Bellinzonese

‘Gareggiano a chi demolisce di più il Municipio di Bellinzona’

Criticando l’opposizione il Ps cittadino traccia un bilancio positivo del primo difficile anno di legislatura. Saranno aumentati gli incontri con la base

Gennaio 2020, inizio della campagna elettorale presto bloccata dalla pandemia
(Ti-Press)
12 maggio 2022
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«C’è tanto da fare per far crescere qualitativamente la Bellinzona di oggi e di domani. Ci stiamo impegnando insieme ad alcune forze politiche. I risultati si vedono e si vedranno a medio e lungo termine. Ma non è sempre facile fare politica attiva in un contesto sovente molto polemico nel quale taluni gareggiano a chi demolisce di più l’operato del Municipio». Riassunto all’osso è questo il messaggio scaturito dall’assemblea del Ps di Bellinzona riunitosi a Giubiasco alla presenza di una quarantina di compagni. Un’occasione per proporre un bilancio del primo anno di legislatura. A fare da fil rouge non è però stato il clima barricadero che si respira in Consiglio comunale, dove la polarizzazione è aumentata, bensì i cosiddetti progetti strategici impostati per riposizionare la capitale ticinese nel contesto cantonale e nazionale.

‘Cambieranno la faccia della città’

«Il polo biomedico di Bellinzona deve andare avanti di pari passo col progetto di ospedale universitario multisito considerando la prevista realizzazione del nuovo ospedale regionale alla Saleggina», ha esordito la presidente sezionale Martina Malacrida Nembrini indicando uno dei progetti «del nostro programma politico che influenzeranno la Bellinzona del futuro». Quindi il sindaco Mario Branda dopo aver ammesso la presenza di «inciampi che riconosciamo», ha proposto una carrellata di progetti, spesso portati avanti con altri attori, «impensabili nella configurazione precedente l’aggregazione. Cambieranno la faccia e la dinamica della nostra città. E rappresentano il cambiamento su cui dobbiamo puntare». Oltre a quelli già citati ha ricordato il nuovo Quartiere Officine («il Ps ha giocato un ruolo importante per uscire dal vicolo cieco in cui si trovava lo stabilimento Ffs e trasformarlo in una cittadella dell’innovazione caratterizzata da elevata sostenibilità ambientale unica in Ticino»), le nuove Officine Ffs di Castione («un investimento di oltre mezzo miliardo mai visto in Ticino che porterà lavoro e movimento economico in tutta la regione»). Questo per dire che «siamo l’unico polo urbano in crescita demografica, ma la qualità di vita non è sufficiente se non si hanno anche posti di lavoro di media e lunga durata. Sono fiero che il Ps abbia fatto propria questa idea di crescita».

‘Non siamo rumorosi ma lavoriamo’

Il municipale Henrik Bang ha rimarcato l’impegno multimilionario per il rilancio turistico dei castelli e ha ribadito la necessità di mitigare l’impatto dell’autostrada; mentre sui sorpassi di spesa emersi nel 2020, «parliamo di sole tre opere su svariate decine realizzate senza problemi durante la legislatura 2017/21 e di 5 milioni su 120 investiti globalmente in modo corretto». La capogruppo in Cc Lisa Boscolo soffermandosi sul clima generale ha poi evidenziato che «non siamo rumorosi ma lavoriamo alacremente e in modo costruttivo». Per ulteriormente migliorare l’approccio ai vari temi da parte di chi in definitiva è chiamato a decidere, la presidente ha annunciato la volontà di incrementare le occasioni di scambio fra Comitato, Gruppo in Cc e base del partito aggiungendo durante l’anno due riunioni aperte e altri incontri informali. Dalla sala sono giunte alcune idee: un’informazione più puntuale sulle attività politiche sezionali, organizzare incontri socializzanti per le famiglie e più serate tematiche. A parte un accenno al nuovo acquedotto della Val Morobbia, che sta avendo qualche problema di gioventù, durante l’assemblea non si è accennato ai quartieri. E non hanno varcato il Ceneri le aspre polemiche scoppiate negli ultimi giorni fra Verdi e Ps a Lugano.

