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Reagire alla poca neve ‘rafforzando l’offerta invernale’

Per Juri Clericetti (Otr-Bat) le stazioni sciistiche dovrebbero puntare ancora di più su attività complementari allo sci e sulla destagionalizzazione

‘Continuare a valorizzare attività come slittare, pattinare o ciaspolare’
(Ti-Press)
27 dicembre 2022
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Rinunciare allo sci alpino a causa della mancanza di neve? «Attualmente le stazioni sciistiche non si trovano in una situazione ideale, ma per il momento non è pensabile andare in questa direzione». Per Juri Clericetti, direttore dell’Organizzazione turistica regionale Bellinzona e Alto Ticino (Otr-Bat), bisognerebbe invece «rafforzare l’offerta invernale con attività complementari allo sci» e puntare ulteriormente alla «destagionalizzazione» dei comprensori.

Il tema è più che mai attuale viste le temperature sopra la media che caratterizzano questo periodo natalizio e che incidono sulla possibilità di sciare. Stando a Thomas Egger – presidente del Gruppo svizzero per le regioni di montagna, intervistato recentemente dal Blick – queste condizioni meteorologiche saranno sempre più frequenti in futuro. In particolare sotto i 1’600 metri l’innevamento non è più assicurato e quindi le stazioni sciistiche dovrebbero reinventarsi. Come ad esempio è stato fatto al Monte Tamaro che nel 2003 ha completamente rinunciato all’inverno, investendo invece su attività da svolgere nelle altre stagioni più calde. "Ora il fatturato annuale è di un terzo superiore a quello di prima", ha affermato l’esperto.

In momenti difficili bisogna riuscire a tamponare le perdite

«Innazitutto – sostiene Clericetti – sul Monte Tamaro vi sono condizioni diverse rispetto ad esempio ad Airolo che si trova a un’altitudine più elevata». Tuttavia, è vero che anche nell’Alto Ticino bisognerebbe «continuare a valorizzare ulteriormente le attività che si possono svolgere pure con poca neve come le escursioni invernali, le ciaspolate, le slittate o il pattinaggio sul ghiaccio. Nei comprensori dove vengono offerte, in questi giorni sono infatti molto apprezzate». Attività complementari allo sci alpino che permettono di «tamponare un po’ le perdite durante i periodi più difficili». Oltre a ciò è però anche necessario puntare sempre di più sulle altre stagioni, un lavoro che l’Otr-Bat sta portando avanti da ormai diversi anni ad esempio con l’ampliamento della rete di percorsi per mountain bike o con la promozione dell’escursionismo estivo. Infatti «la neve è presente al massimo per tre o quattro mesi, ma l’offerta turistica deve tenere in considerazione l’intero anno, valorizzando così anche gli impianti di risalita». Anche la cosiddetta destagionalizzazione aiuta quindi a «compensare un po’ un inverno andato male».

Con inverni sempre più miti sarà difficile compensare

Ma questo basta per sopravvivere a una stagione invernale negativa, vista anche la tendenza che mostra inverni sempre più miti? «Se in futuro dovessero ripresentarsi inverni come quello scorso con pochissima neve, allora le attività complementari non basteranno più, visti i costi molto alti che devono sostenere le stazioni sciistiche». Clericetti per il momento è però fiducioso, ricordando che ad esempio «due anni fa aveva nevicato moltissimo». Allora però il problema era un altro: la pandemia di coronavirus aveva limitato molto gli spostamenti dei turisti e aveva messo in grave difficoltà anche il settore della ristorazione. Già, perché anche «la gastronomia gioca un ruolo molto importante» nell’ambito dell’offerta turistica: nei periodi con poca neve i ristoranti, che magari propongono prodotti locali legati al territorio, fungono infatti da attrazione e sono essenziali per far vivere al visitatore una bella esperienza. E ai comprensori sciistici garantiscono pure entrate non da sottovalutare.

È importante anche quanto offre la città

Non da ultimo anche quanto offre la città (quella di riferimento per l’Alto Ticino è Bellinzona) gioca un ruolo non marginale: «In caso di poca neve – prosegue il direttore dell’Otr-Bat –, chi soggiorna in valle, può recarsi a Bellinzona per approfittare dei numerosi eventi legati allo svago o alla cultura. E questo aiuta a mantenere il flusso turistico». Vi sono poi attività, non strettamente legate agli impianti di risalita, che approfittano di temperature più miti d’inverno: «Il bouldering è sempre più apprezzato ed è quindi un’altra attività su cui puntare».

Insomma, la soluzione per sopperire alla poca neve sembra essere quella di «rafforzare la stagione invernale, proponendo sempre più attività diverse, e sfruttare maggiormente le altre tre stagioni». E questo con la speranza che i cambiamenti climatici «a lungo termine non obblighino i comprensori a cambiare radicalmente target, rinunciando allo sci alpino», conclude Clericetti.

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