Confine

Università dell’Insubria, cento nuovi infermieri laureati

Si sono diplomati negli scorsi giorni. In Lombardia nelle strutture pubbliche mancano diecimila professionisti, di cui un migliaio a Como e Varese

La soluzione potrebbe trovarsi oltre i confini italiani
(Ti-Press)
13 novembre 2023
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Cento nuovi infermieri laureati negli scorsi giorni nelle sedi di Como e Varese dell’Università dell’Insubria in Scienze infermieristiche. Una buona notizia per gli ospedali pubblici delle due province aggrappate alla ramina che possono contare su questi cento nuovi professionisti che si sono formati al Sant’Anna di Como e all’ospedale di Circolo di Varese. Una buona notizia invero anche per le strutture sanitarie ticinesi che, come una calamita, continuano ad attirare soprattutto dalle aree di confine personale sanitario. Sono infatti oltre quattromila gli infermieri lombardi attualmente occupati in Canton Ticino, dove guadagnano come un primario italiano.

Una formazione a trecentosessanta gradi

La commissione, presieduta da Giulio Carcano, direttore del Dipartimento di medicina e innovazione tecnologica, con la partecipazione di Fabio Angeli, presidente del corso in Infermieristica, ha tenuto le sedute di laurea nelle due sedi dell’Ateneo. “Un’eterogeneità di argomenti di tesi – ha commentato il professor Carcano – che testimonia la formazione degli studenti a trecentosessanta gradi garantita dal nostro corso di laurea; questo permette di formare professionisti preparati ad affrontare tutte le principali problematiche clinico-assistenziali e pronti a contribuire al cambiamento, ormai necessario, della nostra sanità”.

Numerose le convenzioni stipulate per rispondere alle necessità del sistema sanitario

L’Insubria ha avviato sperimentazioni per fornire ulteriori risposte alle necessità del sistema sanitario. Ha dunque stipulato convenzioni con tre atenei del Paraguay e del Perù per favorire lo scambio di studenti sul modello Erasmus. Ha inoltre realizzato un corso per integrare la formazione di venti infermieri peruviani che verranno assunti nelle prossime settimane dall’Azienda sociosanitaria territoriale (Asst) dei Sette Laghi di Varese.

Iniziative che, casomai fosse necessario, confermano l’urgenza di percorrere tutte le strade possibili per assumere infermieri, considerato che in Lombardia nelle strutture pubbliche – non solo gli ospedali, ma anche le case di riposo per anziani – ne mancano diecimila, di cui un migliaio nelle province pedemontane di Como e di Varese.

Annunciati degli accordi per far arrivare dall’estero i professionisti

Che fare per evitare che le sofferenze del Sistema sanitario nazionale si riflettano sull’assistenza ai lombardi? La soluzione potrebbe trovarsi oltre i confini italiani. In questi giorni l’assessore regionale lombardo alla Sanità Guido Bertolaso ha annunciato degli accordi per far arrivare dall’estero i professionisti di cui hanno tanto bisogno gli ospedali lombardi.

Un progetto analogo è in via di elaborazione al Ministero della sanità. I dettagli, ha spiegato Bertolaso, saranno contenuti nel piano sociosanitario regionale che sarà presentato a breve. Si è comunque già appreso che l’assessore regionale lombardo guarda a Paesi dell’area del Mediterraneo, come la Tunisia, al Sud America e all’America centrale.

In attesa di saperne di più, c’è da registrare che il progetto di Bertolaso ha raccolto un coro di no, partendo dall’Ordine degli infermieri fino ai sindacati di categoria.

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