Ticino

Crisi post Covid-19, la politica: 'Salviamo l'occupazione'

Il Ps: 'Sta per esplodere una bomba'. Lega e Plr: 'Difendere i posti di lavoro'. Il Ppd: 'Lavorare sulla protezione sociale'. E si muovono anche i Comuni

Ti-Press
28 aprile 2020
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«C’è il tic-toc di una bomba sociale che sta per esplodere, e non si sta provando in alcun modo a disinnescarla». È fortissima la preoccupazione del co-presidente del Ps Fabrizio Sirica in merito alle conseguenze economiche, e quindi anche sulla socialità, che porterà l’epidemia di Covid-19. La caposezione del Lavoro Claudia Sassi il 13 aprile, in conferenza stampa, ha spiegato come sia prevedibile un incremento del tasso di disoccupazione Seco dal 3,6 al 7 per cento. «Siamo molto preoccupati di come il governo sta affrontando il tema della socialità», riprende Sirica da noi interpellato sul tema. E le proposte socialiste in campo ci sono: «La creazione di un fondo cantonale che aiuti in questa fase di emergenza, e non far scivolare le persone in assistenza». Agendo quindi «sugli affitti, sui premi di cassa malati e aiutando i precari».

Gianella (Plr) e Caverzasio (Lega): 'Salvaguardare i posti di lavoro'

Per la capogruppo del Plr Alessandra Gianella «è una crisi che colpirà tutti, purtroppo». Ma la premessa è che «per fortuna in Ticino abbiamo una buona rete sociale con strumenti che funzionano. Sarà sollecitata di più, e dobbiamo di conseguenza prevedere un aumento delle spese in questo ambito». Senza dimenticare che «abbiamo delle finanze sane, che hanno potuto permettere di intervenire rapidamente e con importi notevoli». Quando si parla di priorità, «sarà fondamentale rilanciare l’economia salvaguardando i posti di lavoro, mantenendo l’occupazione. Lavorando sui pilastri che sono la sanità, l’economia e la formazione». Una mano va data alle piccole e medie imprese, «investendo in progetti che facciano lavorare le aziende e gli artigiani locali». E infine Gianella aggiunge: «Dobbiamo sostenere anche il turismo, incentivando a restare sul territorio e quindi a spendere qui».

«La forte dipendenza dalla manodopera estera che abbiamo visto richiede un cambio di paradigma, a sostegno dei residenti e con stipendi giusti», dice il leghista e primo vicepresidente del Gran Consiglio Daniele Caverzasio. Sul rilancio economico, «non bisogna rallentare gli investimenti e occorre salvare i posti di lavoro, anche con progetti a lungo termine». Questa crisi «non deve portare a un calo della formazione duale, diamo una mano alle aziende attive in questo ramo». Infine, per Caverzasio «un secondo lockdown sarebbe ancora peggiore di questo, va tenuto qualcosa da parte». Il capogruppo della Lega Michele Foletti ricorda che occorre fare «molta attenzione a come distribuire le risorse: vediamo cosa farà la Confederazione, e poi mappiamo bene le esigenze. No a contributi a pioggia, anche per evitare che alcuni facciano i furbetti».

«Questa epidemia avrà verosimilmente un impatto anche sociale, con un aumento della disoccupazione: del resto le attività economiche sono rimaste ferme per quasi tre mesi, che nell’arco di un anno non è certo poco dal profilo economico - rileva il capogruppo del Ppd in Gran Consiglio Maurizio Agustoni -. Pertanto, la politica dovrà prioritariamente individuare gli ambiti dove il nostro sistema di protezione sociale presenta delle lacune e proporre i necessari strumenti per colmarle. Nei casi in cui si ha una riduzione significativa del reddito scattano comunque diversi sussidi statali. Per il resto bisognerà vedere quali ulteriori ammortizzatori sociali la Confederazione intende mettere in campo e sul piano economico come si muoverà il resto del mondo».

Dafond (Associazione comuni ticinesi): 'Un sondaggio per capire dove la crisi ha colpito maggiormente e per pensare a iniziative'

Un contributo al contenimento dell’impatto della crisi possono darlo anche gli enti locali. «È anche e soprattutto da simili circostanze che emerge il fondamentale ruolo di prossimità svolto dai Comuni: realtà istituzionali che sono vicine al cittadino e ai suoi bisogni, al territorio e al tessuto economico e che possono intervenire in maniera sussidiaria e mirata laddove non arrivano gli aiuti del Cantone e della Confederazione. Faccio un esempio: il coordinamento dei Comuni delle varie iniziative a favore degli anziani per la consegna a domicilio della spesa», sottolinea Felice Dafond, sindaco di Minusio e presidente dell’Act, l’Associazione dei comuni ticinesi. «Insieme con l’Ente regionale per lo sviluppo del Luganese abbiamo promosso in questi giorni un sondaggio presso i Comuni per radiografare - spiega - la situazione e raccogliere idee e proposte a sostegno soprattutto delle micro e delle piccole e medie imprese dei settori maggiormente in difficoltà - come per esempio il turismo, la ristorazione e il commercio - da portare nei gruppi di lavoro nel frattempo istituiti dal Consiglio di Stato». Un sondaggio «per sapere quali effetti la crisi ha avuto o sta avendo a livello locale, sulle finanze comunali, sulla liquidità: insomma, come associazione vorremmo anzitutto disporre di una fotografia della situazione dovuta a questa pandemia e conoscere le esigenze degli enti locali».

Tornando ai partiti, dall’Mps la linea è chiara: «Questa crisi insegna che bisogna agire sulla formazione professionale, sulla scuola e sul settore sanitario», dice il deputato Matteo Pronzini. Con una mozione che vede primo firmatario Marco Noi, i Verdi chiedono di “istituire un sostegno transitorio incondizionato che deve essere versato indistintamente a tutta la popolazione fino alla fine dell’anno”. Quattro invece le mozioni del gruppo Udc, firmate da Sergio Morisoli, che chiedono sconti fiscali per il ceto medio e gli indipendenti.

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