Bellinzonese

Scuole medie in Leventina: scatta l’interrogazione Ppd

Gruppo Ppd preoccupato per il futuro dell’istruzione di qualità e di prossimità. Sara Imelli: ‘Essenziale la presenza di un direttore in ogni sede'

Ti-Press
18 maggio 2019
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Il Gruppo Ppd+Gg in Gran Consiglio è preoccupato per il futuro dell’istruzione di qualità e di prossimità in Valle Leventina. È quanto si legge nell’interrogazione della deputata pipidina leventinese Sara Imelli inoltrata giovedì al governo a seguito della notizia anticipata martedì dalla ‘Regione’ di una possibile fusione tra le attuali scuole medie di Giornico e Ambrì in un unico istituto.

Una misura annunciata dal direttore del Decs Manuele Bertoli sulla rivista della scuola media di Ambrì e poi confermata al nostro giornale che, secondo Imelli, “risponde a palesi logiche di risparmio e ottimizzazione finanziarie”. “La riduzione della presenza di funzionari dirigenti in Leventina sarebbe inoltre un ulteriore indebolimento dello Stato nelle regioni periferiche a danno dei servizi e dell’attrattività di zone che già faticano a stare al passo con l’economia globalizzata a causa della loro collocazione geografica”, aggiunge Imelli.

Ricordiamo che le attuali sedi presenti sul territorio (compresa la sottosede di Faido) non verrebbero chiuse, ma trattandosi di un solo istituto ci sarebbe un’unica unità amministrativa centralizzata e pertanto un unico direttore. “La presenza fissa del direttore in sede è essenziale per prendere decisioni immediate e per reagire prontamente nei casi che accadono quotidianamente a scuola – fa notare Imelli –. Spesso è proprio la figura del direttore con la sua formazione, l’importante sgravio orario dall’insegnamento e l’esperienza maturata negli anni che fa fronte alle numerose sollecitazioni di allievi, famiglie e docenti. Il direttore è un punto fondamentale a supporto di tutte le entità educative presenti sul territorio e un punto di riferimento autorevole a cui potersi rivolgere”.

Proprio per questo, secondo l’interrogazione sostenuta da tutto il Gruppo Ppd, suddividere un direttore su tre diverse sedi presenti sul territorio significherebbe frazionare il suo tempo di presenza a contatto con colleghi e allievi impedendo la costruzione di “indispensabili relazioni di collaborazione, fiducia e conoscenza con tutti gli attori presenti nella scuola”. Viene inoltre ricordato che il direttore è spesso impegnato anche in riunioni fuori sede.

Peraltro già attualmente, aggiunge Imelli, le sedi in questione sono sottodotate di personale amministrativo e hanno sgravi d’orario ridotti per la vicedirezione e i membri del consiglio di direzione rispetto alle sedi più grandi. “L’equazione ‘meno allievi uguale meno casi problematici da affrontare’ non è sempre valida e per questo non è detto che un direttore di una sede piccola abbia sempre meno lavoro rispetto a uno di una sede più grossa”, scrive la deputata. Al Consiglio di Stato viene pertanto chiesta conferma dell’intenzione di unificare le sedi e se sia stata fatta un’analisi globale, oltre che finanziaria, di vantaggi e svantaggi di tale misura. Gli interroganti vogliono anche capire se si tratti di un primo tassello all’interno di un processo di ottimizzazione da estendere alle altre piccole sedi del Ticino.

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