Grigioni

Frane in Val Calanca: niente gallerie in tempi brevi

Il governo ritiene prima opportuno procedere con la messa in sicurezza dei punti instabili e con ulteriori monitoraggi sfruttando tecniche avanzate

La parete rocciosa da monitorare
21 dicembre 2023
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Per il momento il Cantone non prevede la realizzazione di gallerie a protezione dei punti più sensibili della strada cantonale della Val Calanca, nell'ultimo anno toccata da tre frane (due di importanti dimensioni) che hanno comportato la chiusura della strada e l'isolamento degli abitanti dell'alta valle, fortunatamente comportando solo ingenti danni materiali. Ma, come più volte si è sentito dire, non si può continuare a sfidare la sorte.

La situazione di pericolo ha mobilitato la politica e la popolazione locale per chiedere misure concrete a tutela del tratto di carreggiata più insidioso tra il ponte sulla Calancasca – poco prima del bivio per Castaneda – e Buseno. Ansia, insicurezza e la percezione di essere poco considerati hanno infatti spinto Municipi, granconsiglieri e residenti a farsi sentire con Coira per sollecitare soluzioni in tempi brevi. Ancora pendente il secondo atto parlamentare della deputata Rosanna Spagnolatti (lo scorso ottobre la vicesindaca di Buseno aveva inoltrato una mozione, sottoscritta da una sessantina di deputati, ritenendosi non soddisfatta della risposta del Consiglio di Stato a una sua precedente interpellanza), il governo ha ora preso posizione in merito alla petizione promossa dal sindaco di Rossa Graziano Zanardi e sottoscritta da 1'719 persone. Petizione che, richiamando gli atti parlamentari di Spagnolatti e la preoccupazione dei Comuni, sollecitava immediate misure per la messa in sicurezza della strada cantonale. Ora, pur ribadendo di riconoscere l'urgenza della situazione, il Consiglio di Stato informa che saranno eventualmente gli interventi e i monitoraggi della parete rocciosa previsti nel 2024 a dettare “la necessità di ulteriori misure edilizie di messa in sicurezza”. Se una costruzione dei tunnel sembra dunque scartata (quantomeno in tempi brevi come si sollecitava), il Cantone non intende sottovalutare la situazione: indica da un lato quanto già effettuato nel 2023 e dall'altro la strategia per il 2024. “In una prima fase – si legge nella risposta alla petizione –, nel 2023 le misurazioni tramite interferometria radar per l'individuazione precoce del distacco di masse rocciose sono state estese ad altre zone. In tale contesto – prosegue la nota – sono state rilevate diverse grandi masse rocciose instabili che saranno rimosse o messe in sicurezza nel 2024”. Tra le altre misure per il 2024, il governo parla di una seconda fase in cui verranno effettuati rilevamenti geologici di dettaglio con la tecnica della modellizzazione dei fenomeni di crollo. Solo a questo punto, se quanto fatto non si renderà sufficiente, si valuterà la necessità di ulteriori misure edilizie di messa in sicurezza.

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