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Commissioni di quartiere: Riviera e Bellinzona valutano

A nord in nessuno degli ex quattro Comuni si è sentita l'esigenza. Nella capitale in 9 casi su 13 la popolazione si è attivata istituendo le associazioni

Il Comune e le sue istituzioni: una possibilità data anche ai singoli quartieri tramite l'istituzione di apposite associazioni o commissioni (Ti-Press)
19 gennaio 2021
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Rapporto cittadini-istituzioni: quali ‘ponti’ realizzare per assicurare il giusto dialogo bilaterale, migliorare la coesione locale e individuare opportunità di crescita reciproche? Laddove non si sono fino ad oggi create le Associazioni di quartiere, nella nuova Bellinzona potrebbero presto spuntare apposite Commissioni la cui designazione dei membri, non avvenuta durante la prima legislatura che sta per terminare, compete al Municipio. Si tratta dei quartieri di Bellinzona centro (ossia la vecchia Bellinzona pre-aggregazione) e, nella cintura sud, di quelli di Monte Carasso e Sementina nonché del quartiere periferico di Gudo. Idem nel nuovo Comune di Riviera nato, come la capitale ticinese, nell’aprile 2017 unendo gli ex Comuni di Lodrino, Iragna, Osogna e Cresciano: in nessuna delle quattro località si è sentita fino ad oggi l’esigenza di creare spontaneamente un’associazione di quartiere o di sollecitare il Municipio affinché costituisse delle commissioni.

Partiamo da Bellinzona: dall’inizio della prossima legislatura una riflessione andrà fatta nei quattro quartieri fino a oggi rimasti sprovvisti dell’organismo spontaneo (associazione) caldeggiato sin dal progetto aggregativo. A Bellinzona-centro, Monte Carasso, Sementina e Gudo pochi hanno mostrato interesse a costituire associazioni ad hoc. Taluni tentativi non sono andati a buon fine. A Gudo, per esempio, una suggestione giunta nel 2018 da Palazzo Civico è stata valutata, discussa ma infine rifiutata dal comitato della Pro, associazione che da un ventennio promuove il territorio locale e organizza eventi e animazioni a favore della popolazione. Il ragionamento fatto dal comitato è quello di non voler mischiare i due piani di attività, ciò che invece in altri quartieri si è ritenuto di poter fare, ma quasi sempre partendo dall’istituzione di un’associazione ‘ex novo’. A stupire è il vuoto rimasto nella Turrita. Uno stupore però da relativizzare, considerando che a sua volta la ‘vecchia’ città conta sul proprio territorio più sotto-quartieri, quali Daro, Artore, Carasso, Galbisio, Ravecchia, Semine, Pratocarasso, Gerretta. Aree in cui l’identità locale è (rimasta) talvolta molto ben marcata e che a loro volta sono spesso favorite da una sufficiente rappresentanza di consiglieri comunali o municipali da sollecitare, all’occorrenza, su temi o situazioni puntuali. 

Cosa dice il Regolamento comunale

Il Regolamento comunale pone le Commissioni di quartiere in testa alle possibilità date, indicando invece le Associazioni come loro alternative tramite il concetto “in luogo di”. Dal canto suo il Municipio invertendo le priorità ha sempre detto di voler favorire la nascita delle Associazioni rispetto alla via più istituzionale delle Commissioni, indicando così la volontà di potersi interfacciare con realtà locali autocostituite e perciò, almeno in teoria, più pulsanti e proattive. E peraltro al beneficio di contributi comunali volti a finanziare l’organizzazione di eventi. Quanto alle Commissioni, il regolamento prevede che entro quattro mesi dopo le elezioni comunali il Municipio pubblichi l’avviso di candidatura per far parte dell’organismo consultivo composto da tre-sette persone. Finora non è stato fatto perché si attendevano spinte dal basso, in effetti manifestatesi in nove quartieri su tredici. I candidati alle commissioni, maggiorenni, devono presentarsi supportati da almeno dieci proponenti domiciliati nel territorio di competenza. Al Municipio spetta poi il compito di designare e, in caso di un numero superiore a sette, operare una scelta; sulla base di quali criteri, non è dato sapere. A ogni modo è esclusa la doppia funzione di membro della commissione e quella di consigliere comunale o municipale. Ogni commissione dispone di un budget deciso dal Consiglio comunale su proposta municipale a copertura delle spese operative, mentre i membri ricevono il gettone di presenza. A loro volta Associazioni e Commissioni di quartiere sono correlate fra loro dalla conferenza dei presidenti per favorire lo scambio orizzontale di informazioni. Conferenza che può riunirsi liberamente, ma almeno una volta all’anno. Incaricato di gestire i rapporti bilaterali è l’Ufficio quartieri. Le commissioni sono tenute a incontrare il Municipio, o chi per esso, almeno una volta all’anno e a convocare un’assemblea di quartiere almeno una volta a legislatura. Incontro al quale può essere richiesta la presenza di rappresentanti del Municipio o dell’amministrazione comunale.

