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Como: la strage per Covid nelle case anziani? Nessun colpevole

La Procura di Como chiede decine di archiviazioni per le cause aperte nella primavera dello scorso anno nei confronti di 13 case di riposo e 2 ospedali

(Ti-Press)
10 gennaio 2022
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Nessun colpevole per la strage di anziani nelle case di riposo del Comasco, quasi duecento morti nei primi quattro mesi dello scorso anno, alle quale ne sono poi seguite molte altre decine. A questa conclusione, dopo una inchiesta andata avanti per un anno e mezzo, è giunta la Procura di Como che in questi giorni sta formulando decine e decine di archiviazioni nelle cause aperte nella primavera dello scorso anno nei confronti di 13 case di riposo e 2 ospedali. Gli accertamenti dei carabinieri dei Nas non hanno permesso di evidenziare alcuna responsabilità da parte delle strutture tale da poter configurare su basi solide un’incriminazione. In primis per il fatto che il periodo di emergenza compreso fra il marzo e il maggio dello scorso anno ha impedito di svolgere le autopsie sul corpo di centinaia di ospiti delle case di riposo che sono morti, da qui scrivono gli inquirenti “il loro decesso non può essere direttamente correlabile con certezza assoluta al virus” e questo soprattutto per le “preesistenti condizioni di decadimento dovute all’età e di salute” degli anziani morti in seguito al contagio e per “la compresenza di più fattori eziologici”. Anche per questo, dunque, è difficile ipotizzare colpe a carico di chi si era trovato a ricoprire ruoli di responsabilità nella gestione delle strutture di cura degli anziani, dove le misure di prevenzione, pur rispettose delle indicazioni che giungevano dalle istituzioni, si erano rivelate insufficienti.

D’aggiungere anche che da tutti gli accertamenti svolti dai carabinieri del Nas, su delega della Procura, non sono emerse inadempienze, imperizie o condotte negligenti, che qualificano l’omicidio colposo, ma solo la difficoltà di far fronte a un evento improvviso e devastante. La vasta inchiesta era scaturita dagli esposti presentati alla magistratura dai parenti degli ospiti delle case di riposo che chiedevano di verificare eventuali responsabilità nella morte dei loro congiunti, contagiati dal Covid. Persone che presentavano già sofferenze o fragilità fisiche, complicanze sanitarie sopraggiunte in età ormai avanzata, e che non erano sopravvissute al contagio. A questo punto la parola passa al giudice delle indagini preliminari chiamato a valutare se le motivazioni della richiesta di archiviazione siano condivisibili oppure meno. Il gip dovrà tener conto del fatto che sono già un centinaio le opposizioni alla richiesta di archiviazione da parte dei parenti degli anziani morti. Parenti che con i loro esposti hanno dato il via all’inchiesta.

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