Locarnese

Venti minuti di grandine (aspettando la luce del giorno)

Malgrado i danni, il sindaco di Losone è fiducioso sull'inizio delle scuole. Tutti in strada a salvare il salvabile, perché è in arrivo la pioggia

Losone
26 agosto 2023
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Violenta è un eufemismo, guardando foto e video che alla velocità della grandine sono circolati poco dopo le 21.30, catturati da chi sotto la grandine ci stava proprio in quel momento. La precipitazione ha colpito in modo particolarmente intenso Losone, Ascona, Minusio, Muralto, Gordola e Locarno. A Losone, in particolare, le scuole sono allagate e il materiale scolastico pare interamente compromesso.

È cominciato tutto verso le 21.30. A Locarno, alcune persone che si trovavano nei pressi della Rotonda sono state soccorse dagli operatori del Salva. Per nessuno degli interessati, fortunatamente, si è reso necessario il trasporto in ospedale.

‘C‘è un piano B’

Esordisce con un ottimistico “siamo già sul pezzo”, anche con l’ironia di riserva di chi di più non può dire, visto quel che è piovuto dal cielo in pochi minuti. Da quando la grandine ha cominciato a cadere, Ivan Catarin, sindaco di Losone, è fermo con tutti i dipendenti comunali nei locali delle scuole elementari, dove era in programma una cena. «Non ci possiamo ancora muovere di qui, fuori ci sono 40 cm di grandine». Le scuole sono completamente allagate, perché tutti e sessantaquattro i lucernari sono stati sfondati. «È andata meglio alla palestra e alla scuola dell’infanzia», dice Catarin, «perché lì i lucernari sono sul corridoio». Così dovrebbe essere anche alle scuole medie, che non hanno lucernari e dove pare, per quanto è dato sapere col buio, che tutto sia, se non intatto, in buono stato.

Il sindaco riporta lo scoramento di maestri e maestre, quando tutto era ormai allestito per iniziare la scuola. «Non sappiamo ancora cosa succederà, mi dicono che ci sarebbe già un piano B, sono fiducioso sulla possibilità che almeno l’accoglienza si possa garantire». Nel constatare che «la grandine non è stata della stessa intensità ovunque, in alcune zone i chicchi erano di dimensione minima», il sindaco dà appuntamento a questa mattina, quando le luci del giorno consentiranno una stima più veritiera dell’accaduto.

Aspettando la pioggia

«È successo tutto in un attimo, è durato forse una ventina di minuti o poco più, con chicchi grandi come albicocche». Questo dicono le voci dei losonesi raccolte prima della mezzanotte, con la gente ancora in strada e che in strada, probabilmente, sarà restata fino a notte fonda, a inventarsi soluzioni estemporanee per proteggere gli abitacoli delle proprie auto, sulle quali la grandine ha lasciato segni anche su parabrezza e lunotti, in alcuni casi bucati, e sugli specchietti retrovisori, dalle coperture saltate. Altra pioggia è attesa per le prossime ore e si vuole evitare che i veicoli diventino acquari.

«La grandine è caduta in tutte le direzioni», ci dicono, riuscendo a frantumare anche le finestre delle facciate delle abitazioni. Enormi sarebbero anche i danni agli alberi e alla natura in generale. Così come per le scuole di Losone, anche per tutto il resto si dovranno attendere le luci del giorno. Per molti del posto, uno dei primi pensieri una volta placatosi il piccolo uragano, è subito andato ai vigneti della zona.

Le cose non sono andate molto diversamente a Locarno, dove i tempi della grandinata sono stati i medesimi. Chi ci parla si trova in zona San Jorio, davanti a quel che resta del proprio veicolo a stimare i danni prima che lo facciano i professionisti. Sono in tanti quelli scesi in strada, come umarell davanti ai cantieri a chiedersi da dove cominciare. «Lungo questa via, le auto sono tutte distrutte. I vetri sfondati, cofani e tetti completamente ammaccati». Nemmeno le tettoie trasparenti sotto le quali erano parcheggiate hanno retto alla forza dei chicchi di grandine, che qui sono stati «grandi come palline da tennis».

Nessun veicolo ha retto, «men che meno le auto di nuova generazione, quelle con i tetti in vetro», ci dice il nostro interlocutore. «Magari questo non lo scriva, che non vorrei parlare male di una marca…».


Locarno, dopo la tempesta

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