Luganese

Il Lac dei record ingloba anche LuganoMusica

Annata ‘eccezionale’ per il centro culturale che supera ampiamente i valori pre-pandemici e guarda al futuro: l’anno prossimo integrerà la fondazione

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(Ti-Press)
9 ottobre 2023
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Mai così bene come quest’anno. La stagione 2022-23 per il Lac è stata «eccezionale», come l’hanno definita anche il direttore generale Michel Gagnon e il presidente del Consiglio direttivo nonché capodicastero Cultura Roberto Badaracco durante la presentazione del bilancio del mandato quadriennale in scadenza e delle prospettive future. Un’eccezionalità data dall’aver infranto numerosi record, superando ampiamente i livelli pre-pandemici in termini di spettacoli, pubblico, ricavi. E forte degli ottimi risultati, il centro culturale si prepara a inglobare, dopo LuganoInScena, anche LuganoMusica.

Oltre 120’000 presenze

Stagione da record, si diceva. A cominciare dagli spettatori, che sono stati oltre 66’000: 20’000 in più rispetto all’anno prima, ancora influenzato dalle misure anti-Covid, e soprattutto circa 24’000 in più rispetto al 2019. In crescita anche i partecipanti alle attività di mediazione culturale di Lac Edu, rivolte ai giovani: più di 30’000 – in linea con il 2019 –, quasi 10’000 in più dell’anno precedente. Più di 25’000 infine i partecipanti agli eventi privati: le sale sono state affittate 551 volte per 346 eventi. Un settore quest’ultimo che sta vivendo un vero e proprio boom: quasi 21’000 i partecipanti agli eventi privati nel 2021-22, più di 17’000 nel 2019. In totale, più di 120’000 persone si sono recate al Lac durante la stagione terminata ad agosto, senza tener conto degli spettatori di LuganoMusica né dei visitatori del Masi.

Autofinanziamento al 51%

Ottimi risultati che hanno naturalmente avuto effetti anche sulle finanze. Nell’ultima stagione il Lac è riuscito a generare ricavi propri per quasi 8,2 milioni di franchi, tre in più rispetto al 2019. E se già prima della pandemia il grado di autofinanziamento era elevato, attorno al 40% rispetto a una media svizzera che è del 21%, questi incassi hanno permesso quest’anno di toccare il 51% di autofinanziamento. «Anche questo è un risultato eccezionale – osserva il vicesindaco – ed è la dimostrazione che la cultura genera introiti». Introiti che si riversano prevalentemente sul territorio. Della spesa totale fra beni e servizi effettuata dal Lac durante l’ultima stagione, 1,9 milioni sono stati spesi a Lugano, 3,7 in Ticino e solo 630’000 in Svizzera. «Queste cifre smentiscono che la cultura viva di soldi pubblici, anzi», aggiunge Badaracco. A vantaggio di un’ulteriore efficienza finanziaria, fin dall’inizio del mandato attuale, il Lac organizza progetti speciali – come ad esempio l’opera lirica Anna Bolena – unicamente a patto che sia garantito il totale autofinanziamento.

L’ente autonomo, la produzione in proprio e la gestione manageriale

Ma come si è arrivati a questi traguardi? «Prima ancora che nascesse il Lac, ci sono state numerose polemiche – ricorda il capodicastero –. La chiave di volta è stata la creazione dell’ente autonomo di diritto comunale, entrato in vigore nel 2017 ma anch’esso non senza polemiche. Poi è stato fatto un ulteriore salto di qualità, con la decisione di diventare pure un centro di produzione culturale integrando LuganoInScena. Grazie anche alle loro produzioni siamo riusciti a controbilanciare in parte il forte colpo subìto con la pandemia». Ancor più nel dettaglio entra Gregory Birth, responsabile marketing e sviluppo vendite: «Questo successo è dovuto al passaggio negli ultimi anni a una gestione molto più manageriale – spiega –, che ha messo al centro l’autofinanziamento. Per noi è un indicatore fondamentale, nonché l’unica leva sulla quale possiamo contare per un’ulteriore crescita (in quanto i contributi pubblici tendenzialmente sono da considerarsi stabili, ndr)».

