Ticino

‘Blocchiamo i ristorni dei frontalieri’

La Lega dei Ticinesi propone di sostenere l'economia ticinese smettendo di versare all'Italia parte delle imposte alla fonte detratte

(ti-press)
15 dicembre 2020
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Una situazione economica drammatica. È così che la Lega dei Ticinesi descrive la condizione di molte famiglie e lavoratori. Per questa ragione, con un'interpellanza, il gruppo propone al Consiglio di Stato di “bloccare i ristorni e usare questi fondi per occuparsi dei casi di rigore, degli indipendenti e di tutte le categorie colpite dalle misure riguardo alla pandemia”. La Lega suggerisce inoltre di utilizzare eventuali fondi residui per ridurre il deficit strutturale. Infatti esso “aumenterà nei prossimi 4 anni, secondo quanto previsto dal piano finanziario, di un milione di franchi”, si legge nel testo, nel quale viene ricordato che il debito pubblico si attesta attualmente a due miliardi di franchi. “Inoltre il debito occulto della cassa pensione dello Stato si aggira intorno ai 2,8 miliardi. Il totale del debito del Canto Ticino si aggirerà dunque verso 5,8 miliardi, a carico delle future generazioni”, puntualizzano i firmatari.

Per il gruppo “un numero ragionevole di frontalieri” può essere un fattore positivo per l'economia, mentre un numero eccessivo provoca “disagi al traffico, dumping salariale e disoccupazione tra i lavoratori e le lavoratrici residenti”. Problematica che si aggiunge alla situazione finanziaria del Canton Ticino già “molto preoccupante”. Da qui la proposta di sostenere l'economia ticinese con l'interruzione del versamento del versamento all'Italia del 40% delle imposte alla fonte prelevate dai lavoratori frontalieri. La Lega interpella così il governo: “Il Consiglio di Stato è disposto a elaborare urgentemente un modello, tramite un messaggio per esempio, per bloccare i ristorni e usare questi fondi per l'economia ticinese?”.

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