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Nelle cave attività da pianificare e situazioni non conformi

Il Municipio chiede 1,2 milioni per l'elaborazione delle varianti di Piano regolatore (attese da 20 anni) per i comparti di Lodrino, Cresciano e Iragna

(Ti-Press)
23 novembre 2023
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È di circa 1,2 milioni di franchi il credito che il Municipio di Riviera intende concedere per l’elaborazione delle varianti di Piano regolatore relative ai comparti delle cave di Lodrino, Iragna e Cresciano. La necessità di aggiornare la base pianificatoria per l’attività d’estrazione si trascina ormai da un ventennio, quando gli allora Comuni diedero avvio ai primi studi, che tuttavia negli anni a venire – contraddistinti da approvazioni solo parziali (era stato il caso di Iragna nel 2007) e di svariate battute d’arresto – non si erano mai concretizzati nell’adozione di una variante. A rallentare gli sviluppi anche l’attesa di linee guida da Bellinzona, elaborate a partire dal 2009 e sfociate nell’adozione nel 2018 della scheda V8 del Piano direttore cantonale. Un documento che funge da base per gli enti locali, fornendo infatti le indicazioni – in termini d’indirizzi, misure e compiti – per la pianificazione e la regolamentazione dell’attività d’estrazione e lavorazione della pietra d’opera su tutto il territorio cantonale.

Allestire un piano di utilizzazione

Ora, come detto, il Comune di Riviera è finalmente pronto a dare inizio alla fase di elaborazione delle varianti e ha licenziato i messaggi per le richieste di credito. Tenendo conto delle esigenze delle ditte attive e dell’attuale situazione nei comparti, si tratta da un lato di definire un piano di utilizzazione (perimetri e disciplinamento delle zone estrattive, di lavorazione, deposito e gestione degli scarti) e dall’altro di regolamentare le attuali situazioni non conformi. Si tratta anche di definire eventuali interventi di ripristino e di compensazione degli elementi naturalistici, paesaggistici e ambientali. Da valutare anche il grado di pericoli naturali e l’instabilità di fronti estrattivi elevati. «La nuova pianificazione permetterà di quantificare esattamente la parte utilizzabile e il volume di materiale che potrà essere estratto, permettendo ai cavisti di progettare l’attività e gli investimenti, ad esempio per l’acquisto di macchinari, per i prossimi anni», dice da noi contattato il sindaco di Riviera Alberto Pellanda. «Il punto fondamentale è che le varianti daranno una certa garanzia alle ditte, così come ai Patriziati proprietari dei fondi che incassano gli affitti».

Diverse situazioni non conformi

Quello dell’estrazione è un settore non trascurabile per la regione, che va mantenuto e garantito a lungo termine. Ma va fatto nel rispetto delle regole pianificatorie e ambientali. E nelle cave di Lodrino, Cresciano e Iragna – considerati dal Piano direttore cantonale comparti per l’estrazione a lungo termine – non mancano i casi non conformi. Dal messaggio per le cave di Iragna emerge ad esempio che in quel comparto le attività si svolgono interamente fuori zona edificabile, mentre a Cresciano i fronti d’estrazione non rispecchiano da tempo i limiti. Stessa situazione a Lodrino, dove il punto cruciale – si legge ancora nel messaggio municipale – è la necessità di procedere a una legalizzazione della situazione corrente (anche qui i fronti d’estrazione si sono estesi oltre i limiti prefissati). Tutte situazioni tollerate negli anni e che il Comune si prefigge di sanare con l’adozione delle varianti. Varianti che dovrebbero anche agevolare l’iter per le domande di costruzione da parte dei cavisti, grazie all’introduzione di Piani particolareggiati.

Chi paga per la sistemazione?

Se il Consiglio comunale darà luce verde ai crediti, l’iter per giungere al licenziamento dei messaggi per l’adozione delle tre varianti sarà ancora lungo. «Come sempre avviene in contesti di pianificazione, ci sarà da lavorare molto per portare a termine gli studi», dice Pellanda catalizzando l’attenzione sull’ingente investimento messo in conto. «La somma per elaborare le varianti è molto importante per un Comune come il nostro. Un aspetto molto importante sarà dunque quello di capire la volontà di cavisti e Patriziati a contribuire alla realizzazione delle opere di sistemazione dei comparti che saranno definite durante l’allestimento delle varianti. È questo un aspetto che preoccupa un po’ il Municipio. Auspichiamo dunque di trovare degli accordi per far sì che in pochi anni si possa giungere alla presentazione del messaggio in Consiglio comunale per votare l’adozione della variante».

Sullo stato di ‘salute’ delle cave, «le maggiori ditte parlano di un momento non privo di difficoltà e con qualche preoccupazione per il futuro, ma l’attività rimane comunque soddisfacente», indica Pellanda. Per quanto riguarda il comparto di Iragna, il Municipio lo segnala invece come un comparto sopito, che sta vivendo un momento di stasi dopo una drastica riduzione dell’attività.

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