Ticino

Si veleggia verso il sì a un Preventivo che non piace a nessuno

Tra la consueta fiera di metafore e un dibattito anestetizzato dal dover accettare ciò che si contesta, il Gran Consiglio discute i conti per il 2024

Le discussioni riprendono domani
(Ti-Press)
5 febbraio 2024
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Il Gran Consiglio è sempre più vicino al votare un Preventivo 2024 che non piace a nessuno, e che arriverà ad avere una delle maggioranze più grottesche degli ultimi anni. Ma è lo spirito del tempo. Il primo giorno di dibattito, dove si è discussa l'entrata in materia e sta avendo luogo l'analisi dipartimento per dipartimento, non ha fatto altro che ribadire quanto già si sapeva: non siamo messi bene.

Guerra (Lega): ‘Questa nave deve arrivare in porto’

«Dobbiamo passare dal caos all’ordine, non possiamo restare alla deriva per qualche milione di franchi di differenza. Bisogna attraccare al porto della stabilità». È con una serie infinita – e a tratti tortuosa – di metafore tra il mitologico e il marinaresco che il presidente della Commissione della gestione, il leghista Michele Guerra, ha presentato il rapporto di maggioranza. Rapporto che esclude il taglio ai sussidi di cassa malati ma che prevede il contributo di solidarietà per i dipendenti pubblici e la mancata sostituzione del personale nella misura del 20%. E porta il disavanzo previsto a -122 milioni di franchi. «Ci troviamo al timone della nave Ticino e non dobbiamo salvare solo il legno e le vele, ma anche il suo carico, che sono i sogni e le speranze dei cittadini». Chiaro quindi il richiamo ai deputati di Lega, Centro e Plr: «Se la maggioranza si terrà a quanto ha firmato, ricordandosi che il compromesso è la soluzione migliore, il Preventivo sarà al sicuro. Ognuno dei tre schieramenti ha fatto un passo indietro, capendo che serve issare le vele e partire, seppur più lentamente, verso il risanamento». Anche perché, ricorda Guerra, «subito dopo l’attracco dovremo riprendere responsabilmente il percorso verso il riequilibrio delle finanze per evitare, appunto, il caos».

Durisch (Ps): ‘Sussidi salvi perché c’è la paura del voto sulla riforma fiscale’

«Qui dentro il Palazzo magari un accordo lo avete anche trovato, ma il caos è là fuori» replica pungente il capogruppo socialista Ivo Durisch, relatore di uno dei due rapporti di minoranza. «Non si può chiedere un sacrificio ai lavoratori. La responsabilità della fragilità delle finanze pubbliche è della politica. In Ticino – ribadisce Durisch – le risorse ci sono. Siamo il cantone dove il numero di persone facoltose è aumentato maggiormente. Con i continui tagli e regali fiscali si mette però a rischio la qualità dei servizi erogati». Chiara la richiesta del rapporto sostenuto anche dai Verdi: stralciare tutte le misure di risparmio contenute nel messaggio del Consiglio di Stato e mantenute nel rapporto di maggioranza. «I tagli ai sussidi di cassa malati sono stati tolti dalla maggioranza borghese. Ma solo perché temono il referendum sulla riforma fiscale. Quello che non hanno fatto quest’anno – avverte il capogruppo del Ps – verrà fatto l’anno prossimo». Tra le misure contestate dalla sinistra c’è soprattutto la mancata sostituzione del personale. «La misura contenuta nel rapporto di maggioranza è ancora più grave di quella proposta dal governo. Rendere definitive le mancate sostituzioni, e soprattutto estenderle anche oltre al piano dei posti autorizzati, è qualcosa di cinico e colpisce soprattutto la formazione».

