Economia

Il consulente robot non piace alla clientela

Uomo batte macchina: la Banca cantonale di Glarona termina a fine novembre il progetto Investomat

Keystone
25 settembre 2019
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Uno a zero per l'uomo sulla macchina: agli svizzeri sembra non piacere molto il robot in ambito bancario, perlomeno nella consulenza patrimoniale. È rimasto infatti finora limitato il volume di denaro amministrato attraverso i processi automatici. E uno dei pionieri del settore, la Banca cantonale di Glarona (GLKB), ha deciso di staccare la spina a un suo prodotto.

Avviato all'inizio del 2015, il progetto Investomat vedrà termine alla fine di novembre, ha indicato oggi la GLKB. L'istituto - che nel 2014 è sbarcato in borsa - motiva la decisione con la scarsa domanda da parte della clientela e con la diffusione ancora contenuta in generale in Svizzera dei cosiddetti "robo advisor" (consulenti finanziari online senza o con poco intervento umano).

Visto che il volume d'affari non è evoluto in linea con le aspettative la banca ha optato per mettere fine all'iniziativa, spiega all'agenzia finanziaria Awp il presidente della direzione Hanspeter Rhyner. "A quanto sembra gli svizzeri non sono disposti ad affidare denaro a una piattaforma internet".

Il manager non ha voluto rivelare quanto denaro la banca abbia investito nel suo Investomat, ma ha fatto presente come ben diverso si sta rivelando la situazione per l'offerta di ipoteche online. L'Hypomat - questo il nome - è un chiaro successo, ha spiegato Rhyner.

Se il mercato dei mutui sottoscritti sul web sta prendendo piede, quello degli investimenti nello stesso spazio virtuale stenta a decollare. A oltre cinque anni dall'introduzione dei primi "robo advisor" i patrimoni amministrati in Svizzera dovrebbero difficilmente ammontare a più di 500 milioni: in confronto al totale ci si muove nell'ordine dei per mille, sottolinea Andreas Dietrich, professore all'Istituto servizi finanziari della Scuola universitaria professionale di Lucerna.

Anche la banca online Swissquote ha dovuto ridurre notevolmente l'obiettivo iniziale di raggiungere entro la fine del 2020 il miliardo di franchi svizzeri di attivi gestiti dal robot. Ora il traguardo è di 400 milioni, ha indicato in agosto il Ceo Marc Bürki in occasione della presentazione dei dati semestrali. A metà del 2019 il volume era di circa 225 milioni.

Più ottimista si dichiara True Wealth, impresa lanciata nel 2013 che afferma di avere patrimoni amministrati di oltre 200 milioni di franchi. "Continuiamo a crescere ogni giorno e non vediamo un rallentamento, tutt'altro", afferma il presidente della direzione Felix Niedererer. Nella prima metà dell'anno l'impresa ha raggiunto la zona utile a livello di risultato operativo EBITDA. La società vuole però continuare a investire nel futuro.

Secondo Dietrich, specialista di fintech, a fallire non è tanto la macchina, ma l'uomo. "A mio avviso l'Investomat era un buon prodotto a un giusto prezzo." Ma l'ignoranza di molti potenziali investitori è ancora grande. Anche per Niedererer molti non conoscono ancora le soluzioni di investimento digitali.

Stando a Dietrich gli svizzeri continuano però anche ad apprezzare il fatto di ricevere proposte di investimento da un proprio consulente personale. In futuro quindi potrebbe affermarsi un modello ibrido, che combina elementi digitali con la consulenza personale. Pure la stessa GLKB vuole affidarsi a soluzioni miste: "questo elemento da noi va benissimo", afferma Rhyner.

Anche se il "robo advisor" rimarrà un prodotto di nicchia avrà un futuro in Svizzera, si dice convinto Dietrich. A fungere da modello potrebbero essere la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, dove un'azienda come Vanguard gestisce miliardi. Stando al professore anche la Germania ha un buon potenziale.

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