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Il Consiglio federale a Marchesi: ‘Niente novità per AlpTransit’

L'Esecutivo risponde a un atto del consigliere nazionale Udc: nelle indicazioni di Cantoni e Ffs ‘non è stata rilevata la necessità’. Lui: ‘Resto basito'

13 novembre 2023
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Il documento ‘Prospettiva ferrovia 2050’, con cui il Consiglio federale il 16 agosto ha aggiornato sugli investimenti nel settore fino al 2035, non sarà aggiornato a breve termine né vedrà alcun nuovo progetto. Lo ribadisce lo stesso Esecutivo rispondendo a un’interrogazione del consigliere nazionale dell’Udc Piero Marchesi, il quale aveva chiesto lumi sul motivo per il quale “non sono state annunciate particolari novità per quanto riguarda il traffico viaggiatori nazionali e internazionali a lunga percorrenza lungo l’asse ferroviario nord-sud, in particolare a sud di Lugano”. Detta altrimenti, e senza uscire dal seminato dello stesso Consiglio federale: l’AlpTransit si fermerà a Lugano ancora per un bel po’. Anche perché “la necessità di ampliare il corridoio Lugano-Chiasso non è stata rilevata” nelle indicazioni di Cantoni e Ffs. E a Marchesi non è andata giù.

‘Gli adeguamenti riguardano progetti già approvati’

Con ordine. “La ‘Prospettiva ferrovia 2050’, gli adeguamenti della fase di ampliamento e la dichiarazione d’intenti tra Svizzera e Italia sono tre dossier distinti – premette il governo federale –. La prima è una strategia a lungo termine per l’ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria, la cui missione non è raccomandare la realizzazione o meno di progetti ferroviari, bensì fornire le basi per la pianificazione delle prossime fasi di ampliamento”. La risposta del Consiglio federale è secca: “Gli adeguamenti delle fasi di ampliamento comunicati lo scorso 16 agosto riguardano progetti già approvati dal parlamento, non è proposto alcun nuovo progetto”. Infine, “la dichiarazione d’intenti del 7 luglio 2023 tra Svizzera e Italia stabilisce a livello bilaterale gli obiettivi da raggiungere entro il 2035 sugli assi che uniscono i due Paesi. Da parte svizzera comprende solo progetti già approvati dal parlamento, ad esempio l’ampliamento delle gallerie di base del Lötschberg e dello Zimmerberg II”. In questo contesto, quindi, il Consiglio federale ritiene che “‘Prospettiva ferrovia 2050’ e la dichiarazione d’intenti siano compatibili, e non prevede di modificare la prima”.

‘Cantoni, Ffs e traffico merci indicano i propri obiettivi’. E manca AlpTransit

Finito? Eh no. Rispondendo alla domanda sulle tempistiche e sugli investimenti che si possono ipotizzare per il completamento di AlpTransit a sud di Lugano, l’Esecutivo afferma che la pianificazione dell’offerta e dell’infrastruttura “è un processo regolamentato per legge durante il quale i Cantoni (in quanto committenti), le Ffs (come gestori del traffico a lunga distanza) e il settore traffico merci indicano i propri obiettivi d’offerta che l’Ufficio federale dei trasporti esamina, valuta, mette in ordine di priorità e raggruppa in un programma d’offerta nazionale con catene di trasporti coordinate”. Ebbene: “Nell’elaborare la fase di ampliamento 2035 la necessità di ampliare il corridoio Lugano-Chiasso non è stata rilevata e sarà esaminata in una prossima fase di ampliamento”.

Marchesi: ‘Non so di chi siano le responsabilità, ma va appurato. Altrimenti si parla al vento’

Dopo aver letto questa risposta, il deputato al Nazionale e presidente cantonale democentrista Marchesi non ci sta e attacca: «Da più o meno tutto il Canton Ticino è stato chiesto il prolungamento a sud di Lugano di AlpTransit, e io condivido questo orientamento. Ma la risposta del Consiglio federale mi ha lasciato piuttosto basito». Non tanto per i contenuti, che dipendono largamente dalle leggi e dai regolamenti, ma perché «gira la responsabilità al Canton Ticino dicendo che la necessità di questo ampliamento non è stata formalizzata. C’è qualcosa che davvero non capisco – osserva ancora Marchesi –, le varie dichiarazioni non combaciano poi con le azioni concrete. Emerge che l’ordine dobbiamo farlo in casa: non so di chi siano le responsabilità, se siano del Cantone o delle Ffs. Ma sarebbe utile venirlo a sapere, e fare davvero quanto è necessario fare per ampliare l’AlpTransit. Altrimenti si continuerà a parlare nel vuoto».

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