Il sindaco di Riviera: ‘Faremo il passo’

«Probabilmente a causa delle dimensioni meno importanti di Bellinzona, qui la popolazione non ha finora segnalato l’esigenza di costituire associazioni o commissioni di quartiere», spiega alla ‘Regione’ il sindaco Alberto Pellanda. Fra gli altri motivi viene citato il fatto che tutte le quattro comunità sono rappresentate in Municipio, oltre che in Consiglio comunale: «Ciò che agevola il dialogo fra popolazione e autorità in presenza di situazioni puntuali o problematiche più ampie». Essendo poi già presenti sul territorio varie associazioni che da lungo tempo si occupano dell’animazione locale, viene meno l’esigenza di istituirne altre che rischierebbero di creare doppioni. «A ogni modo – conclude il sindaco – nel rispetto del Regolamento comunale, con l’avvio della nuova legislatura compiremo i passi ufficiali necessari a istituire le Commissioni di quartiere. Dovremo attivarci entro sei mesi dalle elezioni: a quel punto capiremo se vi sarà un concreto interesse per questa soluzione».

Il sindaco di Faido: ‘Esempi virtuosi di vitalità’

Risalendo il Ticino ecco Faido, che nel corso delle ultime legislature ha aggregato i precedenti dodici Comuni della Media Leventina. Su undici frazioni periferiche, attualmente otto contano ciascuna tre propri rappresentanti. Una soluzione, quella delle commissioni, anch’essa fissata nel Regolamento comunale, che non prevede per contro la possibilità delle associazioni. Compiti commissionali: coordinare l’assemblea di frazione, tenere i contatti con amministrazione e autorità, farsi portavoce di richieste locali. La nomina è di competenza municipale su proposta dei cittadini della frazione. «Dov’è emersa la richiesta, abbiamo proceduto alla designazione. Dov’è mancata, il motivo è semplice: la realtà faidese non è troppo vasta, ci si conosce tutti abbastanza bene, ciò che facilita i rapporti interpersonali e l’esposizione di richieste al nostro indirizzo. Il tutto ‘alla buona’», spiega il sindaco Roland David. Alcune commissioni di frazione, aggiunge, «operano normalmente, altre sono un po’ passive, talune si distinguono per dinamismo. Persone impegnate che lavorano bene». È la prova che pur venendo meno l’ormai ex Comune, non cessa l’attenzione verso la cosa pubblica. E anzi, «c’è lo stimolo a organizzarsi per fare recepire meglio determinate idee o esigenze». David cita in particolare tre commissioni di frazioni virtuose «che sono esempio di buon funzionamento: Osco, Rossura e Mairengo». Includere nel Regolamento la possibilità di creare associazioni di quartiere, con tanto di budget comunale, «ci è sembrato eccessivo e condizionante. Possano per contro spontaneamente sorgere nuove associazioni locali, come successo a Cavagnago dove da qualche tempo si può usufruire dell’ex casa comunale ristrutturata e divenuta un centro civico per manifestazioni a beneficio della frazione e della Traversa». Il sindaco indica infine che «tutte le frazioni mostrano un buon livello di vitalità. Questo grazie alle associazioni ricreative già attive da lungo tempo e anche a Parrocchie e Patriziati che al di là delle commissioni giocano sul piano locale un ruolo importante nei rapporti col Comune».

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