Economia

‘L’integrazione femminile risponde alle sfide dell’economia’

Circa trecento persone hanno partecipato alla terza edizione della Giornata cantonale delle startup. Al centro il tema delle differenze di genere

‘Solo attraverso l’incontro, la conoscenza e lo scambio è possibile fare nascere e crescere nuovi progetti’
(Ti-Press)
28 marzo 2024
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«L’integrazione delle competenze femminili nel mondo del lavoro risponde anche alle sfide dell’economia cantonale». È con queste parole che il direttore del Dipartimento finanze ed economia (Dfe) Christian Vitta ha affrontato il tema, sempre attuale, delle differenze di genere che ancora esistono e persistono nel mondo economico, e non solo. Differenze che hanno fatto da filo conduttore alla terza edizione della Giornata cantonale delle startup organizzata dalla Divisione dell’economia del Dfe con la fondazione Agire, in collaborazione con Usi Startup Centre, Impact Hub Ticino e TiVentures. L’evento, che questo pomeriggio ha visto la partecipazione di circa trecento persone al Palacinema di Locarno, «mira – spiega il consigliere di Stato – a favorire l’incontro tra startup e potenziali investitori, stimolando la cultura dell’innovazione in Ticino, continuando il percorso intrapreso nelle scorse edizioni con l’intento di attirare l’attenzione su questo aspetto centrale per lo sviluppo di ogni startup. È solo attraverso l’incontro, la conoscenza e lo scambio che è possibile fare nascere e crescere nuovi progetti».

‘Un’opportunità non solo per le donne, ma per l’intera economia’

Riflettendo sulle sfide legate alla carenza di manodopera, Vitta sottolinea quanto «il potenziale femminile sia una risorsa preziosa che si può valorizzare ulteriormente anche in ottica di mercato del lavoro». E continua: «In questo contesto una questione importante è evidentemente la conciliabilità lavoro-famiglia, tema pure di grande attualità e che come Cantone affrontiamo nell’ambito delle pari opportunità promuovendo azioni concrete in termini di reti, di strumenti e di formazione». Non solo. «In Ticino – afferma il direttore del Dfe – abbiamo la fortuna di avere un tessuto economico ben diversificato, in cui le competenze femminili sono ampiamente presenti. L’imprenditoria femminile rappresenta un’opportunità non solo per le donne, ma per l’intera economia e quindi per l’intera società. Il margine di crescita è ampio e c’è un grande potenziale da sviluppare ulteriormente, anche nell’ambito degli investimenti in startup al femminile».

Il programma della Giornata cantonale delle startup comprendeva anche le tematiche dello sviluppo sostenibile e della responsabilità sociale delle imprese. «Sono concetti – osserva Vitta – che sentiamo spesso pronunciare, ma che è importante anche visualizzare con dei contenuti ed esempi concreti».

Crescere non è sempre ovvio

Ed è proprio sugli esempi concreti che si è espresso Luca Bolzani, presidente della fondazione Agire. «Nel 2023 – rileva – nel radar della fondazione avevamo novantasette startup attive esistenti, di cui il 13% sono imprese al femminile». E illustra: «Se facciamo un paragone con il top management delle aziende esistenti, questa percentuale scende sotto al 10%. La presenza femminile in questo mondo è dunque più alta rispetto all’equivalente nel mondo delle aziende esistenti».

Una startup è una nuova azienda, ma per Bolzani questa definizione non basta: «Le due condizioni per essere una startup sono avere una buona idea originale e avere chiaro, fin dall’inizio, che questa idea è destinata a crescere». Crescere, tuttavia, non è sempre ovvio. «Negli anni – mette in luce il presidente della fondazione Agire – abbiamo notato che tra le necessità richieste dalle startup per il proprio progetto il fabbisogno finanziario è in costante aumento». Insomma, i finanziamenti restano un fattore centrale.

Presentati una ventina di progetti

Nel corso del pomeriggio hanno potuto presentare al pubblico i propri progetti imprenditoriali una ventina di startup. Tra queste l’azienda agricola Manimatte presentata dai fondatori Anna Maspoli e Luca Locatelli «con il sogno di dare longevità all’agricoltura ticinese, rendendola anche più sostenibile». Negli anni i due fondatori hanno osservato «un crescente abbandono dei vigneti terrazzati che fanno parte del nostro patrimonio culturale e paesaggistico, nonché un focus molto forte su pochi vitigni classici, in particolare il merlot, e quindi una certa monotonia nell’offerta vinicola ticinese». Questi vitigni «necessitano di molti trattamenti in vigna, nocivi sia per l’ambiente che per la salute umana». In tal senso Maspoli e Locatelli hanno deciso di focalizzarsi su «qualità di uva resistenti alle malattie, che permettono di ridurre al minimo i trattamenti in vigna, e dedicare più tempo alla promozione della biodiversità. In questo modo creiamo vini, non solo buoni e di alta qualità, ma che rispecchiano al massimo le caratteristiche della natura e del territorio in cui l’uva cresce». Ma non finisce qui. «Vogliamo portare questo approccio anche ad altre realtà come la nostra. Attualmente gestiamo 2,7 ettari di terreno. Abbiamo già iniziato la conversione nel corso degli ultimi anni e il nostro obiettivo è di convertire entro il 2028 tutta la superficie».

Seconda qualificata a Boldbrain 2023, la startup Cognitive Inspect, fondata da Dario Mantegazza nell’ambito della ‘predictive maintenance’, ovvero «l’insieme di tecnologie e processi che permettono alle aziende di monitorare vari asset, macchinari e siti, raccogliendo dati ed evitando problemi risolvendo i guasti prima che avvengano e sostituendo le componenti necessarie». Negli anni, rileva il fondatore, «sono state scoperte nuove tecnologie per la ‘predictive maintenance’, ma questi tipi di tecnologia sono ancora limitati a specifici problemi e specifici punti di ispezione, lasciando il resto dei macchinari a un controllo manuale. Con Cognitive è invece possibile trovare anomalie anche se non sono state viste prima su questi asset, risolvendo il problema dell’automazione. I nostri competitor non riescono a fornire una soluzione automatizzata e senza la necessità di conoscere i problemi a priori, come riusciamo a farlo noi».

‘Portare una maggiore diversità di genere nell’imprenditorialità’

Sul tema delle opportunità di genere è intervenuta la cofondatrice e presidente di Fe+Male Think Tank Patricia Montesinos, che ha illustrato come, «comprendendo il pregiudizio inconscio nelle decisioni di investimento, sia possibile portare una maggiore diversità di genere nell’imprenditorialità». Sulle opportunità di investire in startup al femminile si sono inoltre confrontati durante una tavola rotonda Marco Nannini, Ceo di Impact Hub Milano e vicepresidente di Angels for Women, Valentina Venturi, cofondatrice di Effetto Venturi, Jacqueline Ruedin Rüsch, fondatrice e Ceo di Privilège Ventures Sa e Montesinos. Dalla tavola rotonda è emerso che attualmente “le startup fondate da sole donne devono confrontarsi con una serie di pregiudizi culturali, spesso inconsci, che rendono il percorso di riuscita più difficile, soprattutto per quanto concerne la ricerca di investimenti. Investimenti che, secondo gli studi più recenti, risultano meno della metà quando si parla di startup al femminile rispetto a quelli destinati a progetti lanciati da uomini”. Una questione comunque già nota: “Sono sempre più numerose le iniziative che intendono contrastare questo stato di cose”.

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