Ticino

Pensioni, i calcoli dell’MpS sarebbero sbagliati

La Gestione ha approfondito l’aspetto delle rendite degli attuali consiglieri di Stato. Le prestazioni future sono in linea con le attuali

Pino Sergi e Mattei Pronzini (archivio Ti-Press)
18 novembre 2020
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Si è discusso molto, in seno alla Commissione della Gestione, delle cifre diffuse nei giorni scorsi dal Movimento per il Socialismo (MpS) a sostegno della raccolta firme per il referendum che chiede di rimandare al mittente la Legge sulla retribuzione e sulla previdenza professionale dei membri del Consiglio di Stato. In particolare i commissari hanno approfondito l’aspetto - sollevato dall’MpS - che con il fatto di aver aumentato il salario annuo degli attuali consiglieri di Stato, questo si tradurrà in rendite pensionistiche più elevate rispetto al regime precedente. Dall’esame della Gestione non è così. Il tema del trattamento pensionistico dei membri del Governo è annoso e ha richiesto numerosi pareri giuridici. Il rapporto che accompagnava la richiesta di modifica legislativa sul punto della rendita massima è preciso: essa rimarrà invariata a 146 mila franchi in quanto calcolata sull’onorario vecchio di 244 mila franchi. A questi 146 mila bisognerà aggiungere, se del caso, la rendita ponte Avs di 22 mila franchi fino al raggiungimento dei 65 anni di età. L’MpS nel suo volantino per la raccolta delle firme a questo proposito parla di rendita massima salita a oltre 188 mila franchi l’anno. Questo per quanto riguarda gli attuali consiglieri di Stato in carica.

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