Economia

Il coronavirus costerà il 3% del Pil mondiale

Le previsioni del Fondo monetario internazionale confermano gli scenari peggiori: mai una situazione così dalla Grande Depressione del 1930

14 aprile 2020
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L'economia globale travolta dal coronavirus: il prodotto interno lordo (Pil) calerà del 3% nel il 2020, ovvero 6,3 punti percentuali in meno rispetto alle stime di gennaio. Lo prevede il Fondo monetario internazionale (Fmi) definendo il 'Great Lockdown', la grande chiusura, la recessione peggiore dalla Grande Depressione degli anni 1930 e decisamente peggio della crisi del 2008 (Pil -0,1%). Per la Svizzera, il Fmi stima che l'economia elvetica si contrarrà del 6,0%, dopo essere cresciuta dello 0,9 nel 2019, mentre nel 2021 ci sarà una ripresa con il Pil in aumento del 3,8%.

Assumendo che la pandemia svanisca nella seconda metà dell'anno, il Fondo prevede per il 2021 un Pil in crescita del 5,8% nel mondo. Ma "i rischi sulle prospettive sono al ribasso", avverte il Fmi nell'aggiornamento del World Economic Outlook.

Una contrazione del Pil del 3% quest'anno e una parziale ripresa nel 2021 con una crescita del 5,8% sono lo "scenario di base" tenendo conto che la pandemia svanisca nella seconda metà di quest'anno. Se così non fosse, afferma il capo economista del Fmi Gita Gopinath, la contrazione sarebbe ben peggiore. "Se la pandemia non si dirada nella seconda parte dell'anno" il Pil mondiale potrebbe calare "di più: un ulteriore 3% nel 2020 se la pandemia si protrarrà di più quest'anno. Se la pandemia continuasse nel 2021" il Pil "potrebbe calare di un ulteriore 8% rispetto al nostro scenario di base".

"I paesi devono continuare a spendere generosamente sui loro sistemi sanitari. Mentre l'economia è ferma la politica deve anche assicurarsi che la popolazione sia in grado di centrare i proprio bisogni e le imprese siano in grado di partire una volta che la fase acuta della pandemia è passata - mette in evidenza Gopinath -. Le ampie, tempestive e mirate politiche di bilancio e monetarie già prese sono state ancora di salvezza per le famiglie e le imprese. Questo sostegno deve continuare durante la fase del contenimento per minimizzare le cicatrici che potrebbero emergere dai deboli investimenti e dalle perdite di posti di lavoro".

"Siamo di fronte a una forte incertezza su quanto accadrà. Le risposte politiche nazionali e internazionali devono essere forti, dispiegate rapidamente e ricalibrate con l'emergere dei dati".

Europa

Il Pil di Eurolandia calerà nel 2020 del 7,5% per poi salire del 4,7% nel 2021, stima il Fmi nell'aggiornamento del World Economic Outlook, prevedendo per la Germania e la Francia contrazioni quest'anno rispettivamente del 7,0% e del 7,2%.

Il Pil spagnolo è atteso calare dell'8%, mentre quello britannico del 6,5%. Il 2021 sarà l'anno della ripresa con la locomotiva tedesca che segnerà una crescita del 5,2%, mentre la Francia del 4,5%. Per la Spagna è previsto un Pil in aumento del 4,3%, e per la Gran Bretagna del 4,0%.

L'economia italiana si contrarrà quest'anno del 9,1% a causa del coronavirus dopo essere cresciuta dello 0,3% nel 2019, ritiene il Fmi, secondo il quale nel 2021 ci sarà una ripresa, con il Pil in aumento del 4,8%. Rispetto a gennaio 2020, le previsioni per l'Italia nel 2020 sono state riviste al ribasso del 9,6%, mentre quelle per il 2021 sono state alzate del 4,1%.

rispetto all'Italia, nella zona Euro, fa peggio solo la Grecia con un pPil in calo del 10%.

"Nell'area euro, dove diversi paesi sono stati colpiti duramente" dal coronavirus, "un significativo sostegno europeo mirato a questi paesi dovrebbe essere complementare agli sforzi nazionali", afferma il Fmi, sottolineando che gli aiuti mirati aiuterebbero a far fronte ai bisogni di finanziamento legati a "uno shock comune molto forte e puramente esogeno".

"Le ricadute economiche riflettono shock acuti in particolari settori e per questo la politica deve attuare misure di bilancio e monetarie mirate a sostegno di famiglie e imprese. Le risposte di bilancio nei paesi colpiti sono state rapide e consistenti in diverse economie avanzate (come Australia, Francia, Germania, Italia, Giapponese, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti)" afferma il Fmi, secondo il quale le misure di bilancio dovranno essere rafforzate nel caso lo stop dell'economia sia persistente o la ripresa delle attività troppo lenta. "Una forte cooperazione multilaterale è essenziale per superare gli effetti della pandemia, inclusi aiuti finanziari ai paesi che hanno limiti di azione e sono presi fra lo shock sanitario e quello di reperire risorse".

"In alcuni parti dell'Europa l'epidemia è stata severa quanto nella provincia di Hubei in Cina. Anche se è essenziale per contenere il virus, le chiusure e le restrizioni dei movimenti pesano sull'attività economia e avversi effetti sulla fiducia possono ulteriormente pesare sulle prospettive economiche", mette in evidenza il Fmi.

Stati Uniti

Il Pil statunitense calerà quest'anno del 5,9% per poi crescere del 4,7% nel 2021, stima inoltre il Fmi rivedendo al ribasso del 7,9% le previsioni per il 2020 rispetto a gennaio, ma alzando del 3,0% quelle per il 2021. Il tasso di disoccupazione è atteso salire del 10,4% nel 2020 e scendere al 9,1% nel 2021.

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