono denutrite, rispetto ai 572 milioni del 2017.

L'obiettivo numero 2 dell'Agenda delle Nazioni Unite, ossia eliminare la fame entro il 2030, sembra allontanarsi sempre di più, si legge in un comunicato di Swissaid pubblicato sabato. In 14 Paesi i progressi sono praticamente a un punto morto.

L'Africa subsahariana è la più colpita

In 18 Paesi la fame è aumentata dal 2015 e in 58 Paesi è già certo che l'obiettivo "Fame zero" non potrà essere raggiunto in tempo. A essere particolarmente colpita è l'Africa subsahariana.

Oltre alle crisi legate al clima, ai conflitti armati e alle interruzioni delle catene di approvvigionamento, la struttura e il funzionamento dei sistemi alimentari rappresentano un grosso problema: in molti luoghi non sono né sostenibili né preparati alle conseguenze del cambiamento climatico.

"I progetti di agroecologia contribuiscono in modo significativo a una maggiore sovranità in ambito alimentare", spiega Markus Allemann, direttore di Swissaid.

Reintroduzione del miglio

La conoscenza dei cereali e dei vegetali locali adattati alle condizioni climatiche è un elemento importante per migliorare la sicurezza alimentare, continua Swissaid. Purtroppo, questo aspetto viene spesso dimenticato e molte varietà autoctone, un tempo consumate, vengono gradualmente sostituite da prodotti importati. Il grano, ad esempio, sta guadagnando terreno a scapito del miglio in diverse regioni dell'Africa.

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