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Lalia a Lugano, presentati circa 500 reclami

Le contestazioni sono all'esame dei servizi, poi passeranno in Municipio. Il sindaco Foletti: ‘Ne sono giunti meno rispetto alle attese’

24 ottobre 2023
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Si aggirano attorno alla cifra di cinquecento i reclami giunti alla cancelleria di Lugano contro il prelievo dei contributi legati al finanziamento del Piano generale di smaltimento delle acque (Pgs), meglio noti come soldi dovuti per via della Lalia (Legge d’applicazione della legge federale contro l’inquinamento delle acque). Le contestazioni sono al vaglio del servizio giuridico, dopodiché verranno sottoposti al Municipio, che dovrà esprimersi in merito. Presumibilmente, verranno respinti tutti (o quasi), ma alcuni si appelleranno alle istanze superiori.

‘Qualcuno andrà fino in fondo’

L’ondata di reclami era peraltro attesa. Tuttavia, dichiara il sindaco di Lugano Michele Foletti alla ‘Regione’, «ne sono stati presentati di meno, rispetto alle attese». Li avete già esaminati? «No, siamo nella fase in cui li stanno analizzando i servizi, poi prenderemo le decisioni in Municipio». Il sindaco si aspetta che, tra le varie persone che hanno presentato reclamo, qualcuno tenterà di andare fino in fondo. I reclami potranno diventare ricorsi, dopo la bocciatura dell’esecutivo, e potrebbero essere inoltrati anche fino al Tribunale federale. Tra i reclamanti, continua Foletti, c’è infatti, «chi ha messo in discussione la correttezza della legge cantonale di applicazione della legge federale sulla protezione dell’ambiente. Vedremo».

‘Tra prescrizione e perenzione’

Come anticipato, tra i proprietari toccati dalla misura, c’è chi contesta l’ammontare del contributo, le basi su cui poggiano i conguagli calcolati, mentre altri puntano il dito sull’assenza delle fatture e lamentano il fatto che non sia stato possibile, da parte dell’autorità comunale, recuperare i versamenti effettuati anni fa come acconti. Malgrado nella sezione albo comunale, sul sito della Città di Lugano, nella prima settimana di settembre, sia stata pubblicata parecchia documentazione, un paio di legali che preferiscono restare anonimi, ci hanno informato che invocheranno carenze in merito al diritto di essere sentiti, la prescrizione e la perenzione sui prelievi richiesti, a causa del lungo tempo trascorso dagli interventi. Secondo alcune persone chiamate alla cassa, mancherebbero i giustificativi.

Municipio in aiuto ai proprietari

Del resto, in seguito alla votazione controversa in Consiglio comunale, aveva suscitato una marea di polemiche l’annuncio della pubblicazione da parte del Municipio di Lugano del prospetto dei contributi di costruzione provvisori per le opere di canalizzazione e di depurazione delle acque aggiornato al costo delle opere e al valore di stima. La decisione, lo ricordiamo venne adottata a maggioranza dall’esecutivo lo scorso mese di agosto. D’altra parte, questi contributi sono dovuti per legge e sono imposti ai Comuni, per finanziare l’esecuzione delle opere di costruzione della rete delle canalizzazioni comunali, conformemente ai progetti approvati dal legislativo comunale e dall’autorità cantonale. Tra i problemi emersi, oltre all’ampiezza della cifra (poco meno di 118 milioni di franchi), c'è pure il fatto che i contributi toccano ben 22’830 proprietari, per un totale di 52’564 mappali (per una media di 2’200 franchi ogni mappale).

La maggior parte sono contributi ‘minori’

Dopo l’annuncio di pubblicazione, l’esecutivo cittadino aveva peraltro corretto il tiro, tendendo una mano alle numerose persone toccate dalla misura. Tra i provvedimenti introdotti, meritano di essere richiamati sia l’estensione del termine di pagamento, che la rateizzazione su due anni senza interessi, come aveva chiesto il Centro tramite un atto parlamentare. Il Municipio aveva pure messo in evidenza che la maggior parte delle emissioni di fatture (20’304) riguarda contributi che si situano tra i 20 e i 1’000 franchi, poi un’altra fetta tocca i proprietari ai quali non verranno chiesti soldi, perché la fattura sarebbe al sotto dei 20 franchi.

Il malcontento che, in questi mesi ha travolto Lugano e l’amministrazione cittadina, sul contributo Lalia chiesto dalla Città, per finanziare l’esecuzione delle opere di costruzione della rete di canalizzazioni ha però anche delle ragioni ‘antiche’. Nella ricostruzione della documentazione, era risultato che in alcuni ex Comuni, prima delle tre fasi di aggregazioni (2004, 2008 e 2013), non ci si era nemmeno posti il problema del prelievo, o addirittura l’esecutivo in carica allora chiese ai proprietari un contributo libero.

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