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‘Giovani e lavori pericolosi, no all’autorizzazione eccezionale’

Il Consiglio di Stato risponde alla consultazione federale sull'impiego dei ragazzi dai 15 anni: ‘Serve una formazione specifica in azienda e a scuola’

Servono chiarimenti
(Ti-Press)
13 giugno 2023
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Non ci siamo. È questo, se si vuole, il riassunto della risposta del Consiglio di Stato ticinese alla Consultazione federale in merito alla modifica dell’ordinanza 5 concernente la Legge sul lavoro, quella che riguarda le deroghe al divieto dei lavori pericolosi per i giovani, di età superiore ai 15 anni, in programmi di preparazione alla formazione professionale di base.

Non ci siamo perché se “in termini generali salutiamo favorevolmente l’obiettivo della revisione, che mira a trovare una soluzione ai problemi emersi in relazione alle offerte di preparazione alla formazione professionale di base e d’integrazione nel mercato del lavoro”, il come non convince.

Partendo dalla questione relativa all’articolo 4b di questa Ordinanza federale, che riguarda i lavori pericolosi nell’ambito di provvedimenti d’integrazione professionale e di preparazione alla formazione professionale di base. In linea di principio, scrive il governo cantonale, “riteniamo che sia adeguato prevedere l’occupazione di giovani di età superiore ai 15 anni che possano essere impiegati per lavori pericolosi al di fuori della formazione professionale di base, se i lavori sono svolti nell’ambito di un provvedimento federale o cantonale d’integrazione professionale o nell’ambito di un’offerta di preparazione alla formazione professionale di base”. E ci mancherebbe.

Ciò detto, il Consiglio di Stato rimarca che “considerata l’importanza della formazione, soprattutto quando il giovane è confrontato con lavori pericolosi, ci si chiede come lo stesso possa essere sufficientemente e adeguatamente formato, senza aver seguito l’istruzione specifica prevista nei tre luoghi di formazione: azienda, scuola e corsi interaziendali”. Per l’Esecutivo è importante ricordare che “a oggi il giovane può svolgere determinate attività pericolose solo dopo aver seguito la formazione specifica in questi tre luoghi formativi. Riteniamo per tanto che questo aspetto debba essere approfondito e chiarito”.

Ma non è finita, perché poi tutto viene a cascata. E per ‘tutto’ il Consiglio di Stato intende “la prevista modifica secondo cui l’Ispettorato cantonale del lavoro può, su richiesta, accordare a un’azienda che non dispone dell’autorizzazione per formare apprendisti un’autorizzazione eccezionale per l’impiego di giovani di età superiore ai 15 anni per lavori pericolosi al di fuori della formazione professionale di base”. Questa scelta “risulta poco aderente alle esigenze di protezione della salute e della sicurezza del giovane lavoratore”, per il governo. Infatti, “l’ottenimento dell’autorizzazione per formare apprendisti prevede, tra le altre condizioni, che l’impiego di giovani in lavori pericolosi sia subordinata alla presenza costante di una persona adeguatamente formata, proprio per evitare il rischio di cagionare dei danni fisici e/o psichici al giovane”. E l’azienda formatrice, va da sé, “deve altresì assicurare la messa in atto di tutte le disposizioni segnalate negli allegati che si riferiscono alle misure di accompagnamento riguardanti la sicurezza sul lavoro e la protezione della salute”.

Infine, l’ultima annotazione del Consiglio di Stato, è che, anche se per un tempo limitato al massimo a un anno, “si creerebbe una palese disparità di trattamento tra le aziende che possiedono l’autorizzazione per formare apprendisti e quelle che in quel momento non ne sono in possesso”.

Fonio: ‘Un 15enne per lavori pericolosi? Allora c’è un problema’

A condividere la preoccupazione del Consiglio di Stato è il segretario regionale dell’Ocst Giorgio Fonio, che da noi interpellato ricorda come «l’apprendistato, è un percorso formativo che necessità di un accompagnamento anche talvolta individualizzato, che permetta al giovane di crescere sia come uomo sia come lavoratore, diventando una risorsa importante all’interno della sua azienda. Questo necessita di un tempo adeguato, non per niente si chiama percorso formativo». Nessuna accelerata, quindi. E nessun carico aggiuntivo sull’Ispettorato del lavoro, afferma Fonio. Perché «questa deroga sull’autorizzazione eccezionale scarica su questo ufficio una responsabilità che a mio modo di vedere non gli compete. E questa mia affermazione è anche a salvaguardia dell’operato dei funzionari dell’Ispettorato». Senza dimenticare poi il focus, continua Fonio. Vale a dire che «un giovane di 15 anni è all’inizio del suo percorso formativo, se un’azienda per determinati lavori pericolosi necessita la manodopera di un 15enne c’è alla base un problema profondo».

Pronzini: ‘Che assurdità, un cinismo allucinante’

«L’assurdità è che il Consiglio federale vorrebbe permettere a delle aziende che non formano apprendisti di poterli occupare, e già questo porterebbe a dire che manca ogni forma di senso morale», commenta dal canto suo il sindacalista e deputato Mps Matteo Pronzini. Che alza ancora più il tiro affermando che «si tratta di un cinismo allucinante», perché «un’autorizzazione eccezionale per un giovane da parte di un’azienda che non possiede l’autorizzazione per formare apprendisti ripeto è un’assurdità, considerando come già i lavori pericolosi non dovrebbero essere permessi per gli adulti, e considerando quanti incidenti vediamo purtroppo sempre più spesso». Insomma, Pronzini concorda con i rilievi mossi dal Consiglio di Stato e ribadisce «il diritto di un giovane di poter svolgere una professione e di avere una formazione regolare e di venire seguito». Aggiunge Luca Cirigliano del segretariato centrale di Unia: «Siamo contro ogni allargamento delle maglie senza controlli, e in ogni caso serve ci sia chi controlla lo svolgimento del lavoro. La formazione prevede che il giovane sia seguito, sennò non si può avere il permesso di impiegare ragazzi per lavori pericolosi».

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