Estero

La presunta purga in Corea del Nord dopo il summit fallito con gli Usa

Secondo un giornale sudcoreano, il dittatore Kim Jong-un avrebbe fatto giustiziare e deportare diversi funzionari. Ma la segretezza del regime impedisce ogni verifica.

Si vede che sono arrabbiato? (Keystone)
31 maggio 2019
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Un ciclo d'epurazioni avrebbe colpito in Corea del Nord i funzionari 'responsabili' del fallimento del secondo summit con gli Usa di fine febbraio. Secondo il quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo il capo negoziatore Kim Hyok-chol sarebbe stato giustiziato a marzo, mentre Kim Yong-chol, ex braccio destro del leader Kim Jong-un sparito da settimane dagli eventi pubblici, sarebbe finito in un campo di rieducazione. L'operazione sarebbe stata voluta dal supremo leader che non ha risparmiato neanche l'onnipresente sorella minore Kim Yo-jong, alla quale sarebbe stato "consigliato di tenere un basso profilo". Va precisato però che si tratta di informazioni da prendere con cautela, data la segretezza che avvolge la politica nordcoreana.

Kim Hyok-chol, controparte dello speciale rappresentante americano per il Nord Stephen Biegun, sarebbe finito davanti al plotone d'esecuzione con altri quattro funzionari senior, all'aeroporto di Mirim, per l'accusa di avere spiato per conto degli Usa. La fonte del quotidiano di Seul ha riferito poi che Kim Yong-chol, interlocutore del segretario di Stato Mike Pompeo che ha incontrato anche a Washington (dove è stato ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump) sarebbe stato sanzionato coi lavori forzati nella provincia di Jagang, mentre Kim Song-hye del Dipartimento del Fronte Unito sarebbe finita in un campo per prigionieri politici. Punizione, verosimilmente in un campo di prigionia, anche per l'interprete del leader, Shin Hye-yong: sarebbe stata accusata di aver "macchiato l'autorità" di Kim per un errore ad Hanoi durante il suo lavoro di traduzione.

Kim Yong-chol, secondo un dispaccio di inizio aprile della agenzia Kcna sulle decisioni maturare nella sessione plenaria dell'Assemblea suprema del popolo, era entrato nella potente commissione sugli Affari statali, presieduta dal leader, con altri esponenti di primo piano della missione in Vietnam. Tuttavia, alla fine dello stesso mese, sia lui sia la sorella del leader, Kim Yo-jong, non risultavano nella delegazione che a Vladivostok ha partecipato al summit tra Kim e il presidente russo Vladimir Putin. Il Rodong Sinmun, la voce del Partito dei Lavoratori, ha preso di mira gli "atti anti-partito e anti-rivoluzionari" messi in atto contro il leader: "Un atto anti-partito e anti-rivoluzionario di chi ha gettato via la fedeltà morale verso il leader, e tali persone non eviteranno il giudizio severo della rivoluzione". Si tratta di espressioni, come "anti-partito", "anti-rivoluzionario" e "giudizio severo", che rimandano ai tempi delle turbolenze interne di fine 2013, quando Kim Jong-un fece giustiziare Jang Song-taek, suo zio e fino ad allora tutore e numero due, con l'accusa di alto tradimento.

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