E i meriti del nuovo ‘abbonamento’

E sebbene la pandemia abbia obbligato a chiusure e limitazioni, il team che lavora al Lac ha colto l’occasione per effettuare un’analisi dei gusti, delle critiche e delle esigenze del pubblico. Un monitoraggio costante che dura tuttora e che ha portato, fra l’altro, a una delle novità più apprezzate dell’ultima stagione: la membership Lac+, che ha sostituito l’abbonamento classico. Quest’ultimo aveva infatti dato segni di stanchezza, in calo costante dall’inaugurazione e con la metà circa di nuovi abbonati durante la stagione 2020-21 rispetto a quella del 2015-16. Il nuovo strumento – che per 199 franchi all’anno offre l’accesso a oltre 50 spettacoli, oltre a una serie di facilitazioni e sconti in diversi altri ambiti – ha raggiunto nel suo primo anno di vita oltre 1’300 adesioni. «È un risultato sopra ogni attesa, il nostro obiettivo era 500 – ancora Badaracco –. Ci voleva un approccio nuovo e questo è stato un colpo di genio che ha creato una nuova comunità, ringiovanendola parecchio: il 37% dei nuovi utenti ha meno di 25 anni».

Concorso per il nuovo direttore del settore musicale

I vertici del Lac sono coscienti che ripetere questi risultati sarà difficile. Ma non impossibile, un margine di crescita in particolare c’è: «Vediamo un grande potenziale nell’aggregazione di LuganoMusica» valuta Gagnon. Un passo consensuale, come precisato, è con già alle spalle alcuni anni di preparazione. Gli approfondimenti sono stati avviati già nel 2020 e il Municipio ha approvato l’idea l’anno seguente, mentre Lac e Fondazione LuganoMusica hanno approvato il relativo protocollo d’intesa a inizio estate di quest’anno. «Il direttore di LuganoMusica Etienne Reymond andrà a breve in pensione – spiega il direttore del Lac – e pertanto già da domani verrà aperto il concorso per un nuovo direttore del settore musicale, che sarà di pari livello alla direzione artistica delle arti performative».

Per LuganoMusica parola d’ordine: continuità

Questa nuova figura dovrebbe iniziare a operare dalla primavera e il suo mandato prevederà di sviluppare ulteriormente la collaborazione con l’Usi. Da un punto di vista pratico, la stagione concertistica 2024-25 verrà pianificata da LuganoMusica e sarà presa in gestione dal Lac dal 1° settembre dell’anno prossimo. Obiettivo: «Assicurare la continuità – rassicura Badaracco –. La Fondazione ha dimostrato di saper lavorare molto bene, contribuendo a fare di Lugano una capitale della musica. Noi desideriamo continuare questo lavoro e se possibile ampliare ulteriormente quest’ambito». Il Lac dunque produrrà una stagione dedicata alla musica classica e integrerà tutto il personale attualmente in forza a LuganoMusica.

‘Non chiederemo più soldi col nuovo mandato’

Nessun cambiamento di rilievo all’orizzonte neanche dal punto di vista finanziario: la Città contribuisce annualmente alle attività del Lac e di LuganoMusica con, rispettivamente, 7,9 e 1,55 milioni di franchi. Con il prossimo mandato di prestazione, che prenderà avvio dalla stagione 2024-25, è previsto che il contribuito versato alla Fondazione sia trasferito al Lac. Senza aumenti: «La pandemia è stata un duro colpo per il settore della cultura in tutto il mondo e un altro trend globale che complica le cose è la sempre maggior difficoltà nel reperire fondi – valuta il vicesindaco –. Sarebbe dunque più giusto stanziare più soldi per la cultura. Ma, alla luce anche di questi risultati eccezionali, non chiederemo più contributi per il prossimo mandato. Oggi il Lac è una presenza imprescindibile sul territorio, amata e apprezzata da tutti. E anche chi, politicamente, era stato molto critico in altre fasi oggi non può che riconoscerne i meriti».

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