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Intragna, un concorso che accende le polemiche

Il bando per la fornitura di cippato alla centrale termica oggetto di un ricorso da parte del Patriziato di Losone. Il CdA conferma la bontà dei criteri adottati

2 agosto 2021
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Un concorso per la fornitura di cippato di legna che ha fatto venire il mal di pancia a più di un titolare di aziende forestali della nostra regione. Quello bandito dalla Centovalli E Più SA (committente) lo scorso mese di giugno (pubblicato sul Foglio ufficiale) e oggetto di un ricorso da parte del Patriziato di Losone, dal quale dipende la locale Azienda forestale (Afor). La gara di appalto (soprattutto in fase di capitolato), in sintesi, è sembrata “poco chiara” e discriminante a detta di alcuni professionisti del ramo che vi hanno preso parte. Secondo gli interpellati, diversi punti del bando sembrano predisposti ad arte per favorire un'azienda a scapito di altre. La fornitura del cippato di legna (si parla di circa 2500 metri cubi all'anno) fino a ora era garantita dalla Filiera del legno locarnese SA, alla quale erano affiliate, in quote identiche, 7 ditte (piccole e medie) della regione. Un progetto, quello della Filiera, creato allo scopo di valorizzare, trasformare e promuovere la vendita di legname indigeno nonché la creazione di piazze di deposito e l'acquisto di macchinari. Per varie ragioni che non stiamo a elencare, l'idea non ha funzionato. La stessa Filiera è stata sciolta. Cronaca di questi mesi.
Pomo della discordia in questa gara soggetta alla Legge sulle commesse pubbliche, come anticipato, sono alcuni criteri d'aggiudicazione parsi, agli occhi dei più, tendenziosi. Lo conferma il titolare di una seconda azienda forestale da noi interpellato, che tra l'altro fornisce tra i 4 e i 5mila metri cubi di legname a centrali termiche in Ticino e nei Grigioni ogni anno: «Chiedono cose “stratosferiche” con standard insensati e fuori portata che nemmeno ti consentono di concorrere – commenta – È evidente che così facendo hanno voluto escludere dai giochi alcuni a scapito di altri. Fanno ad esempio stato, nell'assegnazione dei punteggi, la disponibilità di un capannone di mille metri cubi di capienza o un numero minimo di dipendenti (tagliando automaticamente fuori dal discorso coloro che ne hanno pochi). Ridicola appare poi la ponderazione del prezzo al 45%, tenuto presente che la Centovalli E Più SA chiude sempre l'anno con disavanzi; sembra dunque un controsenso. Ci sono insomma troppi punti del capitolato da rivedere. Ed è questo che il ricorso inoltrato dal Patriziato di Losone, sostenuto anche dal sottoscritto, chiede».

'Procedura corretta, tra i criteri non solo i costi bensì la qualità'

Invita a relativizzare il problema e risponde alle osservazioni critiche Axel Benzonelli, presidente del CdA della Centovalli E Più, il quale sottolinea innanzitutto come «quello delle procedure d'appalto, in generale, sia uno dei tanti temi in grado d'innescare polemiche. Gli esempi non mancano certo. Nel nostro caso, ci sarà un tribunale che deciderà al riguardo. Abbiamo allestito un capitolato quadriennale corretto (parliamo di un importo complessivo sui 100mila franchi annui), nel quale i criteri di costo e qualità rivestono grandissima importanza. Soprattutto sulla qualità non possiamo scendere a compromessi. Lo abbiamo constatato in questi primi anni quanto essa sia indispensabile per il buon funzionamento e l'ottimale resa calorica della caldaia».
Ricordiamo che il calore prodotto dalla centrale a cippato situata in zona Vallare viene distribuito, tramite una rete di teleriscaldamento, a una sessantina di utenti. Ne beneficiano privati residenti nel nucleo di Intragna ed edifici pubblici quali la casa Anziani Fondazione San Donato e le scuole. Una volta ultimata la ristrutturazione verrà allacciata al teleriscaldamento anche la futura, rinnovata, Casa comunale.

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