Le crepe di Lugano viste dalla Turrita

David: ‘Le esternazioni di Schönenberger m’infastidiscono’

Polemiche già viste nella Turrita. Correva l’anno 2017, le elezioni comunali della nuova Bellinzona erano state da poco archiviate con Branda brillantemente rieletto sindaco insieme al municipale Roberto Malacrida grazie anche al contributo dei Verdi con i quali il Ps aveva costruito una lista comune per l’Esecutivo. Tutto bene fino a quando, pochi mesi dopo, i socialisti hanno seguito Branda nel suo cammino affrontato con gli altri partiti di governo, col Consiglio di Stato e con le Ferrovie per riconvertire il comparto Officine. Questo e altri temi hanno subito portato i Verdi a dissociarsi ritenendo incrinati i rapporti e non lesinando ripetute ed esplicite critiche agli ormai ex compagni di viaggio. Un approccio diverso da quello adottato da Nicola Schönenberger, ex capogruppo dei Verdi in Consiglio comunale a Lugano, che ha atteso la propria uscita di scena politica per rendere pubblico tutto il proprio dissenso verso il Ps luganese e la sua municipale Cristina Zanini Barzaghi (cfr ‘laRegione’ dell’11.05.22) eletta l’ultima volta un anno fa sulla lista comune Ps-Verdi. A Bellinzona la frattura si è poi perpetuata per l’intera legislatura e nella primavera 2021 i Verdi hanno costituito con l’Mps e col Forum alternativo una lista di opposizione dura aggiudicandosi insieme sei seggi in Consiglio comunale, ossia due in più del 2017. «Il divorzio dal Ps – ricorda il consigliere comunale Ronald David, allora co-coordinatore dei Verdi bellinzonesi e anche cantonali – nasceva dal tema Officine ma anche dalle modalità di lavoro. Ossia la scarsa considerazione riservata alle opinioni divergenti e il fatto che Mario Branda ponesse sempre la sua figura istituzionale come elemento coalizzante a tutti i costi, impedendo allo stesso Ps di portare avanti una politica di sinistra e ambientalista come piacerebbe a noi». Come leggere dunque le esternazioni di Schönenberger? «M’infastidiscono un po’», risponde Ronald David: «Ricordiamoci che lui fino a giugno è ancora co-coordinatore cantonale dei Verdi. E premesso che le dinamiche locali sono molto diverse da quelle cantonali, ritengo che in questa fase storica i Verdi debbano seriamente considerare delle alleanze in vista delle elezioni cantonali 2023. Questo considerando anche che proprio a livello cantonale le aree di riferimento hanno più peso, fra l’elettorato, rispetto alle persone. Se Branda a Bellinzona vince da solo le elezioni, il Ps a livello cantonale è minoritario e non può permettersi di agire allo stesso modo. In questo contesto i Verdi giocano nell’area progressista un ruolo di peso, e ritengo sia un peccato fare dichiarazioni che, sebbene limitate al contesto locale, rischiano di produrre conseguenze negative anche sul piano cantonale, dividendo anziché unire. In conclusione ritengo che la tempistica e il ruolo di Schönenberger avrebbero dovuto suggerire maggiore cautela». La redazione ha chiesto una reazione anche alla presidente del Ps di Bellinzona: «Non entriamo nel merito delle dichiarazioni di Verdi e socialisti di Lugano – risponde Martina Malacrida Nembrini – e per quanto ci riguarda, come ogni volta, solo dopo le votazioni cantonali ci porremo la questione e cominceremo a valutare le possibilità di alleanza con le altre forze della sinistra. Teniamo a ribadire che il Ps di Bellinzona ha sempre cercato attivamente di unire la sinistra per collaborare concretamente su temi specifici per il bene del nostro comune. In generale è un peccato che vi sia chi approfitti per dividere la sinistra piuttosto che lavorare sulle rivendicazioni concrete che ci uniscono».

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