Galeazzi (Udc): ‘La ranocchia rischia di fare... puff’

«Io invece parlo di anfibi», esordisce Tiziano Galeazzi, relatore del rapporto di minoranza targato Udc. «Quando la ranocchia si gonfia rischia di esplodere. Fa ‘puff’. Ecco, noi non siamo molto distanti dal ‘puff’. In Cina – spiega il deputato Udc – è l’anno del serpente, da noi rischia di essere quello della ranocchia». Passando al contenuto del rapporto, Galeazzi ricorda le tre proposte democentriste: bloccare la spesa del personale, ridurre la spesa di beni e servizi e concedere una crescita massima netta dell’1% alle spese di trasferimento, i sussidi. «In tre pagine di testo portiamo un risparmio di 80 milioni di franchi». Dall’Udc arriva poi l’invito al Consiglio di Stato «di abituarsi a ragionare su due Preventivi. Uno che tiene conto dei dividendi della Banca nazionale e l’altro che invece ragiona, anche sulle uscite, senza di essi».

Va all’attacco, in difesa del suo Dipartimento e dei suoi collaboratori, la direttrice del Decs Marina Carobbio. «C’è un tema che va affrontato subito, prima del voto sul Preventivo. Cosa si intende nel rapporto di maggioranza – chiede la consigliera di Stato rivolgendosi al suo relatore, Michele Guerra – con la mancata sostituzione del 20 per cento dei dipendenti nei settori non regolati dal ppa? In questa categoria rientra una fetta importante dei dipendenti dello Stato, in particolare nella formazione. L’impatto potrebbe quindi essere ingente, ma questo non è ancora stato spiegato». E quindi rilancia sollevando una serie di dubbi essenziali: «Non è chiaro quali leggi o parametri vadano modificati. Non è chiaro cosa si intenda con ‘dipendenti partenti’. Come responsabile del Dipartimento dell’educazione – sottolinea Carobbio – non posso non prendere posizione su una misura che rischia di peggiorare la qualità della formazione».

Parte facendo un passo indietro il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta: «Nel complesso gli ultimi sette anni siamo riusciti a chiuderli in pareggio. Dal 2020, come noto, si è venuta a creare una situazione instabile. Il disequilibrio dei conti pubblici non è una particolarità del nostro cantone. Riguarda anche la Confederazione, che è ritenuta virtuosa, ma pure altri Cantoni che stanno pianificando manovre di risparmio». Tornando al Preventivo 2024: «Abbiamo agito per contenere disavanzo e crescita della spesa. Il risultato è stato una crescita delle spese correnti dell’1,5%, più contenuto rispetto all’inflazione. Con la frammentazione politica delle ultime elezioni sapevamo che ci sarebbero state più difficoltà a costruire delle maggioranze. Difficoltà che devono però essere trasformate in opportunità. Questo perché – aggiunge Vitta – ci attendono anni difficili, la situazione finanziaria da sola non si riequilibrerà». Rimandare le scelte, afferma il direttore del Dfe, «significa accumulare debito e costi. Risorse che preferiremmo tenere nelle nostre disponibilità piuttosto che per pagare gli interessi agli istituti di credito».

«Siamo in un contesto di difficoltà, in una congiuntura sfavorevole. Già in passato abbiamo vissuto delle difficoltà, ma mai come ora. È come se in pochi anni avessimo vissuto un secolo», afferma il presidente del Consiglio di Stato Raffaele De Rosa. «Le prospettive finanziarie sono peggiorate. Appesantite anche dai minori introiti della Bns, che ha confermato il mancato versamento». Con due punti da cui partire: «Bisogna chiedere una perequazione intercantonale diversa per il Ticino e trovare, a livello cantonale, un maggiore dialogo per favorire delle convergenze».

