Ticino

Formazione, spesa sotto la media ma esiti finali soddisfacenti

Presentato lo studio statistico ‘Scuola ticinese 2023’ che mostra come alcuni ambiti siano ancora da approfondire. Carobbio: ‘Strumento essenziale’

In sintesi:
  • Nonostante una spesa pubblica per l’educazione contenuta e inferiore alla media nazionale, il sistema educativo è complessivamente in buona salute
  • Fra gli aspetti da approfondire: borse di studio, transizione dalle scuole medie al post-obbligo, tassi di scioglimento dei contratti di tirocinio e impatto del genere sulle scelte
In Ticino si spende meno per la scuola rispetto ad altri cantoni
(Ti-Press)
16 novembre 2023
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Una spesa per l’educazione tra le più basse in Svizzera, ma con buoni esiti finali. Sono questi in pillole i risultati della panoramica di dati statistici ‘Scuola ticinese in cifre 2023’ esposti oggi 16 novembre dalla direttrice del Decs, il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, Marina Carobbio e dal responsabile del Servizio della statistica scolastica del Decs Michele Egloff. Giunto alla sua quinta edizione e presentato per la prima volta in conferenza stampa, il documento è stato definito dalla consigliera di Stato «un supporto essenziale che mostra varie sfaccettature del sistema scolastico ticinese. Si tratta di dati fondamentali per intercettare delle tendenze e permettere delle scelte politiche».

Buoni risultati nella maturità e all’università

Con ordine. «Nonostante una spesa pubblica per l’educazione inferiore alla media nazionale – spiega Carobbio –, il sistema educativo è complessivamente in buona salute». Lo dimostrano i dati. «Il Ticino – illustra Egloff – si distingue in modo particolare per il tasso di maturità entro i 25 anni che è ben del 58%, il più alto nel confronto intercantonale. Vuol dire che per ogni annata più della metà dei nostri giovani riesce a ottenere una maturità». Il nostro Cantone svetta poi nel confronto con gli altri sia con il secondo tasso di maturità liceale più alto (33%) che con il tasso di maturità professionale più alto (23%).

Per quanto riguarda il grado terziario universitario, il Ticino si conferma al secondo posto tra i cantoni con il tasso di diplomi più elevato ottenuto presso un’università svizzera o un politecnico federale con il 20% di diplomati tra la popolazione cantonale residente di pari età. A livello nazionale, gli studenti universitari ticinesi si fanno inoltre notare per una riuscita accademica sopra la media. «Il Canton Ticino – riprende Egloff – spicca anche particolarmente nella sua politica dell’aiuto allo studio per gli studenti del grado terziario universitario. Siamo il Cantone che fa di più per sostenere i giovani che iniziano l’università, con un tasso di beneficiari del 15% e una borsa media annua di 11mila franchi».

Alcuni ambiti da approfondire

Ci sono tuttavia anche alcuni ambiti da approfondire e sui quali lavorare. «Non si può dire altrettanto invece – relativizza il responsabile del Servizio della statistica scolastica – della politica ticinese delle borse di studio per quanto riguarda il secondario II. Il tasso di beneficiari è infatti di poco superiore al 5% e la borsa media annua si aggira intorno ai 5mila franchi. Il Ticino sembra essere uno di quei cantoni che non riconosce la politica delle borse di studio come uno strumento per promuovere la partecipazione dei giovani a questo grado di formazione».

Tra gli aspetti che meritano approfondimento vi è poi la questione dell’efficienza della transizione dalle scuole medie alle scuole post-obbligatorie. «Un dato che preoccupa particolarmente – sottolinea Egloff – è il tasso dei non promossi nelle scuole medie superiori». Nell’anno scolastico 2021/22 il 23% degli allievi di prima liceo e il 28% degli allievi di prima della Scuola cantonale di commercio di Bellinzona non sono infatti stati promossi. «Si tratta – commenta Egloff – di un trend abbastanza impressionante al rialzo».

Sul fronte della formazione professionale, «siamo il secondo cantone in Svizzera con il tasso di scioglimento dei contratti di tirocinio più alto, al 36%, più di uno su tre». Il tasso di rientro in un tirocinio in Ticino, pari all’80%, è invece in linea con la media svizzera.

I dati ribadiscono inoltre l’impatto ancora marcato del genere sulle scelte degli allievi, sia a livello di percorsi professionali e liceali, sia a livello di percorsi di studio di grado universitario. Le ragazze si orientano prevalentemente verso l’insegnamento, l’ambito sociosanitario e le scienze umane, mentre i ragazzi verso la costruzione, l’industria, la tecnica, l’informatica e le tecnologie innovative. «Questo dato – ammette Egloff – ci interpella viste tutte le grandi campagne e misure che da anni si cerca di promuovere e attuare per garantire le pari opportunità nelle scelte professionali».

Spesa pubblica nell’educazione minore rispetto ad altri cantoni

In Ticino si spende meno per la scuola rispetto ad altri cantoni, pur tenendo conto di aggiustamenti per appiattire alcune differenze strutturali con il resto della Svizzera. «Solo il 4,3% della spesa pubblica per l’educazione di Cantone e comuni rispetto al Pil cantonale – rileva Egloff – viene investito nel sistema educativo, piazzandoci nelle ultime posizioni nel confronto intercantonale. Similmente, solo il 23,3% della spesa pubblica complessiva è stata investita nel 2020 nell’educazione». E continua: «Negli ultimi trent’anni la spesa per l’educazione è più che raddoppiata, ma è interessante constatare come la proporzione della spesa pubblica nell’educazione rispetto alla spesa pubblica totale rimane costante». Anche per quanto concerne la spesa pubblica nell’educazione per ogni residente in età d’obbligo scolastico il Ticino si trova in penultima posizione nel confronto con gli altri cantoni.

Carobbio: ‘Spero che le discussioni sulla situazione finanziaria non intacchino gli investimenti’

Una spesa pubblica dedicata alla scuola così inferiore rispetto alla media nazionale in che aspetti si evidenzia? Rispondendo alle domande della stampa, Carobbio rileva che «un ambito è sicuramente quello delle pari opportunità legate alle borse di studio, che sono molto buone per la formazione fuori cantone ma ci sono anche tanti giovani che hanno percorsi formativi in Ticino, e bisogna vedere come raggiungere la media nazionale». In più, «c’è la necessità di superare i livelli, con la sperimentazione in corso, e poi anche garantire i risultati già raggiunti sull’inclusione: abbiamo un modello che è preso ad esempio da altri cantoni, e quindi servono mezzi sufficienti per continuare sulla strada intrapresa».

Sollecitata sulla manovra, sui tagli e sulla situazione difficile dei conti pubblici – e sulle possibili conseguenze per i fondi dedicati all’istruzione – Carobbio è netta: «Il sistema educativo ticinese è di qualità, ha bisogno di risorse ed è un investimento per il cantone e il suo futuro». Anche perché «parliamo spesso di giovani che lasciano il Ticino o non rientrano, se garantiamo un sistema formativo di qualità evidentemente formiamo persone che contribuiscono al benessere di tutto il cantone. Spero che le discussioni sulla situazione finanziaria non intacchino gli investimenti che, nella formazione, sono centrali».

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