Culture

FestivalLibro, elogio dell’inquietudine

Dal 28 febbraio al 3 marzo Muralto torna ‘cittadella del libro’ tra incontri, film e atelier. Tra gli ospiti, Mauro Corona e Melania Mazzucco

Melania Mazzucco e Mauro Corona
(Keystone/Wikipedia)
20 febbraio 2024
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Dicesi “spin off” un’opera derivata tratta da una principale. Così Stefano Gilardi, presidente di FestivalLibro, definisce l’opera derivata, dove la principale è il Locarno Film Festival. Dal 28 febbraio al 3 marzo, Muralto torna a essere “cittadella del libro”, come la chiama lui, o anche “il salone del libro della Svizzera italiana”. Il tema dell’edizione 2024 è ‘Inquietudini’, “intese non come segnale di debolezza – spiega Renato Martinoni, direttore artistico di FestivalLibro –, ma come invito a credere negli ideali, a nutrirsi di belle cose. Come i libri». Detto con parole di Luigi Pedrazzini, in nome e per conto del Locarno Film Festival di cui è neovicepresidente, FestivalLibro è “la lettura come premessa per continuare a capire e sperare, anche in tempi difficili come questi”.

Tra le righe

Incontri, presentazioni di libri, film, e un contenitore che include atelier, spettacoli, mostre e illustrazioni. Sono le quattro sezioni di cui FestivalLibro si compone. Due dei film, introdotti da Daniela Persico, consulente del Locarno Film Festival, affiancano gli incontri con i due nomi di grido: Mauro Corona, scrittore, alpinista e scultore, ospite venerdì primo marzo, e il Premio Strega 2003 Melania Mazzucco, sabato 2 marzo. Al primo si accompagna la visione di ‘Sur les chemins noirs’ (A passo d’uomo) di Denis Imbert, alla seconda il film da lei ideato e scritto, ‘Tintoretto. Un ribelle a Venezia’, approdo naturale di due sue pubblicazioni sul pittore veneziano.

Cronologicamente parlando, FestivalLibro prende il via mercoledì 28 febbraio con il ricordo di Piero Bianconi a quarant’anni dalla morte, con interventi del direttore artistico, del presidente dell’Assi Mattia Bertoldi e di Lorenzo De Carli, responsabile del portale lanostraStoria.ch. Il giorno dopo, l’incontro dei liceali locarnesi con lo scrittore Eugène Meitz; il primo marzo, alcune classi dei licei di Locarno e Bellinzona incontreranno Meral Kureyshi, nella duplice realizzazione della tanto sognata, da molti, possibilità di conoscere l’autore del libro appena letto. ‘Le inquietudini del lupo’ è l’incontro del 29 febbraio alle 18 che parte da ‘Orsi, lupi e linci in Ticino’, libro di Marzio Barelli; spazio anche, alle 20, a ‘Ticinesi a Parigi’ di Lorenzo Planzi. All’insegna degli incontri è anche la postfazione a FestivalLibro, sabato 9 marzo: ‘Scrivere nella provincia’ è il dibattito pubblico sul rapporto tra vitalità della produzione letteraria e accoglienza da parte della critica e del giornalismo.

Per le numerose presentazioni di libri, con ampia finestra sugli scrittori di casa nostra, visibilità che è uno dei claim di FestivalLibro, si rimanda a www.festivallibro.ch., non senza aver detto della presenza, sabato 2 marzo, di Claudia Quadri, con il suo ‘Infanzia e bestiario’, fresco di Premio svizzero per la letteratura. Quanto alla sezione atelier e affini, il focus sull’illustrazione e il laboratorio di stampa col torchio, tra le altre, sono occasioni anche e soprattutto per i bambini ai quali i libri paiono piacere assai, visto il boom che fa registrare la letteratura per l’infanzia.

L’intervista

‘Non letterario, bensì del libro’

Per modalità, attrattiva e riscontro di pubblico, FestivalLibro non sembra lontano dal festival letterario tout court. A margine della presentazione, Renato Martinoni tiene però a confermare l’identità ‘libraria’ del tutto: «Non vorrei che il nostro evento venisse visto come un antagonista ai festival di letteratura che in questo cantone già esistono», ci spiega. «Chiarisco un eventuale malinteso: nel 2018 ricevetti una chiamata da Marco Solari che, nel ricordarmi i già esistenti ‘Eventi letterari’ e ‘L’immagine e la parola’ legati al Locarno Film Festival, mi chiedeva di immaginare qualcosa al servizio dell’editoria della Svizzera italiana. Il nucleo dell’idea partorita furono, e ancora sono, i libri e il fatto che si possano trovare sul posto è stimolo aggiunto». Aggiunto ai nomi di Corona e Mazzucco, così come lo scorso anno fu per quelli di Erri De Luca e Paolo Cognetti, ma anche al dietro le quinte sul mondo dell’editoria che a Muralto viene anche per parlare di regole e strategie: «Conoscere un editore è interessante, sentirsi spiegare cosa lo muove in questo settore e quali sono le sue inquietudini, riallacciandoci al tema di quest’anno».

Il Martinoni che vuole inquietarsi positivamente ha in Mauro Corona il tramite fra il tema della montagna, con il quale FestivalLibro ha esordito, e quest’ultimo. E la pacatezza del Martinoni applicata all’esplosività del Corona sposa in pieno l’inquietudine: «Sono un po’ preoccupato (ride, ndr). Da come lo si vede in televisione, Corona può risultare un personaggio imprevedibile, ma da quello che so, è diverso da come si presenta sul piccolo schermo. E comunque non sarò io a togliergli la parola. L’imprevedibilità è messa in conto, ben venga, ma sono fiducioso”. I temi, assicura, non mancheranno: «A partire dalla montagna, perché noi siamo un Paese di montagna. Sarà interessante capire in che modo un uomo che vive tra le montagne si senta cittadino di un mondo alpino, non di un mondo nazionale o nazionalistico. Le Alpi hanno una storia plurisecolare che va oltre i confini e le guerre». Lo stesso vale per Melania Mazzucco: «Vorrò parlare con lei di arte, del pittore che diventa materia di romanzo», ciò che per Martinoni fu il Ligabue de ‘La campana di Marbach’ e per la scrittrice italiana il cospicuo tomo sul Tintoretto. «Saranno due occasioni per lasciarci sorprendere, ma non farò discorsi da critico letterario. Voglio che i due ospiti non rispondano a me, ma al pubblico».


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Renato Martinoni

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