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‘Innovazione e ricerca’ negli spazi dell’ex collegio

È l’idea del Municipio, autore di uno studio di fattibilità per realizzare un centro accademico e formativo incentrato sull’economia circolare

In sintesi:
  • L’intento è sviluppare conoscenze e innovazione a 360 gradi per portare valore aggiunto al territorio e all’economia locale
  • Obiettivo Usi e Supsi individuati quali potenziali principali partner accademici
(Ti-Press/Crinari)
3 febbraio 2024
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Esce allo scoperto l’intenzione del Municipio di Pollegio di realizzare un ambizioso progetto sfruttando l’ex collegio Santa Maria, da decenni dismesso e utilizzato solo per dei programmi occupazionali di Caritas. Una trentina di pagine compone lo studio di fattibilità per il rilancio del comparto attraverso un centro multidisciplinare dedicato alla ricerca applicata e all’innovazione sulle specificità di una regione alpina come quella delle Tre Valli. L’intento è sviluppare conoscenze e innovazione a 360 gradi che possano portare valore aggiunto al territorio e all’economia locale. Questo mentre il prossimo marzo sarà inaugurata ad Airolo la Casa della sostenibilità promossa dall’Università della Svizzera italiana (Usi).

Usi e Supsi i possibili partner principali

L’elemento centrale del centro immaginato a Pollegio è un laboratorio accademico – possibilmente dell’Usi, insieme alla Supsi individuata quale potenziale principale partner accademico – che funga da base operativa per svolgere studi e ricerche per progetti promossi da realtà accademiche o da startup pronte a sviluppare iniziative locali. “L’intenzione – si legge nello studio di fattibilità – è creare un centro improntato alla costruzione di rapporti di collaborazione tra ricercatori e imprenditori, affinché modelli e strumenti d’innovazione – dalla tecnologia, all’innovazione sociale, a forme innovative di finanza e management – possano essere sviluppati e implementati grazie a startup nell’obiettivo di contribuire positivamente allo sviluppo socioeconomico della regione”. Per dare un’idea del potenziale del progetto, lo studio cita il centro del Politecnico federale di Losanna ubicato in Vallese, “campus che oggi conta 16 laboratori nei campi dell’energia, l’ambiente, la salute e la biotecnologia gestiti da 40 ricercatori e dottorandi che ha assunto un ruolo centrale per la ricerca e l’innovazione nel cuore delle Alpi”.

Ma quali sono i campi di ricerca e sviluppo immaginati a Pollegio? L’ambito che deve orientare le attività del centro è quello della transizione verso la cosiddetta economia circolare: un approccio sostenibile fondato su condivisione, riutilizzo, riparazione, ripristino e riciclaggio volto a contribuire da un lato a ridurre l’impatto ambientale, e dall’altro a incentivare l’economia. Secondo la definizione della Confederazione, l’economia circolare ha l’obiettivo di contrastare i problemi della società della spreco, promuovendo una filosofia in cui “prodotti, materiali e risorse vengono (ri)utilizzati il più a lungo possibile e il loro valore viene mantenuto, il che permette di consumare meno materie prime e di produrre meno rifiuti rispetto al sistema economico lineare”. Il centro ospiterebbe quindi attività di ricerca applicata su specifici elementi dell’economia circolare, come le relazioni delle attività umane con ambiente e territorio, energia rinnovabile, mobilità sostenibile, biotopi alpini, acqua, riserve idriche, filiera del legno, settore agroalimentare. Sfruttando anche le innovazioni tecnologiche (intelligenza artificiale, Big-data, robotica), l’obiettivo è che dal centro di Pollegio escano idee concrete per favorire la transizione. In definitiva si tratterà di attrarre, ospitare e sviluppare in seno al centro delle ricerche e dei progetti di studio inerenti all’innovazione economica e sociale, funzionali a una regione periferica e alpina. A questo proposito, particolare importanza è data al coinvolgimento e alla collaborazione con le istituzioni e la realtà economica locali, con le aziende che potranno indicare al centro le necessità in termini di conoscenze, innovazione e necessità di formazione per il loro sviluppo. Il progetto intende anche proporre un’offerta formativa (atelier-workshop) destinata a popolazione, giovani in formazione, neodiplomati.

