Mendrisiotto

La fuga e l'incidente a Balerna, 10 mesi di carcere

Terza condanna per un 28enne italiano, già processato per furti di pneumatici ed espulso per 20 anni dalla Svizzera

Le due auto dopo lo scontro dello scorso 19 aprile (RescueMedia archivio)
7 luglio 2021
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L'espulsione di 20 anni dalla Svizzera non è servita come deterrente. E così, dopo le due condanne per furti di pneumatici datate aprile 2019 e aprile 2020, per un 28enne italiano è arrivata una nuova condanna a 10 mesi di detenzione per ripetuta violazione del bando, impedimento di atti dell'autorità e infrazione grave alle norme della circolazione stradale. Questi i principali reati, tutti ammessi, che stamattina lo hanno riportato in aula per i fatti del 19 aprile di quest'anno. Con un'auto noleggiata nel Luganese («mi serviva per cercare un lavoro stabile»), il 28enne stava scendendo da via Torraccia, a Novazzano, quando ha visto una vettura delle Guardie di confine, non si è fermato al posto di controllo e si è immesso sulla via Cereda di Balerna, tagliando la linea continua. Giunto all'altezza di via al Dosso, si è scontrato con un'altra vettura. I due conducenti hanno riportato ferite gravi: l'imputato si aiuta ancora con le stampelle per camminare. A pesare sulla terza condanna, interamente da espiare, sono stati i precedenti. «Non è stata la prima volta e la Corte ha dovuto tenerne conto – sono state le parole del giudice Siro Quadri, presidente della Corte delle Assise correzionali di Mendrisio –. Il bando è stato violato almeno 5 volte a poco tempo della seconda sentenza». Il giovane ha ammesso di aver continuato a varcare il confine «per vari motivi», come le visite ai genitori, ma «non per comprare droga: lo facevo in Italia perché costa meno».

Il precedente in Polizia

L'imputato, come detto, è noto alle forze dell'ordine. «Quando ho visto le luci blu ho rivisto gli agenti che sei mesi prima mi avevano picchiato», ha spiegato. Nel novembre 2019, al momento del suo secondo fermo, mentre si trovava in Gendarmeria a Chiasso il 28enne aveva cercato di scappare da una finestra. Nei confronti degli agenti che lo avrebbero picchiato è ancora pendente un procedimento per abuso d'autorità, lesioni semplici e vie di fatto. «È vero che avevo commesso un reato, ma non volevo ripetere questa brutta esperienza», ha dichiarato. «È stato preso dal panico – è stata la tesi dell'avvocato Giuseppe Gianella, che ha proposto una condanna a 6 mesi di detenzione –. Il motivo della fuga non è stato il volersi sottrarre a una sicura condanna per violazione del bando: ha visto il sorpasso della linea continua quale unica via d'uscita per evitare di essere nuovamente portato in Gendarmeria». Una tesi a cui la Corte ha creduto «solo parzialmente, perché comunque transitava dai valichi ed è venuto in Svizzera a noleggiare una vettura per cercare lavoro».

I momenti prima dell'incidente 

Parlando dei momenti che hanno preceduto lo scontro, il 28enne ha ricordato che «andavo a 60-70 all'ora (in quella zona il limite è di 50, ndr). Nella mia testa ho dato per scontato che l'altro automobilista, avendo lo stop, stesse fermo. Ma me lo sono trovato davanti di colpo e non ho avuto modo di reagire, se non cercando di scansare l'auto sulla sinistra». Chiedendo una condanna di 16 mesi da espiare, la Procuratrice pubblica Valentina Tuoni ha sostenuto che a causare l'incidente è stata «la distrazione dell'altro automobilista che, prima di immettersi, non ha riguardato verso la direzione da dove l'imputato stava arrivando». La Corte ha comunque riconosciuto una grave infrazione alle norme della circolazione nella svolta verso via Cereda. «Una manovra azzardata in pieno giorno, in una zona abitata, a velocità eccessiva e con la mente parzialmente distratta dall'eventuale agire delle Guardie di confine», ha concluso Quadri.

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