Economia

Il mercato dell’arte cresce, anche in Ticino

Valore degli scambi in crescita a livello locale e globale. A guidare l'ascesa è l'arte più costosa

(Keystone)
7 aprile 2023
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Il mercato dell'arte si è mostrato in ulteriore crescita nel 2022, con vendite globali stimate a 67,8 miliardi di dollari (circa 62 miliardi di franchi), il 3% in più dell'anno prima e un livello superiore a quello registrato prima della pandemia. Una crescita che ha interessato anche la Svizzera. Secondo il settimo rapporto annuale pubblicato da Art Basel – entità del gruppo renano Mch, che allestisce fiere d'arte – e dalla banca Ubs, la performance è variata a seconda del settore, della regione e dei segmenti di prezzo, determinando una crescita complessiva interessante, ma più contenuta rispetto al 2021, quando il rimbalzo post-pandemico determinò un +8%. A stimolare il dato complessivo delle vendite è stata in particolare la fascia alta del mercato. Il volume delle transazioni ha invece registrato un incremento minimo, pari all'1%. Il mercato principale rimane quello statunitense (45%), seguono Regno Unito (18%) e Cina (17%), con i britannici che hanno scavalcato il colosso asiatico, penalizzato dal prolungarsi di draconiane misure anti-Covid.

E il Ticino come se la cava? La conferma di una tendenza positiva viene anche dalla piazza luganese. “Siamo soddisfatti, anche da noi si assiste a un ritorno alla situazione prepandemica per quanto concerne l’interesse per arte e gallerie”, ci dice Tecla Riva, alla guida di Kromya Art Gallery e presidente di Gallerie d'arte Lugano (Gal), neonata associazione volta a promuovere le attività culturali del settore che a breve organizzerà una prima mostra, di scultura, all'Asilo Ciani. Anche in Ticino sono i milionari a far girare il mercato dell’arte, come osserva Riva: “La disponibilità maggiore arriva da persone di reddito molto elevato, di conseguenza l’interesse tende a essere maggiore per opere e artisti caratterizzati da prezzi alti”. Una propensione che fa il paio con la preferenza per il mercato secondario, quello cioè di opere già scambiate sul mercato in precedenza (l’‘usato’, per così dire...). La guerra in Ucraina e le sanzioni che hanno colpito gli oligarchi russi non paiono aver causato grandi problemi, in un cantone in cui “i principali clienti sono svizzeri e italiani”.

Nft e online arrancano

A livello globale, la ripresa in grande stile delle fiere ha trainato la domanda, ridimensionando in valore relativo la fetta di mercato ascrivibile alle vendite online (scese dal 25 al 16% del totale). Il perché ce lo spiega proprio Riva: “L’e-commerce ha conosciuto un’accelerazione per cause di forza maggiore durante la pandemia, mentre ora la sua importanza è calata. Resta semmai centrale la vendita in galleria, dove si può coltivare il rapporto – per sua natura molto personale – con l’arte, potendo vivere l’opera, e conoscere gli artisti”. In galleria, insomma, “si costruiscono rapporti di fiducia, ma sono importanti anche le fiere per aprirsi a mercati più ampi e costruire nuove reti di relazioni con curatori, istituzioni e altri attori che sostengono il mondo dell’arte”.

Negli anni scorsi, anche il mondo della blockchain si è intersecato con quello dell'arte attraverso la vendita di Nft (non-fungible tokens): certificati di autenticità e proprietà legati allo sviluppo di opere digitali. Ora, però, l'entusiasmo appare grandemente raffreddato: l'anno scorso il mercato globale per l'arte Nft si è dimezzato a ‘soli’ 20 milioni di dollari. Dal suo osservatorio di Lugano, anche Riva nota che “gli Nft sono partiti con un grande slancio che ha preso un po’ tutti alla sprovvista, ma al momento attuale si vede un rallentamento. Diciamo che siamo in una fase di studio, stiamo un po’ tutti alla finestra per capire cosa succederà a medio-lungo termine”.

Buoni auspici per il 2023

In conclusione, malgrado le incertezze economiche e sociopolitiche, l'aumento delle normative sul commercio e la ripresa disomogenea dopo il coronavirus, “il rapporto di quest'anno sottolinea ancora una volta il dinamismo che continua a essere alla base del settore e la resilienza della domanda d'arte su base globale”, afferma il Ceo di Art Basel Noah Horowitz. “Nel 2022 abbiamo continuato ad affrontare sfide economiche, con l'inflazione che si mantiene alta, l'aumento dei tassi d'interesse e la caduta delle aspettative di crescita, ma i collezionisti hanno dimostrato una ricerca costante dell'arte, con vendite globali in aumento”, gli fa eco Paul Donovan, capoeconomista della divisione amministrazione patrimoniale di Ubs: “Il mercato globale dell'arte ha dimostrato la sua resistenza”.

Il 2023 si annuncia complesso, ma promettente. Alcuni galleristi citati nel rapporto appaiono preoccupati in particolare dalla spirale dei prezzi: “Quando salgono troppo presto – dice uno di loro – dove possono poi andare se non verso il basso? Una delle sfide principali ora è data da prezzi saliti troppo in fretta per artisti che non hanno ancora confermato il loro valore, con il collasso delle valutazioni che potrebbe risultarne”. Un punto sul quale, dalle nostre parti, insiste anche Riva: “Quando un artista raggiunge prezzi estremamente alti, poi è difficile che il mercato li confermi a lungo. È dunque sempre importante fare attenzione a queste bolle”. Ad ogni modo, la gallerista conclude con ottimismo: “Nel 2023 ci aspettiamo una buona annata”.

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