Ticino

‘La scuola ticinese ha risultati migliori, con meno risorse’

C'è soddisfazione al Dipartimento educazione cultura e sport per le cifre dell'indagine Pisa 2022. Berger: ‘Ottimizzare, ma non ridurre la qualità’

Risultati ottimi soprattutto in letteratura
(Ti-Press)
5 dicembre 2023
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I giovani studenti ticinesi sono i primi della classe a livello nazionale. E non solo. È quanto mostra l’indagine ‘Pisa 2022’, che confronta i risultati ottenuti dagli allievi 15enni in matematica, scienze e letteratura. Un dato che unito alla spesa media cantonale per la formazione – più bassa rispetto al resto della Svizzera – dimostra «l’ottimizzazione delle risorse e la bontà della nostra struttura scolastica», spiega Emanuele Berger, direttore della Divisione della scuola e coordinatore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs). «Dal momento che abbiamo sono state fatte le scelte giuste in passato, riusciamo a ottenere ottimi risultati anche con qualche risorsa in meno rispetto agli altri cantoni. Bisogna però fare attenzione – avverte Berger –. Quando si cerca di ottimizzare (riducendo le spese, ndr) bisogna badare a non superare determinate soglie. Il rischio è di ridurre la qualità dell’offerta scolastica. Va poi detto che gran parte del merito di questi risultati va al corpo docenti».

‘Una scuola inclusiva lavora meglio’

Un’offerta, quella ticinese, che dà i suoi frutti. Secondo l’indagine gli allievi del nostro cantone hanno competenze migliori dei colleghi confederati (soprattutto in letteratura) e presentano una percentuale inferiore di studenti che non raggiungono le competenze minime, specialmente in matematica. «I risultati Pisa non cadono dal cielo, sono frutto di scelte strutturali e didattiche. Abbiamo una scuola inclusiva e i dati dell’indagine, negli anni, dimostrano che gli esiti migliori vengono ottenuti da sistemi scolastici con questa impostazione». Dal punto di vista didattico da anni la scuola ticinese, soprattutto obbligatoria, ha puntato su una didattica per competenze, che si ipotizza abbia un ruolo nei risultati dell’indagine, che misura appunto le competenze. Eppure qualche differenza socioeconomica – ovvero i risultati ottenuti in base alla fascia sociale ed economica della propria famiglia – c’è anche in Ticino. «È vero, ma meno che nel resto della Svizzera», risponde Berger. «L’origine socioeconomica ha una correlazione anche con le scelte curricolari dei ragazzi. È un dato che non emerge da questo apporto, ma incide molto. Nei corsi attitudinali si trovano più allievi avvantaggiati dal profilo socioeconomico. Viceversa in quelli base abbiamo più studenti delle fasce basse della popolazione. Questo porta a un aumento delle differenze nel corso degli anni, che si amplificano nel post-obbligo».

Differenze socioeconomiche, in Ticino meno che nel resto della Svizzera

In Ticino, come detto, il fenomeno è più mitigato che nel resto della Svizzera. Un esempio: la differenza di punteggio in matematica tra fascia bassa e alta è di 86 punti in Ticino, nel resto della Svizzera sale a 117. «Il nostro modello scolastico ritarda la divisione curricolare tra allievi. In Svizzera interna avviene già dopo la sesta elementare, con i ragazzi che intraprendono programmi diversi in tutte le materie. Questo porta ad avere maggiori divisioni tra classi sociali per gli allievi di origine socioeconomica diversa». Il modello ticinese, precisa il direttore della Divisione della scuola, «interessa anche oltralpe. Siamo stati più volte invitati da associazioni di docenti, che vedono delle potenzialità».

Una contrazione rispetto al 2018 c’è però stata per quanto riguarda i risultati in matematica, anche se inferiore al resto del Paese. Questo si lega alla difficoltà nel reperire docenti? «Non direi. La carenza di insegnanti per questa materia c’è da tempo e la flessione dei risultati riguarda un po’ tutta Europa». Un motivo plausibile, dice Berger, «è l’ansia. Dallo studio emerge chiaramente che l’ansia legata alla matematica è in forte aumento nell’ultimo periodo».

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