Riguardo all’integrazione e all’inclusione sociale, si prevede di instaurare sinergie con imprese sociali attive in ambito amministrativo, nel campo della ristorazione-mescita e della logistica nell’obiettivo di assicurare la gestione operativa del centro proprio attraverso la cooperazione con queste imprese sociali. Oltre a un ristorante aperto al pubblico, lo studio indica la possibilità di realizzare un ostello.

Tre varianti per la ristrutturazione

Il comparto dell’ex collegio Santa Maria si compone di tre edifici con superfici e volumi definiti particolarmente adatti a diventare stabili multifunzionali per ricerca e formazione. Lo studio di fattibilità, allestito secondo la necessità del Municipio riguardo all’eventualità, poi sfumata, di costruire negli spazi dell’ex collegio il nuovo istituto scolastico di Pollegio, prevede tre varianti. Si va da un risanamento totale degli edifici per un costo di circa 15 milioni a ristrutturazioni parziali per 12 o 8 milioni. Va poi sommato l’impegno finanziario per l’acquisto del fondo di proprietà della Curia. Un investimento complessivo che Pollegio non è in grado di sostenere autonomamente. Oltre al coinvolgimento di altri Comuni (recentemente lo studio è stato inviato al Municipio di Biasca) e a un’importante raccolta fondi, la strategia di finanziamento punta quindi a significativi contributi da parte della Confederazione e del Cantone. La studio di fattibilità è infatti stato allestito in vista della richiesta di un credito cantonale nell’ambito del decreto per incentivare la rivitalizzazione di edifici dismessi. Dovrebbe esserci margine anche per ricevere un sostegno federale, considerando peraltro la sempre maggior importanza data all’economia circolare da parte della Confederazione, approccio in linea con i suoi obiettivi ambientali ed energetici. Secondo i promotori, il centro potrebbe essere affiliato a programmi federali o transfrontalieri a cui aderisce anche la Svizzera, come ad esempio la Strategia macroregionale per la regione alpina. In generale si prospetta la collaborazione con entità accademiche svizzere o estere e fondi di ricerca, comprese realtà già attive sul territorio come il Centro di biologia alpina della Val Piora e il centro Pro Natura Lucomagno. “Dopo aver accolto cantieri e progetti come la costruzione della galleria di base del San Gottardo, per cui la regione ha contribuito alla crescita economica attraverso lo sviluppo delle vie di comunicazione sul suo territorio – sottolineano i promotori –, è imperativo che nella regione vengano accolti e finanziati dei progetti di ricerca per lo sviluppo economico, del benessere e dell’impiego, affinché essa non venga confinata a regione di transito”.

‘Ora è il momento di tessere le relazioni’

«Per le Tre Valli è un’opportunità da cogliere, che andrebbe a valorizzare un’area strategica di 33mila metri quadrati e metterla in relazione non solo con il nostro Comune ma con tutta la regione dando prospettive positive legate in particolare all’occupazione – afferma il sindaco di Pollegio Igor Righini –. L’economia circolare è la musica del futuro, sappiamo che la Confederazione è più attenta a sostenere simili progetti. Ovviamente siamo nella fase embrionale, bisogna ancora tessere le relazioni e fare in modo che questo progetto possa rientrare in un programma di aiuti federali». Prossimamente è in programma un incontro tra le autorità comunali, l’Ente regionale di sviluppo e rappresentanti del Cantone. «Con questo studio abbiamo rotto il ghiaccio. Ora c’è la necessità di lavorare insieme ai Comuni che ci stanno vicini, al Cantone e all’Ente regionale di sviluppo». Elemento cruciale è riuscire a coinvolgere l’Usi. «Abbiamo avuto contatti, ci sono stati forniti buoni consigli, tuttavia finora non ha messo il timbro sul progetto. Noi vogliamo e speriamo che sia proprio l’Usi, unitamente alla Supsi, a giocare questa partita».

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