Il Dibattito

Gianella (Plr): ‘Evitare il problema non è più la soluzione’

«Persistere nel pensare che la situazione finanziaria migliori da sola è illusorio, evitare e rinviare il problema non è più la soluzione: stiamo cadendo da un grattacielo e stiamo per schiantarci», attacca la capogruppo del Plr Alessandra Gianella, che se non stesse per premere il bottone verde sembrerebbe essere a un passo da fucilare un Preventivo che «non piace a nessuno, ha strappato un consenso minimo in Gestione ed è gravato da una valanga di emendamenti. A questo, aggiungo la mia delusione e il mio sconforto per la difficoltà nel riuscire a collaborare in un modo costruttivo». Si chiuderà a -122 milioni di franchi, 27 di disavanzo in più rispetto a quanto prospettato dal governo: «A molti piace giocare sul filo del rasoio, ma dove sta la responsabilità? Forse non è un concetto che va più di moda», afferma Gianella. Confermando che «non siamo soddisfatti né del Preventivo, né delle misure di rientro, né del risultato finale. Ci aspettavamo misure strutturali per contenere il deficit con un chiaro obiettivo a lungo termine, che rendesse i sacrifici più digeribili, un autentico percorso di risanamento». Invece niente, e in aggiunta «dei 52 milioni di misure di risparmio di competenza del Gran Consiglio, su 4 miliardi di spesa pubblica, ne sono rimasti meno di 30. Il problema non è risolto, è solo rinviato al Preventivo dell'anno prossimo». Dove «o si troverà un modo di risparmiare, o si dovranno aumentare le imposte. Abbiamo sempre rifiutato questa idea, coloro che rifiutano ogni proposta di risparmio senza proporre valide alternative spingono però in questa direzione». E sui tagli ai sussidi di cassa malati tolti dal rapporto di maggioranza, Gianella sottolinea: «Attendiamo una riforma del sistema, spendiamo quasi 400 milioni l'anno per 110mila beneficiari. È necessario aiutare chi ha più bisogno, ma altrettanto lo è renderci conto che non siamo in grado di pagare sussidi a chi ha redditi lordi di oltre 150mila franchi».

A ruota, sempre in casa liberale, interviene il presidente Alessandro Speziali che rinnova quanto detto davanti al Comitato cantonale del Plr la scorsa settimana: «Il debito non è un concetto astratto, ora siamo verso un piano inclinato che porterà all'aumento delle imposte. Una scorciatoia per noi pigra e sbagliata». Questo compromesso per Speziali «è un punto di partenza, la qualità di alcune misure è decisamente criticabile ma è il momento di guardare avanti e lavorare senza cedere alla demagogia di spinte politiche e partitiche che cercano posti al sole diminuendo le entrate e aumentando le spese, illudendo l'elettorato».

Agustoni (Centro): ‘Gestione e Consiglio di Stato hanno avuto le stesse difficoltà’

Per il Centro il capogruppo Maurizio Agustoni, dopo aver smontato (quasi) misura per misura la manovra di rientro, concede: «Occorre avere l'umiltà di riconoscere che al posto dei consiglieri di Stato noi difficilmente avremmo fatto un vestito diverso. La Gestione ha avuto le medesime difficoltà». Ma invita alla calma, Agustoni: «Visto che di incitamenti all'ansia ce ne sono già troppi, è giusto dire che la situazione dei conti è difficile ma non catastrofica. 120 milioni di disavanzo non sono una novità, e quando si parla di conti l'eccesso di allarmismo è altrettanto irresponsabile dell'eccesso di ottimismo. Si rischia di peggiorare la qualità di vita delle persone più fragili senza alcuna necessità». Quella su questo Preventivo, per Agustoni «è una discussione poco decisiva per il destino di molte persone. Non è imputabile all'andamento delle finanze cantonali il crollo della natalità, così come il fatto che i giovani assumono sempre più psicofarmaci. Mettiamo a posto i conti, ma il traguardo di una vita o di una società non risiede nel far quadrare la colonna delle entrate con quella delle uscite».

