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L’Eoc ‘crede con forza’ in un ospedale universitario in Ticino

Il direttore generale Glauco Martinetti: ‘un’occasione da non lasciarsi sfuggire’. Bellinzona in ‘pole position’, ma è pensabile un’istituzione multisito

(Ti-Press)
2 aprile 2022
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Quella di realizzare un ospedale universitario in Ticino è un’opportunità che «non dobbiamo lasciarci sfuggire». Glauco Martinetti, direttore generale dell’Ente ospedaliero cantonale (Eoc), ritiene che sia il momento giusto per puntare con convinzione verso una simile istituzione, in cui «l’Eoc crede con forza». Ovviamente non basta crederci per realizzare questo sogno: servono passi concreti che per il momento non sono ancora stati fatti. Fondamentale sarà far sì che «tutta la popolazione ticinese e in particolare la politica sostenga in modo unanime un progetto simile», afferma Martinetti a ‘laRegione’. E in questo senso si potrebbe pensare a un «ospedale universitario multisito», quindi non legato a un solo luogo. In ogni caso, visto lo sviluppo che sta avendo nel settore della ricerca biomedica, e senza dimenticare il previsto nuovo ospedale sul terreno della Saleggina, «Bellinzona è in pole position».

‘Il Ticino deve mostrarsi unito’

Recentemente sulle pagine del ‘Cdt’ il direttore dell’Istituto di ricerca in biomedicina (Irb) e il presidente dell’Istituto oncologico di ricerca (Ior) – rispettivamente Davide Robbiani e Franco Cavalli – hanno espresso l’auspicio di realizzare un ospedale universitario. Una possibilità evocata sul nostro quotidiano anche da Boas Erez, rettore dell’Università della Svizzera italiana (Usi). E l’Eoc – attore che in questo discorso non può mancare – cosa ne pensa? «Anche se per il momento di concreto c’è poco, questo è un progetto in cui bisogna credere assolutamente», sottolinea Martinetti. Il prossimo passo è quello di «convincere tutta la politica che vi è una possibilità, forse irripetibile, per il Ticino di riuscire a portare sul nostro territorio un ospedale universitario». Insomma, «a livello politico il Ticino deve mostrarsi unito com’è accaduto in passato quando l’Usi da sogno è diventata realtà». Questo spirito di unione va poi trasmesso anche dalla delegazione ticinese a Berna, visto che «è necessario coinvolgere anche la politica federale». In questo senso il momento storico sembrerebbe essere quello giusto, visto che in Consiglio federale siede anche un ticinese, Ignazio Cassis. «E questo è importante».

‘I quattro enti devono coordinarsi’

Un momento storico caratterizzato anche da uno sviluppo senza precedenti in ambito di ricerca scientifica, in particolare a Bellinzona, con Irb e Ior che negli ultimi anni sono cresciuti molto (e lo stanno ancora facendo) diventando istituti di punta a livello internazionale. Essendo affiliati all’Usi e grazie all’integrazione di ricercatori e dottorandi, i due istituti di ricerca hanno anche sempre più visibilità nel panorama universitario svizzero. Insomma, la componente di ricerca universitaria c’è, quello che manca è un progetto che possa valorizzare ulteriormente questo sviluppo in ambito medico, ovvero un ospedale universitario. «Le premesse sono buone, ma ora serve un atto concreto, magari elaborato dai quattro enti (Eoc, Irb, Ior e Usi) in modo coordinato», rileva Martinetti. Oltre a ciò è pure pensabile che sia necessario sviluppare la facoltà di medicina dell’Usi: «Attualmente gli studenti universitari hanno la possibilità di svolgere il Master nelle nostre sedi. In futuro sarà verosimilmente necessario offrire un percorso completo, iniziando magari già dal Bachelor». Vi è dunque ancora «molto lavoro da fare, in particolare per Eoc e Usi. Ma anche per la politica che dovrà appoggiare questo progetto anche garantendo i necessari finanziamenti».

Possibilità di essere attivi su più sedi

Ma dove dovrebbe sorgere un ospedale universitario? Vicino al settore della ricerca a Bellinzona o vicino all’università a Lugano? «Fino a quando non sarà concretizzato il concetto di ospedale universitario è prematuro parlare di un luogo», precisa il direttore generale dell’Eoc. «Attualmente Bellinzona sembra essere la località con più possibilità, ma molto dipenderà dal modello che sarà scelto. È infatti anche pensabile un’istituzione attiva su più sedi: ad esempio a Bellinzona potrebbe essere sviluppato il settore della biomedicina, mentre a Lugano quello delle neuroscienze». Insomma, prima si elabora il concetto (e questo «non si può rimandare») e in seguito si potrà discutere di quale sede o sedi siano più opportune.

Progetto da concretizzare ‘subito’

Martinetti ricorda poi che l’Eoc è attivo in modo capillare su tutto il territorio ticinese. Inoltre, «ci stiamo impegnando per ridare un ciclo di vita completo a tutte le sedi: a breve l’ospedale di Mendrisio avrà una nuova ala, così come quello di Locarno fra alcuni anni; quello di Lugano sarà completamente ristrutturato e ad Acquarossa è prevista una nuova costruzione. Entro il 2030 tutte le sedi saranno dunque o nuove o ristrutturate e a Bellinzona saranno iniziati i lavori di costruzione del nuovo ospedale regionale sul terreno della Saleggina». Questo per dire che l’intera infrastruttura cantonale sarà all’avanguardia in vista di un eventuale ospedale universitario, la cui sede potrà dunque «essere decisa anche dalle nuove generazioni. Il concetto, invece, dev’essere elaborato subito».

‘Porterà a un miglioramento delle cure’

Martinetti tiene infine a sottolineare che un «ospedale universitario deve tradursi per il paziente ticinese in un miglioramento delle cure. E questo è imprescindibile». In questo contesto sarebbe quindi opportuno «riflettere sul concetto di multisito, chiedendoci se non possa portare ulteriori vantaggi alla popolazione. Un ospedale universitario deve infatti creare ancora più sicurezza, simpatia e fiducia nel paziente».

Alcuni anni fa il Gran Consiglio aveva esaminato la richiesta di approfondire il discorso per un ospedale universitario, lanciata nel 2016 da un’iniziativa parlamentare generica (primi firmatari Simone Ghisla, Franco Denti e Maristella Polli) sottoscritta da 38 deputati e approvata nel 2018 a larga maggioranza dal plenum. L’iniziativa chiedeva di gettare le basi per l’istituzione in Ticino di un unico ospedale cantonale.

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