Confine

A Como si torna a parlare di paratie

Slitta ancora la consegna dell’opera iniziata nel 2008. E i costi lievitano a 35 milioni di euro

(Ti-Press/Archivio)
9 gennaio 2023
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Sono passati 15 anni da quel martedì 8 gennaio 2008, ovvero il giorno in cui in pompa magna è stata posata la prima pietra del cantiere delle paratie lungo il lago di Como. I lavori si sarebbero dovuti concludere entro 1’085 giorni con una spesa prevista di 12 milioni di euro. Da tre lustri, però, il cantiere tiene sotto scacco il lungolago della città. Quanto basta per rendersi conto del danno causato dall’opera, la più infausta tra quelle mai realizzate nel capoluogo lariano, che avrebbe dovuto evitare il rischio di esondazioni. Fenomeno che, complici i cambiamenti climatici, negli ultimi anni è più virtuale che reale. Insomma, il ‘Mose di Como’, così come molti esperti avevano previsto, risulterà un intervento inutile.

In questi giorni si è tornati, però, a parlare delle paratie di Como, in quanto i lavori non si concluderanno entro il prossimo mese di marzo. Anche questa scadenza indicata da Regione Lombardia che, sotto la propria regia, nel luglio 2020 aveva deciso la ripresa del cantiere, non è stata rispettata. Se tutto andrà bene la consegna definitiva delle paratie si avrà solo fra un anno, nel marzo 2024. Alla ripresa dell’intervento erano già stati spesi 16,4 milioni di euro. Nel frattempo, i costi sono aumentati di 18,5 milioni di euro. Sin qui le paratie, quindi, sono costate poco meno di 35 milioni di euro. E non è ancora finita.

Del ‘Mose di Como’ si cominciò a parlare dal settembre 1987, subito dopo l’alluvione della Valtellina. Allora piazza Cavour e la parte a lago della convalle finirono sott’acqua. I politici di allora pensarono che si dovesse fare qualcosa per difendere la città e siccome c’erano anche i soldi, stanziati dalla Legge Valtellina, si pensò di costruire delle opere di difesa idraulica e insieme di sistemare il lungolago. Il primo studio generale arrivò il 5 luglio del 1990. Il 21 febbraio del 2003 la Regione approvò, poi, il primo progetto e l’8 gennaio del 2008 la posa della prima pietra. Poi, una serie di polemiche e guai giudiziari.

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