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Terzo scenario: due procuratori ordinari in più

La proposta del Dipartimento istituzioni tra le ipotesi di potenziamento del Ministero pubblico sul tavolo della commissione. Che lunedì torna a riunirsi

Ti-Press
16 gennaio 2021
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Quattro sostituti procuratori? Un procuratore pubblico ordinario in più? Oppure due pp ordinari in più? Sono i tre scenari sotto la lente della commissione parlamentare ’Giustizia e diritti’ - che dopodomani tornerà a riunirsi - per quanto riguarda l’atteso potenziamento del Ministero pubblico, oggi composto di ventuno magistrati inquirenti (procuratore generale compreso). I primi due sono noti da tempo: la richiesta di assegnare all’autorità giudiziaria di perseguimento penale arriva dai liberali radicali, tramite un’iniziativa inoltrata da Giorgio Galusero nel dicembre 2019, pochi mesi dopo il varo da parte del Consiglio di Stato del messaggio con la proposta di attribuire all’ufficio un pp. Nuovo è invece il terzo scenario. Lo ha prospettato il Dipartimento istituzioni, nel corso di un incontro che il suo direttore e la responsabile della Divisione della giustizia Frida Andreotti hanno avuto lo scorso novembre con la ’Giustizia e diritti’, all’audizione straordinaria era presente anche il pg Andrea Pagani. «Si eviterebbe di creare o meglio di ripristinare una figura, quella del sostituto procuratore, che il Cantone aveva abbandonato per una serie di motivi in vista dell’entrata in vigore, nel 2011, della procedura penale unificata sul piano federale - afferma, interpellato dalla ’Regione’, il capo delle Istituzioni Norman Gobbi -. Come Dipartimento riteniamo che il potenziamento con due pp ordinari in più risponda meglio alle esigenze anche operative del Ministero pubblico. Inoltre, non avremmo magistrati di serie B, come con la figura del sostituto, e di serie A». Il terzo scenario non è stato ancora formalizzato in un messaggio governativo. «Siamo sempre in attesa di una presa di posizione da parte della commissione sull’ipotesi due procuratori in più», dice il consigliere di Stato.

Riandando invece al messaggio licenziato nel settembre 2019, il governo, oltre a suggerire l’attribuzione di un pp ordinario all’autorità giudiziaria, chiede di assegnare competenze decisionali ai segretari giudiziari, stretti collaboratori dei magistrati inquirenti, nell’ambito dei procedimenti contravvenzionali, il cosiddetto penale minore. «Manterremmo la proposta di estendere le competenze dei segretari - indica Gobbi - anche qualora dovessimo formalizzare, con un nuovo messaggio, il potenziamento con due procuratori in più».

Una risoluzione e tanti compiti

Potenziamento che dovrebbe rientrare nell’annunciata riforma organizzativa del Ministero pubblico. Non l’unica all’orizzonte, però. “Approfondire le problematiche di natura organizzativa e procedurale emerse nell’ambito della procedura di rinnovo delle cariche in seno al Ministero pubblico, allo scopo di valutare eventuali necessità di intervento a livello organizzativo e normativo”. Per farlo al meglio, “alla Commissione parlamentare giustizia e diritti è data facoltà di avvalersi della consulenza di uno o più esperti indipendenti, cui affidare il compito di redigere un rapporto specialistico che si esprima sulle questioni indicate e che formuli concrete proposte di miglioramento, sia sul piano organizzativo sia normativo”. È questo il probante compito che il parlamento ha assegnato alla ‘Giustizia e diritti’, approvando una risoluzione sostenuta dalla maggioranza della commissione e in Gran Consiglio ostacolata dal Plr. «Inutile e pleonastica», la definì Marco Bertoli. Criticata da Matteo Quadranti, autore dell’emendamento che chiedeva di mettere nero su bianco il coinvolgimento attivo del Dipartimento istituzioni e della magistratura in questa operazione. Ma comunque votata con 49 sì, 7 contrari e 19 astenuti dal parlamento il 14 dicembre, giorno in cui il Ministero pubblico uscente è stato riconfermato per i prossimi dieci anni: compresi i cinque pp preavvisati negativamente dal Consiglio della magistratura, incipit di un caos ancora lontano dal placarsi definitivamente. Perché la procedura di rinnovo è stata, eufemisticamente, traballante. E il popolare democratico Luca Pagani, presidente della ‘Giustizia e diritti’, alla ‘Regione’ (cfr. edizione del 1 dicembre) disse: «Alla luce di quanto accaduto non potevamo voltare pagina come se niente fosse».

Ma il clima in commissione non è oggi dei migliori: sono gli strascichi delle polemiche sorte intorno al recente rinnovo parlamentare delle cariche al Ministero pubblico. Un giornalista ha chiesto l’accesso agli atti, e anche in questo caso la ’Giustizia e diritti’ si è divisa: favorevoli i rappresentanti liberali radicali, contraria la maggioranza per la quale vi sarebbe un problema di anonimizzazione. Se ne saprà di più nei prossimi giorni.

Pretura Vallemaggia

Si aspettano le proposte di nomina

Sul tavolo della commissione ’Giustizia e diritti’ c’è anche la designazione del nuovo pretore del Distretto di Vallemaggia, dopo l’elezione di Siro Quadri a giudice del Tribunale penale cantonale. Tre, come abbiamo riferito ieri, i candidati in corsa: Manuel Bergamelli, oggi pretore aggiunto alla Pretura di Locarno Città; Brenno Martignoni Polti, avvocato; Petra Vanoni, attualmente vicecancelliera della Pretura penale. Sono stati ritenuti idonei dalla Commissione di esperti e la ’Giustizia e diritti’ nei giorni scorsi li ha sentiti. Vanoni aveva partecipato al concorso in vista delle nomine, in dicembre, al Ministero pubblico: considerata idonea dagli esperti, si era poi ritirata dalla corsa. Martignoni Polti si era candidato a giudice del Tribunale penale, carica alla quale è stato infine eletto Quadri. La commissione ’Giustizia e diritti’ è ora chiamata a formulare, per la designazione del o della subentrante di Quadri, la proposta di nomina all’indirizzo del plenum del Gran Consiglio, cui spetta l’elezione di giudici e procuratori.

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