Culture

È morto il giornalista e scrittore Luca Goldoni

Cronista di nera e inviato di guerra, aveva 95 anni. Nel '68, per aggirare la censura sovietica, dettò la corrispondenza da Praga in dialetto parmigiano

1928-2023
(Wikipedia)

Si è spento all'hospice di Casalecchio di Reno (Bologna), dove era stato ricoverato per un peggioramento delle sue condizioni di salute. Luca Goldoni, giornalista e scrittore italiano, aveva 95 anni. Fu cronista di nera e inviato di guerra, firma di testate come Corriere della Sera, QN, Il Resto del Carlino, il Giorno, la Nazione. Passò dal giornalismo alla storia, ma fu anche arguto e ironico osservatore dei costumi italiani. Tra i premi vinti in carriera, il Libro d'oro, per aver superato i tre milioni di copie vendute con i suoi titoli e la Palma d'Oro al salone dell'umorismo per ‘Non ho parole’.

Nato a Parma nel 1928, Goldoni iniziò per il quotidiano della sua città, la Gazzetta di Parma e lavorò in seguito a Bologna per il Resto del Carlino. Tra le tante storie della sua carriera, quella per cui nel 1968 dettò la corrispondenza da Praga, dopo l'invasione dei carri armati sovietici, in dialetto parmigiano. Lo aveva ricordato lui stesso nel maggio del 2021: “La stampa di mezzo mondo affollava gli alberghi da cui telefonare i pezzi. Mi accorsi subito che appena trasmettevo frasi sgradite ai russi, cadeva la linea. Da una rapida indagine risultò che ogni centralino era presidiato da un detective sovietico poliglotta. Capiva perfettamente anche l'italiano e censurava inesorabilmente ogni testo. La reazione me la suggerì il collega più anziano e più illustre, Egisto Corradi: ‘Fatti passare un tuo conterraneo della redazione e dettagli in dialetto’. Ricordo nitidamente l'attacco del primo pezzo telefonato a Cesare Turrini: ‘In co‘ un blindè ha mazzè un puten’ (oggi un blindato ha travolto un bambino)”.

Fra i suoi libri ‘Lei m'insegna’, ‘È gradito l'abito scuro’, ‘Italia al guinzaglio’, ‘Il sopravvissuto’ (premio Fenice Europa), ‘Il mare nell'anima’, ‘Cioé’, ‘Tranelli d'Italia’ e ‘Francesco Baracca’, scritto con il figlio Alessandro, anch'egli giornalista.

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