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Morisoli: ‘Il Decreto sul pareggio si potrebbe prorogare al ’27’

Il capogruppo Udc sul Consuntivo: ‘Conti in ordine nel ’25 solo con la macelleria’. Durisch: ‘Il no alla riforma fiscale aiuterebbe il rientro’

Botta e risposta. E novità...
(Ti-Press)
11 aprile 2024
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«Tutti gli indicatori peggiorano, meno del previsto ma peggiorano: non siamo per niente sulla via della guarigione», commenta così il Consuntivo 2023 il capogruppo dell’Udc Sergio Morisoli. Ciò detto, «è l’ennesima dimostrazione che bisogna agire sulla spesa e non sulle entrate, perché quelle tengono: i soldi sono calibrati bene ed entrano, è come escono il problema». Di certo, «le fantasie di spesa e investimenti che nascono ogni settimana non facilitano il compito», afferma ancora Morisoli. Padre del famoso Decreto per il pareggio dei conti entro il 2025... «A questo punto – spiega – si potrebbe valutare una proroga fino al 2027, perché indipendentemente da questo Consuntivo a meno che non si voglia andare a far macelleria sociale non sarà col Preventivo 2025 che si arriverà al pareggio. Vedendo questo e vedendo la bontà del Decreto, che ha impedito di alzare le imposte, auspichiamo che il governo abbia capito la lezione che tirare in lungo con le cose non serve a niente... così avrebbe i preventivi ’25, ’26 e ’27 per arrivare al pareggio ma facendo davvero i compiti, e noi manterremmo la giusta pressione sulla spesa senza aumentare le imposte».

Gianella: ‘A caldo non vorrei fosse un alibi...’

Proposta di proroga o Decreto Morisoli ‘bis’ che non scalda più di tanto il Plr: «Valuteremo quando e se verrà fatta questa iniziativa – risponde la capogruppo Alessandra Gianella –, ma così a caldo non vorrei fosse un alibi che porterebbe, sapendo che si ha più tempo, a non affrontare una situazione che resta grave e urgente rimandando ogni discussione». Sul Consuntivo Gianella sottolinea che «al più presto sarà importante, e spero si arrivi veramente a compiere questo sforzo che da tempo diciamo essere necessario, di concentrarci su un serio rientro dal deficit. Dovranno essere prese delle misure, e magari lavorando in anticipo ci renderemmo la vita più semplice rispetto al Preventivo per il 2024».

In casa Lega, il deputato Andrea Sanvido osserva che «si tratta di cifre e indicatori da guardare bene, in commissione faremo sicuramente delle domande in particolare sui mandati pubblici. Concentreremo le nostre osservazioni sulla spesa per gli asilanti non rimborsata dalla Confederazione, sui sussidi agli stranieri in particolare non domiciliati, sul freno dell’aumento del personale cantonale. E verificheremo come è stato applicato il blocco delle sostituzioni del personale».

Durisch: ‘Colpa degli sgravi’

Secondo il capogruppo dei socialisti in Gran Consiglio Ivo Durisch, il Consuntivo «presenta un disavanzo più contenuto di quello che ci si poteva attendere, in particolare dopo il mancato versamento dei soldi della Banca nazionale: un risultato da ricondurre anche e soprattutto alle misure di risparmio di competenza del Consiglio di Stato e che quest’ultimo ha applicato nel 2023. Parliamo di tagli che in alcuni settori, come per esempio il socio-sanitario, si sono rilevati molto dolorosi: tra le misure, la non sostituzione del 20% del personale e l’attesa di sei mesi prima di procedere a rimpiazzare i dipendenti che per un motivo o per l’altro avevano lasciato». La situazione finanziaria del Cantone «continua a non essere sana, per sgravi fiscali insostenibili praticati nel passato anche recente. E allora per far quadrare i conti si fanno i tagli, cosa che a noi non sta assolutamente bene». E ancora: «Bocciando la riforma fiscale (in votazione popolare il 9 giugno, dopo la riuscita del referendum, ndr.) e considerato il ritorno, come d’altronde deciso a suo tempo dal Gran Consiglio, al 100% del coefficiente d’imposta cantonale, si arriverebbe al pareggio di bilancio in pochi anni, senza tagli alla socialità e in altri settori sensibili».

Agustoni: ‘Non serviranno tagli draconiani’

«Se pensiamo all’evoluzione dei preconsuntivi – rileva il capogruppo del Centro Maurizio Agustoni – il risultato odierno non sorprende: è in linea con quello che veniva più o meno ipotizzato, e cioè un progressivo avvicinamento ai 120 milioni di disavanzo ed è quello che è avvenuto. È chiaro: non c’è alcun motivo di soddisfazione, però 120 milioni di deficit non sono i 250 o i 300 milioni paventati l’anno scorso, quando già allora noi del Centro dicevamo che si faceva dell’allarmismo ampiamente esagerato. E questo risultato lo conferma. È un deficit che secondo me ci dà un po’ le dimensioni di quello che dovrebbe essere il margine di intervento nell’ambito del risanamento dei conti dello Stato. Non stiamo parlando di rientrare di 200 o di 300 milioni, ma di 80 o 100 milioni. Se le entrate hanno tenuto, come sembra, l’equilibrio dei conti lo si può ottenere con un contenimento della spesa tra il 2 e il 2,5 per cento di quella corrente. L’audit esterno e indipendente sulla spesa pubblica, in preparazione del quale la cabina di regia dovrebbe iniziare i propri lavori nelle prossime settimane, potrà sicuramente darci delle indicazioni utili». Insomma, conclude Agustoni, «nessuno fa salti di gioia per questo deficit di 120 milioni, tuttavia è un ordine di grandezza che ci permette di guardare al risanamento dei conti del Cantone non dico con tranquillità, ma con almeno la consapevolezza di non dover aumentare le imposte e di non dover fare tagli draconiani che mettono in discussione le prestazioni soprattutto per le persone più fragili, due linee rosse per noi invalicabili».

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