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Palacinema, ‘errori anche nostri, ma ora si guardi avanti’

Cultura e ’commerciale’ ai ferri corti in seno al Cda della partecipata: il vicesindaco Cotti e la visione della Città su ruoli e compiti (anche nel Cda)

Una struttura che cerca stabilità (e fortuna)
18 gennaio 2024
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I difficili rapporti fra Direzione culturale e parte commerciale del Palacinema mettono a repentaglio la stabilità finanziaria della partecipata pubblica cittadina e l’equilibrio gestionale dello stabile. A seguito delle rivelazioni de laRegione, oltre due terzi del Consiglio comunale di Locarno hanno firmato una lunga ed elaborata interrogazione al Municipio (primi firmatari Barbara Angelini Piva e Simone Beltrame). Municipio che ha poi dato mandato al sindaco – suo rappresentante nel Cda unitamente alla capodicastero Cultura Nancy Lunghi – di mediare una “normalizzazione” delle relazioni fra le parti. Nell’attesa di risultati concreti la Città è alla finestra e tenta di guardare oltre la nebbia. Ne abbiamo parlato con il vicesindaco.

Giuseppe Cotti, a preoccupare mezzo Consiglio comunale è la stabilità economica del Palacinema, con conseguenti possibili interventi da parte della Città. Visto che l’interrogazione parte dal Centro – il suo partito – condivide queste preoccupazioni?

La gestione corrente della Palacinema Locarno Sa non ha destato sinora preoccupazioni: infatti, i bilanci non hanno mai chiuso in negativo. La sostenibilità finanziaria dipende però dagli affitti che versano gli inquilini dell’immobile. Visto che la somma oggi versata da Enjoy Arena è rilevante (circa 400mila franchi tra affitto e spese accessorie, ndr) nutrire una certa preoccupazione per il futuro mi pare inevitabile.

Nelle discussioni interne al Municipio è mai stato toccato il tasto del ruolo del Cda della Palacinema? Di fatto funge da organo amministrativo-immobiliare, più che da gremio specialistico che si occupa di sviluppare progetti culturali legati all’audiovisivo. E questo vale anche per la Direzione, assunta per ben altri scopi. Ciò significa che il problema è nel manico. Qual è la sua posizione come esponente più alto in grado della Città, estraneo al Cda della Palacinema?

Il Consiglio di amministrazione deve gestire la Palacinema Sa e ha la responsabilità sulle sue finanze: il Municipio, ovviamente, ne rispetta l’autonomia. Detto ciò, l’impressione è che oggi il Cda sia impegnato soprattutto in questioni amministrative e burocratiche, più che nel definire una strategia per sviluppare il settore dell’audiovisivo a Locarno. È vero che, dopo il rimpasto in Cda, i nuovi membri hanno ereditato alcune questioni contrattuali irrisolte con Enjoy Arena. Riconosco che sia stato un errore, da parte del precedente Cda (di cui facevo parte), non avere risolto questi aspetti prima del passaggio di consegne. Questo errore, ad ogni modo, non giustifica il livello di tensione raggiunto nel frattempo nei rapporti fra le parti. Tale situazione evidenzia, a mio avviso, la fragilità attuale del dialogo.

La Palacinema Sa, tramite la nuova Direzione, avrebbe avviato campagne di raccolta fondi per sviluppare progetti culturali, con risultati che non sono noti. Non era comunque più opportuno costituire sin dall’inizio una Fondazione, al posto di una Sa, e destinarle come capitale i 10 milioni donati dal benefattore Martin Hellstern?

I risultati della campagna di raccolta fondi, al momento, non sono noti nemmeno a me. D’altra parte, è evidente a tutti che la donazione da 10 milioni di franchi fu indispensabile per finanziare la costruzione, e che non avrebbe potuto essere impiegata per altri scopi (atto di donazione). Più che parlare del passato, perciò, credo convenga concentrarsi sul futuro. A livello personale, auspico che si riesca a individuare una formula che consenta una maggior integrazione dei servizi della Città e del Film Festival nella gestione del Palacinema. Questo non significa sminuire le competenze dell’attuale direttrice. Mi sembra però ragionevole ottimizzare non solo le risorse, ma anche le competenze; e sia al Festival, sia in Comune ce ne sono in abbondanza.

Venendo alla diatriba fra Palacinema ed Enjoy Arena, lei ha preso visione degli scambi epistolari fra le parti. Cosa ne può desumere?

Ho avuto modo di esaminarne alcuni passaggi. Credo che chi vuole un dialogo costruttivo debba adottare un approccio diverso. La mia impressione è che la Direzione della Palacinema incontri difficoltà nel riconoscere il valore di Enjoy Arena come partner, il quale, che si voglia o meno, contribuisce anche al finanziamento di una parte degli stipendi del personale impiegato da Palacinema Locarno Sa. È ovviamente necessario che anche Enjoy dimostri disponibilità a discutere e a ridefinire alcuni aspetti contrattuali. La mia esperienza passata all’interno del Cda mi suggerisce che sia possibile intrattenere discussioni serene e costruttive con i rappresentanti di Enjoy Arena. Credo che la cosa più urgente, al momento, sia ristabilire un dialogo immediato, evitando posture irremovibili. Sono convinto che sia possibile trovare un equilibrio armonioso tra gli interessi commerciali e quelli culturali – un esito che permetterebbe di tutelare gli interessi di tutte le parti coinvolte, compresi quelli dell’azionista. Al di là della preoccupazione per gli eventi recenti, da parte mia sono sicuro che ci sia spazio per una soluzione, mediata dal sindaco.

Reputa opportuno che nel Cda della Palacinema la Città sia rappresentata da due municipali, che di fatto fungono sia da controllati che da controllori? È ipotizzabile, secondo lei, una formula diversa?

La maggioranza dei membri del Consiglio di amministrazione, all’inizio, era formata da rappresentanti del Municipio. La nuova composizione è stata adottata per evitare che chi controlla e chi è controllato siano le stesse persone, oltre che per dare spazio a profili di elevato spessore culturale. La presenza minoritaria del Municipio è una soluzione equilibrata, considerando che la Città rimane comunque l’azionista unico della Palacinema Sa.

Dal punto di vista della Città, è ancora opportuno che l’ex sindaca Carla Speziali continui a presiedere il Cda della Palacinema?

Desidero esprimere chiaramente la mia posizione: Carla Speziali è stata una figura chiave nella realizzazione del progetto, e personalmente non riscontro oggi alcun problema di opportunità legato alla sua presidenza. Tuttavia, è evidente che il Cda sia chiamato a individuare soluzioni efficaci per superare le attuali tensioni. A costo di ripetermi: abbiamo bisogno di una formula di gestione che tenga conto di tutti gli interessi in gioco, perché lo scopo finale è che l’attività commerciale e quella culturale convivano armoniosamente. Questo approccio ha dimostrato la sua validità in passato e potrebbe continuare a farlo, a condizione che si reinstauri un dialogo costruttivo fra le parti.

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