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Conti 2021, il disavanzo cala. Vitta: ‘L’economia sta reagendo’

L’aggiornamento di Preconsuntivo a fine settembre fissa il rosso a -115 milioni, rispetto ai -156 di fine giugno e i -230 del Preventivo. Tiene il gettito

(Ti-Press)
10 novembre 2021
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Il recupero continua. E accelera, anche se la strada da fare è ancora tanta. L’aggiornamento al 30 settembre del Preconsuntivo 2021, pubblicato oggi dal Consiglio di Stato, attesta la stima del disavanzo previsto a 115.2 milioni di franchi, a fronte dei 230,7 milioni fissati dal Preventivo e dei 156,1 dall’ultima fotografia scattata a fine giugno. Un disavanzo che al momento si è dimezzato rispetto alle previsioni insomma, e che si è ridotto di oltre 40 milioni di franchi in soli due mesi. Grazie, soprattutto, all’aggiornamento delle stime sul Prodotto interno lordo per il 2021, essenziali per la valutazione dei gettiti fiscali. Sono proprio loro, i gettiti, a comporre i principali scostamenti rispetto al Preventivo 2021, con previsioni di entrate che passano dai 15 milioni di franchi in più per quanto riguarda l’imposta sugli utili immobiliari ai 44,2 milioni per l’imposta sul reddito, dai 4,3 milioni provenienti dall’imposta sulla sostanza ai 19,2 milioni frutto dell’imposta sull’utile. Che, sommati al milione e 200mila franchi aggiuntivo previsto per l’imposta sul capitale porta il conto delle maggiori entrate a quasi 84 milioni di franchi in più.

‘Da ringraziare la tenacia degli imprenditori’

È questo il motivo che porta il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta a sottolineare, interpellato dalla ‘Regione’ per un commento, che «questo Preconsuntivo si presta a una lettura allargata, perché dietro queste cifre e questi numeri c’è un’economia che ha saputo reagire, riprendersi bene in questa fase. Il tutto - spiega Vitta - si traduce nella crescita della stima dei gettiti fiscali». Un risultato che per il direttore del Dfe trae origine «da un lato dagli aiuti messi in campo da Confederazione, Cantone e Comuni con i quali siamo riusciti a preservare il nostro tessuto economico che con le riaperture e grazie a una certa ripresa ha saputo reagire tempestivamente, dall’altro lato invece - annota Vitta - dobbiamo ringraziare la tenacia degli imprenditori che anche nei momenti più difficili hanno tenuto duro, e adesso evidentemente possono sfruttare questa crescita, soprattutto nei settori dove si nota un’evoluzione positiva». Un esempio su tutti, quello del turismo: «All’inizio della pandemia le prospettive erano negative, se non drammatiche. Si temeva il peggio, con anche la chiusura di alcune strutture. Col passare dei mesi invece ci si è resi conto che la pandemia, avendo limitato la mobilità delle persone, ha fatto sì che la destinazione turistica Ticino fosse molto gettonata registrando, quest’anno, cifre da record». A permettere questo sprazzo di cielo azzurro dopo grandine e tempesta è anche, valuta il capo del Dfe, «il fatto che abbiamo un’economia molto diversificata, che nei momenti di difficoltà può senza dubbio aiutare».

La situazione resta grama, però...

Attenzione, però. Perché è uno sprazzo di cielo azzurro, non una spiaggia assolata dove rilassarsi. Questo disavanzo previsto andrà ad aggiungersi a quello già registrato nel 2020, con un rosso di 165 milioni di franchi, e porterebbe a fine 2021 ad avere un capitale proprio negativo di circa -155 milioni di franchi. Disavanzo cumulato destinato a peggiorare ulteriormente, considerando il risultato prospettato dal Preventivo 2022 di 135 milioni di perdite. Proprio per questi motivi Vitta invita a mantenere alta la guardia, dal momento che «ci sono molte incertezze, considerando che la situazione sanitaria non è ancora chiara e definita, il virus gira ancora e che ci sono pure fattori contingenti come l’approvvigionamento e il prezzo delle materie prime a complicare il tutto». Ma un motivo per un accenno di boccata d’ossigeno c’è: «In generale, i dati e le stime che arrivano per il Ticino dagli istituti di previsione nazionale segnano un livello di crescita economica interessante per il nostro Cantone, a testimonianza della capacità di reazione e di recupero della nostra economia».

L’importanza degli aiuti per affrontare la pandemia

Economia che, e questi numeri lo dimostrano, ha tenuto grazie agli aiuti messi in campo a ogni livello, si diceva. Aiuti che, riprende Vitta, «sono sempre stati pensati non come una mancia momentanea ma come un sostegno anche alla ripartenza. In una prima fase lo Stato ha fornito la liquidità necessaria per evitare i fallimenti, poi è stato il momento di aiuti a fondo perso mirati e circoscritti con l’obiettivo di salvaguardare il substrato economico e aziendale, con il lavoro ridotto si è agito per evitare i licenziamenti. Ora, con la possibilità di sfruttare un aumento della domanda di consumo, l’apparato produttivo è pronto a reagire: questi dati confortano, perché testimoniano che il meccanismo degli aiuti sta funzionando». Poi è chiaro, alcuni settori incontrano più difficoltà di altri. Ma quello sprazzo di sereno c’è. E di questi tempi non è poco.

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