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Contro il progetto ma vince l’appalto: ‘Non è contraddittorio’

Nuova officina Ffs di Castione, il legale dell’impresa edile confinante respinge l’insinuazione, conferma il ricorso e confida nelle trattative in corso

Il gruppo Mancini & Marti, di cui fa parte la Otto Scerri Sa, rischia di perdere una parte di deponie a Castione per far spazio alla nuova officina Ffs
(Ti-Press)
10 gennaio 2023
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«La ragione è dalla nostra parte». Non ha dubbi l’avvocato Franco Gianoni quando lo interpelliamo su un aspetto apparentemente contraddittorio che emerge dall’ultima novità relativa alla realizzazione dell’officina Ffs prevista a Castione. La novità è l’appalto per lavori preliminari delle opere da impresario costruttore aggiudicato per 18,4 milioni al Consorzio Bonifica Nsif istituito presso la Otto Scerri Sa di Castione che – patrocinata dal legale bellinzonese – fa da capofila, in questo ambito, a un gruppo di ditte. Impresa edile che insieme ad altre due partner si è sempre opposta al grande stabilimento ferroviario perché sacrificherebbe 32mila loro metri quadrati usati oggi come deponia. Ditta che si oppone dunque al progetto, ma poi partecipa alla gara d’appalto per i lavori preliminari, aggiudicandoseli.

L’offerta inoltrata è stata ritenuta dalle Ffs "la più vantaggiosa" avendo ottenuto "il maggior numero di punti". Decisivo "è stato in particolare il criterio di aggiudicazione ‘prezzo’ (ndr: 50% nella scala di ponderazione), per il quale l’aggiudicatario ha presentato l’offerta più bassa". Questo anche grazie al fatto di confinare con l’areale previsto per il grande stabilimento industriale, diventando de facto una lavorazione a chilometro zero quanto a scavo e movimento terra. Un bel vantaggio rispetto alla concorrenza. La Otto Scerri è di proprietà della Mancini & Marti che ha sede nel medesimo luogo. L’avvocato Gianoni, patrocinatore del gruppo edile, ha sin dall’inizio osteggiato le Ffs con più ricorsi. Per esempio, lo scorso marzo ha impugnato davanti al Tribunale federale (Tf) la decisione del Tribunale amministrativo federale (Taf) di considerare irricevibili i ricorsi di Mancini & Marti, Otto Scerri e Geniobeton interposti contro la riservazione d’area per 150mila metri quadrati chiesta dalle Ffs. Secondo il Taf il gruppo edile proprietario di parte dei terreni per la nuova officina non era legittimato a ricorrere perché la riservazione d’area non comporta effetti immediati sulla sua attività. Ciò che ha poi indotto Mancini & Marti a rivolgersi al Tf. Ma anche contro i piani del progetto, presentati la scorsa primavera, il gruppo edile è insorto davanti all’Ufficio federale dei trasporti (Uft) cui chiede in via principale di costruire lo stabilimento a Bodio-Giornico, in via subordinata la modifica dei piani delle Ffs e maggiori indennizzi. In particolare, suggerendo la modifica dei piani, Mancini & Marti mira a migliorare l’inserimento territoriale dell’officina per evitare parzialmente o del tutto il sacrificio di proprie superfici, preservandone così l’attuale capacità lavorativa. Trattative con le Ffs sono tutt’oggi ancora in corso.


Ti-Press
L’avvocato Franco Gianoni

A ogni modo, l’avvocato Franco Gianoni non ritiene l’agire della Otto Scerri Sa contraddittorio: «Se ci siamo opposti alla soluzione Castione è perché abbiamo sempre difeso l’opzione Bassa Leventina, spazzata via dalla dichiarazione d’intenti firmata da Ffs, Cantone e Città di Bellinzona nel dicembre 2017. Ora, se i nostri ricorsi verranno respinti e la scelta cadrà definitivamente su Castione, è giusto che il gruppo Mancini & Marti difenda i propri interessi. Nel concreto, opporsi a Castione e poi insistere su un migliore inserimento dell’officina, non esclude che si possa partecipare alla gara d’appalto. Non siamo incoerenti, perché i due aspetti si pongono su piani differenti. Peraltro Mancini & Marti concorre sovente nell’ambito delle maggiori opere viarie elvetiche. Non vedo perché non possa farlo anche oggi per Castione». In ogni caso, conclude l’avvocato Gianoni, «ritengo che sarebbe un errore ritirare opposizione e ricorso in cambio dell’appalto. È una questione di principio. Confidiamo però che si giunga a una soluzione condivisa dalle parti, e non imposta, nell’ambito delle trattative in corso con le Ffs sull’inserimento dell’officina. La ragione insomma deve sempre prevalere».

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