Brissago

Promuovere la crescita culturale attraverso una Fondazione

Presto potrebbe nascere una nuova realtà istituzionale pensata per valorizzare il patrimonio artistico in una logica di sviluppo del territorio

(Ti-Press)
20 marzo 2024
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Le fondazioni come strumento di promozione della cultura e di gestione dei beni culturali. A Brissago sta per vedere la luce un progetto prezioso per promuovere la crescita dei territori e l'innovazione sociale, a tutto vantaggio della comunità.

Solidità e stabilità

A portarlo avanti è il Municipio del borgo di confine che, in vista della prossima seduta di Consiglio comunale, ha presentato un messaggio contenente la proposta di creazione di una Fondazione per la promozione della Cultura. “L'idea – si legge nel documento – nasce dalla consapevolezza dell'importanza della cultura come pilastro fondamentale della società, un valore intrinseco da promuovere, conservare e condividere con le generazioni presenti e future. La decisione di optare per la creazione di una Fondazione, anziché considerare altre forme giuridiche come ad esempio un'associazione, è frutto della volontà di garantire una struttura legale solida, stabile e di lunga durata nel tempo. Le Fondazioni, in virtù delle loro disposizioni legali e delle regolamentazioni gestionali, offrono un quadro più formale e affidabile per il raggiungimento di obiettivi a lungo termine. La Fondazione per la promozione della Cultura a Brissago, orientata verso obiettivi di pubblica utilità, potrà contare su un modello organizzativo che assicura una maggiore sicurezza e continuità. Ciò agevola il coinvolgimento di donatori, sostenitori e collaboratori nel tempo, garantendo un impegno costante per la crescita culturale della comunità locale”.

Sempre secondo il Municipio, occorre tener presente che questa scelta assicura “un rigoroso regime di sorveglianza, garantendo la trasparenza e l'adempimento alle normative vigenti con la massima precisione e affidabilità”.

Uno sguardo anche verso l'esterno

Consapevole delle opportunità di sviluppo che può offrire nelle sue molteplici declinazioni il ricorso a una Fondazione, l'esecutivo brissaghese considera quello della cultura un settore cui dedicare particolare attenzione, non solo sostenendo progetti ‘interni’, bensì anche “promuovendo la conoscenza interculturale, favorendo il dialogo e la comprensione reciproca tra diverse culture, etnie e tradizioni”. Per poter partire su una base solida, il Municipio ritiene sia necessario, per la Fondazione, disporre di un patrimonio iniziale di 50mila franchi: “Questo patrimonio sarà gestito conformemente ai principi commerciali riconosciuti, garantendo un'amministrazione finanziaria trasparente e responsabile. La Fondazione sarà investita del diritto di acquisire, possedere e ricevere in donazione opere artistiche, manufatti culturali e beni di valore artistico, sempre in linea con gli obiettivi. Il patrimonio iniziale potrà essere messo in esposizione al pubblico, utilizzato a scopo educativo oppure conservato come parte integrante del patrimonio culturale”.

A reggere le sorti di questa nuova realtà istituzionale sarà, come da prassi, “un Consiglio di Fondazione composto da un numero variabile di membri, da un minimo di tre a un massimo di sette, designati direttamente dal Municipio di Brissago. Questi membri, che operano a titolo onorifico, sono investiti del mandato per un periodo di quattro anni e assumono la responsabilità della gestione strategica e dell'alta direzione della Fondazione”.

Valorizzazione di Casa Branca Baccalà

Sempre stando ai contenuti del messaggio sottoposto al legislativo, “la Fondazione, in concomitanza con i prossimi lavori di ristrutturazione di Casa Branca Baccalà, si propone di svolgere un ruolo cruciale nel suo sviluppo. Questa struttura diventerà un centro vitale per la promozione artistica, la conservazione del patrimonio culturale e l'offerta di programmi educativi. Sarà concepita come uno spazio polivalente per esposizioni, incontri culturali, laboratori artistici e conferenze, fungendo da propulsore per l'arte e la cultura”. La parola, come detto, passa ora ai consiglieri comunali.

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