Bignasca (Lega): ‘Non accettiamo il sabotaggio di investimenti necessari’

Il capogruppo della Lega Boris Bignasca va a testa bassa sia contro la sinistra, sia contro gli alleati dell'Udc. Dai democentristi, non menzionati ma era palese anche ai sassi, «non possiamo accettare il sabotaggio di investimenti necessari, allo scopo di colpire questo o quel consigliere di Stato al fine di preparare il terreno per il proprio candidato». E per Bignasca «è sconcertante» che partiti che erano in liste che hanno eletto i membri del governo come Ps, Verdi e Udc «si siano smarcati fin da subito con rapporti dalle ben scarse possibilità. Troppo facile chiedere sussidi infiniti con soldi che non abbiamo e chiedere un risanamento senza sporcarsi le mani». L'adesione della Lega, «tutt'altro che convinta», è comunque vincolata «alla prospettiva di tagliare nel settore degli asilanti, al blocco delle sostituzioni per il 20% dei partenti nell'Amministrazione, al lavoro serio e urgente dentro lo Stato prima di andare a parlare di tagli ai sussidi di cassa malati».

Sirica (Ps): ‘È un Preventivo contabile, non politico’

Da sinistra, il copresidente del Ps Fabrizio Sirica è pronto alla pugna: «È un Preventivo non politico, ma contabile. Ci opponiamo perché le persone devono essere ascoltate, non essere trattate da voci di spesa. Prima di decidere chi sgravare, va fatta una seria analisi dei bisogni». E ancora: «Il Ticino deve essere un posto dove vivere, non sopravvivere o fuggire senza tornare. Se ci sono maggiori uscite, non è per scelta politica, ma perché serve una risposta al fabbisogno del Paese». Sirica difende i dipendenti pubblici, affermando che «per la maggioranza sono una vittima sacrificale, ma sono stufi della narrazione che li spaccia per privilegiati». L'accusa alla maggioranza è quella di «banalizzare una piazza che non è di sinistra, ma che ha visto sfilare liberali, un sindacato democristiano, la società tutta. Se continuerete su questa linea, questa frattura aumenterà, siamo solo all'inizio della tensione sociale».

Morisoli (Udc): ‘Un esempio di dinamica immorale, ingiusta e liberticida’

Al capogruppo dell'Udc Sergio Morisoli mancano solo la motosega del presidente argentino Javier Milei e l'“Afuera!” di ordinanza, quando stentoreo dichiara che «pareggiare i conti, frenare la spesa, evitare deficit, avere basse imposte non sono azioni contabili ma valori morali, principi di giustizia e garanzie di libertà. Senza interrompere il circolo vizioso che il desiderio di pochi arriva a diventare imposte ed espansione dello Stato, senza riequilibrare diritti e doveri, senza ridimensionare la burocrazia, stiamone certi, i conti diventeranno sempre peggiori: questo Preventivo è un esempio di dinamica immorale, ingiusta e liberticida».

La co-coordinatrice dei Verdi Samantha Bourgoin, dal canto suo, bocciando il Preventivo vede l'unica soluzione in «un patto di Paese che veramente obblighi governo e partiti a lavorare per il bene comune, non quello paventato da questo Preventivo». Amalia Mirante (Avanti con Ticino&Lavoro) boccia i conti «non per partito preso, ma perché è un compromesso che lascia tutto irrisolto, è una mano di vernice trasparente sui problemi nell'attesa messianica di chissà quale miracolo in arrivo dalla Bns». Sonora bocciatura anche da Roberto Ostinelli (HelvEthica), secondo cui «viviamo in un cantone assistenziale di stampo socialista, serve investire nel cittadino, nella scuola, in startup virtuose» e da Tamara Merlo (Più donne): «Volete finanze sane? Applicate la parità tra donne e uomini!». Lotta dura dall'estrema sinistra, con Massimiliano Ay (Pc) che parla di «casse svuotate dagli sgravi che portano a tagli di cui soffriranno tutti tranne gli alti redditi» e Matteo Pronzini (Mps) che ricorda come «siamo l'unico Cantone a non avere concesso il rincaro ai suoi dipendenti». Pollice verso anche dai Verdi liberali, che con Massimo Mobiglia parla di un «cerchiobottismo che rende inutile accettare un rapporto che scontenta molti».

Alla fine dell'analisi dei dipartimenti, comincerà la lunga discussione sugli oltre settanta emendamenti al Preventivo.

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